Podio inaspettato per Grosjean, Raikkonen a punti
“L’ultima volta che sono partito in settima posizione sono finito sul podio, quindi speriamo possa succedere di nuovo domani!”. Forse era serio. Più probabilmente scherzava. Fatto sta che Romain Grosjean sul podio canadese c’è finito davvero. E se è per gentile concessione delle gomme di Ferrari e Red Bull poco importa, intanto dopo le non poche critiche per il botto alla Sainte Devote il francese può sollevare sorridente il suo secondo trofeo in carriera.
In casa Lotus optano per una strategia molto simile a quella di Vettel e praticamente uguale a quella di Alonso: unica sosta al 21° giro, e secondo stint lunghissimo con le PZero gialle. Alla fine sono ben 49 le tornate in cui Grosjean porta a spasso le sue mescole Soft lungo il Circuit Gilles Villeneuve. Scelta rischiosa considerando quanto era successo a Raikkonen in Cina o a Monaco, ma stavolta l’azzardo del muretto nero-oro paga e mentre i tempi di Alonso e Vettel si alzano inesorabili Romain resta costantemente sotto al muro dell’1:18, portando la sua E20 al traguardo subito dopo il vincitore Hamilton.
Anche se, forse, non è esatto chiamarlo azzardo, dato che la scelta dell’unica sosta era quella scaturita dalle analisi pre-gara: “Abbiamo deciso di fare una sola sosta e vedere come si sarebbero evolute le cose” commenta il francese. “Non sapevamo come si sarebbero comportate le Supersoft nel primo stint, soprattutto considerando che avevano fatto già due run in Q2 e Q3. Ma poi la macchina andava piuttosto bene e, quando abbiamo messo le Soft, non sapevo cosa stesse succedendo lì davanti. C’erano Nico Rosberg e Mark Webber, quindi combattevo con loro e spingevo molto, ma sapevo che dovevo fermarmi solo una volta, e quando finalmente ho visto Mark rientrare le mie gomme erano ancora abbastanza fresche”. Se una sola sosta era nei suoi piani, ritrovarsi davanti ad Alonso è stata invece una vera e propria sorpresa: “Non mi ero reso conto di essere terzo, poi ho visto Fernando che andava lento e ho capito che ero secondo. È stato pazzesco alla fine, perché temevo di scivolare in quarta o quinta posizione, ma il ritmo ha tenuto”.
L’essere gentili con le gomme si è rivelato un vero punto di forza nel GP canadese per la Lotus: se il podio è arrivato anche grazie alla dea bendata, nulla avrebbe potuto togliere a Grosjean il quarto posto, ottimo risultato considerando la posizione di partenza: “Il team ha fatto un lavoro fantastico nel darmi una macchina che sfrutta bene gli pneumatici, sapevamo che il caldo ci avrebbe favorito e fortunatamente è arrivato. Voglio ringraziare la squadra per il fantastico lavoro che abbiamo fatto in questo weekend. Questo podio significa che dopo sette gare siamo ancora qui, dimostra che stiamo lottando per le prime posizioni, ed otteniamo buoni risultati”.
Per Kimi Raikkonen stessa strategia, invertita: primo stint di 40 giri sulle Soft, per effettuare gli ultimi 30 sulle mescole più morbide. Partendo dodicesimo, il traffico ha influito sulla gara del finlandese, che è comunque riuscito ad entrare in zona punti chiudendo ottavo. Anche se per quanto lo riguarda, l’aver optato per una zona DRS più breve di quella del 2011 non è stata una buona idea: “La macchina si è comportata meglio che in qualifica. Sono rimasto bloccato dietro gli altri un paio di volte. La zona DRS non è molto lunga, e se anche chi è davanti a te usa il DRS le cose si fanno ancora più difficili“. Considerando il risultato del compagno di squadra, Raikkonen ha comunque di che rammaricarsi, soprattutto considerando il problema tecnico che gli ha complicato la vita sabato pomeriggio: “Potevamo fare qualcosa di più, ma non era giornata. Abbiamo comunque ottenuto dei punti ed è sempre una buona cosa, soprattutto in questa stagione. Le qualifiche ieri non sono state perfette, e sicuramente questo signifca che abbiamo del lavoro da fare. Se parti più avanti è facile finire in posizioni più avanzate. Sarà il nostro obiettivo nella prossima gara”.
E se Kimi guarda a Valencia, Grosjean butta l’occhio addirittura al 2013: “È fantastico finire secondo nella mia prima gara a Montréal. Magari finirò primo nella seconda!”. Romain sorride. È una battuta o magari non lo è. Intanto, la speranza oggi l’ha premiato.