Gp Spagna: le pagelle di Montmelò su 4 pit stop (!)
Pastor Maldonado 10 e lode Più che una sorpresa è una storia da raccontare. Quella di un pilota ventisettenne che da irruento scassamacchine, rompicambio e quant’altro, si scopre fenomeno nel fine settimana perfetto. Veloce lo è sempre stato, stavolta è anche concreto, maturo, deciso. Pastor è un fiume in piena che dalla prima fila (poi pole ndr) di sabato travolge pista e avversari. Rimedia alla partenza timida – ma corretta – con un ritmo incisivo e un giro sublime piazzato lì a metà gara. Un acuto che vale alla Williams la vittoria dopo quasi otto anni. E che fa sognare il Venezuela. Prima vittoria stagionale e in carriera. POLEDONADO
Fernando Alonso 9,5 Meglio come pilota che come bluffatore; nessuno gli crede quando alla vigilia dice che dalla Ferrari “aggiornata” si aspetta poco. E infatti con le nuove ali e i nuovi scarichi arriva la prima fila e una gara da assoluto protagonista dove corre con il solito spirito garibaldino e vincente. Parte a razzo, vuole dominare in casa. Ci riesce per metà gara poi deve arrendersi al passo e alla strategia impeccabile della Williams-Renault. Forse un po’ in ritardo l’ultima sosta, poi recupera a modo suo ma paga il degrado delle mescole proprio sul più bello. Ma niente rimpianti; Maldonado ne aveva comunque di più e il secondo posto vale a Nandokan il primato in classifica (con Vettel). LEONE
Kimi Raikkonen 9 Meglio in gara che in qualifica, dove con la velocissima Lotus si fa battere dal compagno di team e da Alonso. In partenza passa agevolmente terzo, insegue i primi con moderato distacco. Potrebbe però riacciuffare i fuggitivi sulla distanza, visto che come ritmo e consumo delle gomme la sua E20 non ha rivali. Ma in Lotus gli rovinano la gara, tenendolo fuori ad oltranza prima dell’ultima sosta. Un errore banale e gratuito. L’ultimo stint monta gomme dure nuove e dà spettacolo, quasi sorpassa Alonso sul traguardo. E’ in gran forma, la macchina c’è ma la squadra forse non è abituata a vincere. OSSO DURO
Romain Grosjean 8 Beccare 15″ dai primi con questa Lotus è quasi una colpa, eppure Romain il suo sporco lavoro lo sta facendo. A Barcellona parte male, si tocca con Senna, poi recupera. E’ un missile in prova, meno consistente di Kimi sulla distanza. Alla fine comunque passa alla cassa e riscuote dodici punti utilissimi alla squadra. Da qualche Gp dimostra importanti segnali di crescita, ormai è lontano parente del pilota impulsivo e pasticcione visto in passato. Deve migliorare nelle prime battute di gara, fa suo il Gpv. START TIMIDO
Kamui Kobayashi 8 Nella corsa che sa di “rivincita dei nerd” il nipponico della Sauber si toglie lo sfizio di tenersi dietro Red Bull, Mercedes e McLaren. Bissa il quinto posto di Monaco 2011 che è il suo miglior risultato in carriera. Merita appieno i dieci punti che lo fanno avvicinare in classifica al temibile collega di box Perez. Si lamenta della posizione in qualifica : “mi ha fatto perdere il podio” afferma. Be’ sul giro secco è lui a dover migliorare però.
Sebastian Vettel 7,5 La Red Bull a Barça sembra non pervenuta. Seb corre in posizioni di rincalzo, tutt’altra storia rispetto al ridondante dominio del 2011. Eppure in bagarre sta imparando a cacciare artigli e cattiveria. Ha capito che deve alzarsi le maniche e sgomitare ruota a ruota per vincere questo mondiale. Nonostante il drive thru’ che gli taglia le gambe riesce a racimolare un buon sesto posto. Sorpassando come una furia le due McLaren e Rosberg negli ultimi giri. GLADIATORE
Nico Rosberg 6,5 Un voto “normale” da condividere con una Mercedes modesta, tornata con i piedi per terra dopo la vittoria in Cina. Si parla di nuovo di problemi con le gomme e improvvisamente si rivede il Rosberg di sempre. Bravo, concreto, ma eterno piazzato. Niente di più. PECCATO
Lewis Hamilton 9 Stupisce in prova, con un giro pazzesco. Ha mezzo secondo nel piede rispetto a tutti gli altri. Semplicemente fenomenale. Purtroppo si qualifica sottopeso, in McLaren giocano a fare i “furbetti del quartierino” con il carico di carburante e vengono stanati. Luigino viene punito, sbattuto dietro le Hrt in griglia e la rimonta fino all’ottavo posto è una magra consolazione. Dalla pole position alla “polli position“, in McLaren hanno gettato alle ortiche una vittoria assicurata. Hamilton non ha colpe. PAZIENTE
Jenson Button 5 Out in Bahrein, sofferente in Spagna. Il mondiale sta assumendo contorni da calvario per il Mago Merlino delle strategie. In tre giorni non è capace di trovare l’assetto giusto. La sua Mp4-27 è una saponetta che scivola a destra e a manca senza aderenza. Si qualifica male, corre peggio. Due punti trovati per strada così, un po’ per caso. SILENZIOSA MEDIOCRITA’
Nico Hulkenberg 6,5 L’incredibile Hulk è un po’ la delusione di inizio stagione, se confrontiamo le sue performance con quelle di Paul di Resta. Eppure a Montmelò è autore di una buona gara da formichina. Si costruisce la bandiera a scacchi in top ten restando lontano dai guai. Sfrutta bene la strategia e alla fine arriva un punticino che gli permette di respirare un po’. Ossigeno
Mark Webber 5 Scatta undicesimo in griglia e chiude undicesimo. Stavolta niente rimonte fino al quarto posto. La Red Bull non c’è e lui, a differenza di Vettel, non riesce a metterci niente di suo per risollevare la situazione. OPACO
Jean Eric Vergne e Daniel Ricciardo 5,5 Fanno esperienza, chiudendo in dodicesima e tredicesima posizione senza infamia e senza lode. La Str è malinconicamente nona in un mondiale molto livellato. Era questo che volevano a Faenza?
Felipe Massa 5 Disastroso in qualifica con Alonso quasi in pole e lui sedicesimo allo start. Si lamenta del traffico ma è comunque distante 4/5 decimi di piede dal team mate. Però parte alla grande e sembra anche in discreta forma nei duelli ruota a ruota. A spezzargli i sogni di gloria (anzi di punti) ci pensa una penalità inflittagli per aver ignorato le bandiere gialle. Da lì si limita a portare la macchina al traguardo. SFORTU…LENTO
Michael Schumacher 4 In top ten in qualifica, parte ottavo e corre nei punti, finchè non impazzisce spegnendo il cervello. Prende una scia pazzesca alla Williams di Senna, prova a passare all’esterno, vede che non ce la fa perchè Bruno chiude e si fionda all’interno. Senza calcolare spazi, tempi, misure, probabili manovre. Insomma senza mettere in atto il manuale del buon pilota di F1. Ed è il patatrac. Centra in pieno Senna nel retrotreno, distrugge la gara sua e del brasiliano. Fa la figura del principiante negato, o peggio dà la sensazione che i riflessi non siano più quello di una volta. TRISTEMENTE INGIUSTIFICABILE
Bruno Senna 5,5 Fuori dal Q2 con Maldonado in prima fila, e tutto a causa di un fuori pista col botto durante il giro migliore. Dimostra di tentennare ancora tanto sotto pressione. Eppure in gara, grazie alla competitività della Williams, può dire la sua. Parte bene, si difende, attacca. Fino al mesto ritiro per follia altrui. BIRILLO
Sergio Perez 6 politico Non era giornata. Qualifica monstre (sesto) ma gara da dimenticare. In partenza Grosjean gli buca la posteriore sinistra e Checo è bravo a mantenere in pista la macchina impazzita. Dal fondo non riesce però a recuperare posizioni in modo rilevante e alla fine deve anche ritirarsi per un guasto alla trasmissione.
Heikki Kovalainen 6 Sedicesimo, primo degli altri ecc…Il più classico dei dejà vu, ma la Catheram non ha per niente mantenuto le aspettative. E Angry Kova sentenzia: “Di più non possiamo proprio fare” ANDIAMO BENE
Marussia e Hrt 4 Ma c’erano? Forse l’unica “nota” da segnalare è Charles Pic (6) che in qualifica si è tenuto dietro il più esperto Timo Glock. Ma parliamo del nulla più assoluto; è una situazione su cui bisognerebbe riflettere, sia chiaro.
Gp Spagna 8 Gara vivissima e giocata sul filo dei decimi tra le prime di giornata. Che un po’ a sorpresa sono state Ferrari e Williams. La “prima” di Maldonado è una favola che merita di essere narrata. La rincorsa mondiale di Alonso è vera e meritata. Raikkonen dopo due anni va più forte che mai, ma soprattutto è un mondiale dove sono tutti vicini, per la gioia degli spettatori.
Cinque vincitori in cinque Gp 10 Non capitava dal 1983 (alla fine vinse il titolo Nelson Piquet su Brabham-Bmw) che ben cinque piloti diversi vincessero le prime gare di un mondiale. Sono anche cinque scuderie diverse, tra le quali torna la gloriosa Williams. MONDIALE DA IMPAZZIRE
Frank Williams 10 Settant’anni e la voglia di non mollare la sua creatura. Otto anni di sofferenza, l’ultima squadra “garagista”, l’ultimo piccolo fabbricante di sogni. In una F1 da capitali e globalizzazione, la Williams (8 a questa macchina by Coughlan) torna al successo un mese dopo l’addio di Adam Parr (4), il suo uomo di “alta finanza”. Stavolta vince lo sport. Buon compleanno Sir Frank. Senza retorica, peccato davvero per l’ incendio guastafeste ai box.
I quattro pit stop di Alonso e Maldonado 3 “Kimi stai tranquillo, i due davanti si fermeranno ancora una volta, sono su 4 soste”. Questo team radio entra di diritto tra le comunicazioni più sballate, imprecise e meno pertinenti della storia della F1. Con venti giri alla fine e con le gomme dure che durano giusto ventuno, ventidue, giri solo un “ultrà” della Lotus poteva pensare che Williams e Ferrari si sarebbero ancora fermate a “pittare” (come dice Alonso Picasso ogni tanto). Ma l’errore più grave è stato impostare la tattica harakiri di Raikkonen su questa valutazione. Personalmente spero solo che a ideare il malefico piano (fallimentare) non sia stato il mio personale idolo. Ovvero l’ingegner Komatsu (8 a prescindere) quello dei biscottini nella lunga pausa di Montreal 2011…
I pit stop McLaren 2 A Montecarlo Hamilton e Button dovranno passare con la macchina in un cerchio infuocato guidando in retromarcia. Ormai le soste della Mecca sono un circo, stavolta Hamilton ha saltato su gomme e pistole, neanche fosse Mario Bros a caccia di stelline. E meno male che la “crew” era tutta nuova. COMICI