Montreal: nuovi scarichi per la Ferrari
Ed ecco la nona configurazione diversa relativamente agli scarichi della F2012. Questa volta la Ferrari sceglie una strada più aggressiva rispetto alla soluzione utilizzata negli ultimi gran premi, tornando parzialmente all’idea iniziale ma sfruttando le linee della McLaren, più volte riprese anche da altre scuderie.
Abbandonata dopo poco la soluzione iniziale, piuttosto inedita rispetto alla concorrenza ma, evidentemente, non efficace quanto si aspettavano i tecnici di Maranello, la Ferrari aveva scelto la strada della semplicità, puntando su un retrotreno più rastremato e meno influenzato dalla posizione degli scarichi, che, viste anche le performance delle altre squadre, se posizionati nel punto sbagliato, provocano più rogne che benefici. Con questa soluzione la F2012 è migliorata moltissimo ed ha consentito ad Alonso di portarsi in testa al mondiale. Serviva però un ulteriore salto di qualità per far si che la Ferrari diventasse realmente la macchina da battere. Ecco quindi perché a Montreal la F2012 presenta un nuovo step evolutivo, sperando, ovviamente, che stavolta i tecnici abbiano “preso bene la mira”.
Le pance, come si evince nelle immagini che stanno circolando in rete da ieri pomeriggio (FOTO1, FOTO2), presentano una vistosa protuberanza nella parte terminale in stile McLaren, con un “pozzetto” che contiene i terminali di scarico, i quali sono quindi “annegati”completamente nella carrozzeria, protetta da materiale isolante nero. Sono presenti ulteriori sfoghi (si vedono bene nella foto1) in prossimità degli attacchi della sospensione, che permettono l’evacuazione dell’aria calda proveniente dal cofano motore sfruttandola aerodinamicamente con il diffusore.
Dalla foto 2 si nota anche la direzione che hanno i nuovi scarichi, che puntano esattamente tra la gomma posteriore ed il diffusore, dove sono presenti diverse appendici aerodinamiche che lavorano in simbiosi con l’estrattore e l’ala posteriore favorendo il grip del retrotreno.
La soluzione sfrutta quindi, proprio come nell’idea della McLaren, l’ormai noto effetto Coanda per trarre i benefici aerodinamici dei gas caldi provenienti dal motore e sfruttarli per generare carico aerodinamico in una zona cruciale. In particolare, i flussi “freddi” provenienti dall’avantreno vanno ad combinarsi con i gas caldi e, grazie al Coanda, interagiscono all’unisono con le superfici del retrotreno. Se il tutto è calcolato bene e funziona correttamente, ogni superficie aerodinamica genera il massimo carico possibile, con ovvi benefici relativamente al comportamento della vettura, soprattutto in trazione, visto che parliamo del retrotreno.
La Ferrari, comunque, ha portato in Canada anche la soluzione vista fino a Monaco, in modo da avere un “salvagente” sicuro nel caso il test dei nuovi scarichi si rivelasse fallimentare.
Foto: Ted Kravitz