Maldonado, dalle stelle alle stalle in un solo GP
E’ passato da eroe a cattivo in meno di due settimane. Dopo aver vinto il Gran Premio di Spagna, Maldonado si era proiettato in una visione diversa della F1, tanto da sentirsi in grado di ripetere il bis sulle stradine del Principato, grazie ad una FW34 competitiva. Peccato che tra le stradine di Monaco, Pastor abbia dato il peggio di sé stesso.
In Spagna aveva guidato bene, mostrando un ottimo controllo del mezzo ed una ritrovata competitività, tanto che il passo di Bruno Senna, a confronto, era stato da serie B. Pastor ci ha quasi illusi di aver raggiunto anche una certa maturità, ma gli episodi di Montecarlo hanno rimesso in dubbio tutto.
Il rapporto tra il venezuelano e il Principato è sempre stato difficile. Ce lo ha ricordato il quotidiano tedesco Bild che, poco prima della corsa, ha tirato fuori una vecchia storia che molti ignoravano: Maldonado ha rischiato una radiazione dalle corse di Montecarlo. L’episodio risale alla gara della World Series Renault del 2005 quando ignorò deliberatamente le bandiere gialle, prima di andare a colpire e ferire gravemente un commissario di pista. Un incidente che poteva trasformarsi in tragedia. Lo sfortunato commissario rimediò la rottura di due vertebre e gli organizzatori erano pronti a sbatterlo fuori dalle competizioni monegasche. Solamente l’intervento del ricco padre salvò la situazione: vennerò pagate tutte le spese mediche relative all’intervento chirurgico e la successiva riabilitazione dello steward.
Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Così, durante le libere del GP dello scorso weekend, Maldonado ci è ricascato. Inavvertitamente bloccato da Perez nel giro veloce, Pastor lo ha poi stretto una volta che il messicano gli ha lasciato strada, urtando la sua ruota anteriore sinistra.
Sembrava solamente un errore di giudizio, ma rivedendo l’azione si intuisce che è una manovra dettata dal risentimento. E in questo senso, Maldonado è recidivo. Tornate indietro con la memoria: GP Belgio 2011, prove di qualifica. Stesso identico taglio di strada, ma ai danni di Hamilton. All’epoca, la penalità per il venezuelano fu di sole 5 posizioni perse in griglia. A Monaco si è ripetuto ed in più ha cercato di giustificarsi dicendo: “Stavo cercando di superarlo e ho perso la macchina. Forse avevo le gomme fredde perché era il primo giro con le option, forse ho dato troppo presto gas. Ho provato a recuperare, ma la macchina ha preso troppo grip e l’ho toccato”. Ma la storiella non ha convinto nessuno, tantomeno i commissari, che gli hanno inflitto una penalità di 10 posizioni. Letteralmente graziato, considerando che Mansell ha ammesso che si era pensato disqualificarlo per il GP. Che poi, manovra errata o meno, Pastor dove diavolo era con la testa quando ha affrontato la curva del Casinò, schiantandosi come un principiante?
Un personaggio controverso, Pastor Maldonado, dentro e fuori la pista. Il suo stretto rapporto con Hugo Chavez gli ha garantito la sponsorizzazione della compagnia petrolifera di bandiera, ma ha contestualmente attirato l’antipatia di molti che reclamano i soldi pubblici utilizzati nella sponsorizzazione del pilota che, in larga parte, gli consentono di correre in F1.
Non è un caso che il Congresso di Caracas ha richiesto alla Williams, ala fine dello scorso anno, i dettagli della sponsorizzazione con PDVSA. La situazione resta avvolta in un alone di mistero: la spesa dovrebbe essere approvata dal Congresso di Caracas ma – stando alle parole del deputato Carlos Ramos – questo non è mai avvenuto. Eppure il rapporto di sponsorizzazione tra la Williams e la PDVSA magicamente continua…
Neppure il tempo di godersi la prima vittoria in Formula 1 che per Maldonado è arrivato il momento di tornare con i piedi per terra. Il talento c’è e l’ha più volte dimostrato, anche nelle categorie minori, ma l’impulsività lo limita parecchio quando è sotto stress. I colpi di testa come quelli di Montecarlo, dovrebbe lasciarli fuori dal suo mondo, altrimenti è meglio che si sfoghi ai videogiochi, così nessuno rischia di farsi male.
Alla faccia delle dichiarazioni del dopo Barcellona, in cui aveva detto: “Ho messo la testa a posto”. Ecco, il prossimo passo sarà ricordarsi dove.