Jacques Villeneuve: “Troppi bimbi viziati in F1”
Jacques Villeneuve, figlio dell’indimenticato Gilles nonchè campione del mondo nel 1997, ha attaccato duramente l’attuale categoria dei piloti di F1.
Non tanto i campioni come Schumacher, Alonso, Raikkonen ecc. quanto quella schiera di sbarbatelli che popola ormai da un bel po’ di anni le griglie di partenza.
Jacques non condivide la moda dei baby piloti, che secondo lui hanno poco a che fare con la Formula 1: “Pensano di giocare ai videogame”. Venti, trenta, anni fa le cose erano diverse.
“Tempo fa c’era la concezione del pericolo, del rischio, e allora c’era responsabilità, rispetto tra i piloti”.
Concetto ribadito al The Guardian ma già espresso a Fiorano l’8 maggio nel trentennale di Gilles quando affermò: “Un duello come quello tra mio padre e Arnoux a Digione è stato possibile perchè c’era gran rispetto tra i due piloti. Oggi si butterebbero fuori subito”.
“I piloti di allora sudavano sette camicie per correre in F1, avevano buon senso, sapevano quello che facevano. Oggi vediamo ragazzini che si credono piloti a 12 anni, fanno tutta la carriera sulle spalle di papà, non sudano. E arrivano in F1 che sono ancora dei bambini e da tali si comportano”
Villeneuve chiude lanciando un allarme: “I driver di oggi hanno completamente dimenticato che esiste il rischio, che la F1 rimane uno sport pericoloso e duro, sembrano dormire. Poi se succederà qualcosa si accorgeranno che non era un videogioco e scoppierà un putiferio…”
E voi, siete d’accordo con Villeneuve junior? Personalmente ho sempre criticato la moda dei baby-piloti, la F1 dovrebbe essere un punto d’arrivo difficile da raggiungere. Over the top. Qualcosa di molto più serio di uno sponsor milionario e un campionato vinto (ma anche non vinto) in qualche formula minore e sperduta.
Ma per dovere di cronaca va anche osservato come nel mondo dello sport sia sempre più diffusa la “linea verde”. Dal calcio ai motori, quello sportivo è un universo spesso malsano e troppo veloce capace di farti sentire già vecchio a 25 anni. Sia che impugni una racchetta, sia che pedali, sia che vai a 300 all’ora.