Tutti “carichi” per Monaco

Nessuno stravolgimento ma tanti piccoli dettagli. E’ questo il leit motiv “tecnico” delle free practice del classico giovedì monegasco. Inutile cambiare le linee della vettura per un circuito così fortemente atipico, dove conta molto di più la meccanica ed il pilota che l’aerodinamica in rettilineo ed in curva.

Ciò nonostante, più o meno tutte le squadre hanno portato qualche piccolo dettaglio per incrementare il carico e garantire la massima trazione alle vetture. La parola d’ordine per il circuito cittadino più famoso al mondo è, infatti, “carico”, elemento che a Montecarlo viene fortemente privilegiato rispetto alla drag force. Meglio perdere qualche km in velocità di punta quindi, pur di restare incollati con le gomme per terra.

Annunciati per il Canada gli ulteriori step evolutivi, la Ferrari F2012 si presenta a Monaco non senza piccoli aggiustamenti. Quelli più sostanziosi riguardano il retrotreno, che presenta un’ala completamente nuova, sia nel disegno del profilo superiore, che nelle feritoie presenti sulle paratie, che ora sono di nuovo quattro, più piccole e svergolate (FOTO). Questi elementi “scaricano” l’ala quando la pressione è massima (in rettilineo, dove di carico ne serve di meno). Nuovo anche il “monkey seat”, che presenta una superficie più estesa, più inclinata ed un piccolo soffiaggio (FOTO). Questo particolare, come già spiegato, aiuta i flussi che investono l’ala a restare “incollati” alla parte posteriore del flap, garantendo il massimo carico. La forma degli scarichi resta pressochè invariata, anche se cambia la collocazione degli sfoghi d’aria, posti in posizione più bassa. E’ evidente che la soluzione della Ferrari è modulare, cioè consente di utilizzare una combinazione diversa degli sfoghi a seconda delle esigenze. Per quanto riguarda l’ala anteriore, i ferraristi hanno testato sia l’ala utilizzata in Spagna, sia un nuovo tipo, caratterizzato dal disegno molto diverso dei profili (FOTO).

Anche a Monaco la Mclaren ha scelto di utilizzare il nuovo musetto, più alto e piatto rispetto a quello dei primi gp, che consente un maggior passaggio d’aria al di sotto della scocca (FOTO). Il telaio conserva, inoltre, le due appendici verticali posti sulle bocche di ingresso delle pance. Di generose dimensioni è il classico sfogo posto nella parte terminale del cofano motore, che praticamente ad ogni gp cambia forma e dimensioni (FOTO). Questo particolare, sfruttando il calore, lavora in simbiosi con il monkey seat aiutando l’ala posteriore a mantenere la vena fluida incollata al profilo.

Con alta probabilità la Mercedes non userà il diabolico Double DRS. Il sistema è utile sulle piste in cui serve velocità, quindi non a Monaco, dove serve carico. Sempre per quanto riguarda l’ala anteriore, Schumy e Rosberg dovrebbero utilizzare il muso più schiacciato con i piloni più distanti (FOTO), che consentono un maggior passaggio d’aria.

Si è lavorato moltissimo al box della Lotus sugli organi di sterzo, componente fondamentale sul tortuoso cittadino monegasco. Raikkonen ha lamentato subito uno scarso feeling con il volante della sua E20 ed ha preteso l’intera sostituzione del sistema (FOTO). L’ala anteriore è praticamente uguale a quella utilizzata in Spagna (FOTO), mentre quella posteriore presenta sul flap del drs una “V” in stile Ferrari.

Restano pressochè invariate le linee della Red Bull, che utilizzerà, per quanto riguarda gli scarichi, la soluzione vista già in Spagna con il tunnel e lo scivolo a sbalzo, un’interpretazione a metà tra McLaren e Sauber (FOTO).

Particolare è il compromesso tra velocità e carico scelto dalla Sauber, che presenta all’ala posteriore un flap del drs di dimensioni più grandi rispetto al solito, in modo da garantirsi il carico necessario senza rinunciare a qualche km di velocità di punta quando si aziona il drs (FOTO). Merita una nota l’ala anteriore della scuderia elvetica, la stessa usata anche in Spagna, particolarmente ricercata nelle forme e nei soffiaggi (FOTO).

 

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