Whitmarsh con Button: “È un grande pilota”
Per un Campione del Mondo in un top team, due punti in quattro gare sono un bottino davvero troppo magro per non destare stupore. Se poi il suo compagno di squadra conquista una vittoria magistrale che lo trasforma in leader iridato, è chiaro che la pressione non può che aumentare. È questa la situazione di Jenson Button dopo il GP del Canada, che l’ha visto scampare l’eliminazione dal Q3 per un soffio – lo stesso soffio che ha spinto Maldonado contro il muro dei Campioni – e chiudere in sedicesima posizione dopo una gara faticosa. Un piazzamento che lo fa scivolare all’ottavo posto della Classifica, con praticamente metà dei punti ottenuti da Lewis Hamilton. Ma come successo in casa Ferrari con Massa, a Woking sono pronti a proteggere il proprio pilota in un momento no, dimostrandogli l’appoggio del team e addossandosi anche qualche colpa.
I problemi che Button lamenta maggiormente sono mancanza di grip e un sofferto rapporto con le gomme, che sembrano non voler mai entrare in temperatura ma al tempo stesso si sciolgono con una rapidità notevole rispetto a quelle montate dagli avversari. Nelle dichiarazioni post-gara aveva affermato che, per quanto non siano ancora riusciti a trovare una spiegazione, non ritiene che questa sia insita nel modo in cui tratta gli pneumatici e Martin Withmarsh, intervistato da AUTOSPORT, gli dà manforte: “Jenson non guida in maniera aggressiva, e se le sue gomme si degradano tanto significa che non abbiamo impostato il giusto set-up”.
“È una situazione frustrante e deludente, ma non è un problema a lungo termine“. Si getta quindi acqua sul fuoco, minimizzando il calvario di Button a Montréal che, secondo il Team Principal McLaren, è giustificato in gran parte allo stop forzato di venerdì. Sulla vettura numero 3 era presente infatti una nuova configurazione della sospensione posteriore proprio con lo scopo di migliorare la gestione delle PZero, ma il tentativo è stato di fatto vanificato dai problemi al cambio che hanno tenuto l’inglese fermo ai box per buona parte delle prove libere: con meno di trenta giri all’attivo e nessun long run, non è stato possibile effettuare un buon set-up. “Jenson è un grande pilota e in questo weekend non l’abbiamo aiutato a dovere. Non abbiamo potuto studiare la nuova sospensione ed è stata colpa nostra, dato che non gli abbiamo dato una macchina competitiva”.
“Sappiamo quanto sia intelligente e determinato. Quindi terrà la testa alta, e potrebbe diventare il primo pilota ad ottenere una seconda vittoria quest’anno“. Insomma, guai a considerarlo già KO. Dopotutto, come piace dire spesso allo stesso Jenson, non è finita finché non è finita.