Alonso, uomo squadra: “Siamo un gruppo molto forte”

Diario di bordo di Capitan Alonso, un uomo solo al comando, in tutti i sensi.

Un pilota che dà le coordinate sia alla Ferrari che alla classifica iridata, con un carisma eccezionale unito a una straordinaria capacità di “fare gruppo” e serrare le fila soprattutto nei momenti di difficoltà.

Un trascinatore vero, un punto di riferimento che diventa necessario in un momento di crisi. E proprio in cinese, secondo molti, la parola crisi significa anche opportunità. Niente di più appropriato considerando che la Ferrari si trova ad affrontare il Gp di Shanghai:

“Non mi aspetto molte sorprese in questa gara rispetto a quanto si è visto in Australia e Malesia. E’ vero che sono passate quasi tre settimane ma non è che si possano stravolgere le vetture in così poco tempo: noi avremo qualche piccolo aggiornamento ma niente di particolarmente rilevante, anche perché immagino che anche le altre squadre porteranno qualcosa di nuovo.

Non cambierà quindi il nostro approccio a questo Gran Premio: per fare un buon risultato dovremo concentrarci su noi stessi, cercare di essere perfetti e sfruttare tutte le possibilità che potranno presentarsi durante il fine settimana. Non voglio star qui a dire che il nostro obiettivo è questo o quel piazzamento, sono discorsi che lasciano il tempo che trovano. Dovremo fare il massimo e portare a casa quanti più punti possibile: un po’ come le formiche che mettono via oggi quello che risulterà prezioso nel futuro”.

L’imperativo categorico è cogliere ogni possibilità che si presenti in pista. Dai capricci del meto alla safety car. La ricetta per riuscirci è l’efficienza del team nelle scelte strategiche e nei cambi gomme.

Insomma quel lavoro di squadra che tanto piace a Fernando. E lui, da vero leader, sa tessere le lodi dei suoi uomini e motivarli come pochi altri:

“Arrivare qui in Cina come leader del Mondiale non me lo sarei mai aspettato, almeno dopo quello che avevamo visto nei test invernali. Significa che abbiamo fatto un buon lavoro, riuscendo a tirare fuori il massimo dal potenziale a disposizione e sfruttando nella maniera migliore tutte le opportunità. Da quando sono arrivato a Maranello all’inizio del 2010 ho visto che la squadra è cresciuta molto in tutte le aree di attività in pista, dalla strategia al lavoro nei box e ai pit-stop. So di poter contare su un gruppo molto forte, il che è molto importante, e su una grande unità d’intenti”.

Alonso non è un santo, è probabile che qualche pugno sul tavolo dopo i test invernali l’avrà sbattuto anche lui. Basti ricordare le dichiarazioni, non proprio istituzionali, rilasciate al Camp Nou all’indomani dei test di Barcellona (e in pieno “silenzio stampa”).

Ma un campione come lui sa troppo bene che per invertire la rotta bisogna remare tutti nella stessa direzione. A campionato iniziato i panni sporchi si lavano in famiglia e nel rapporto con l’esterno Fernando è il primo sostenitore della sacrosanta filosofia del “Si vince insieme, si perde insieme”.

La Ferrari non vuole vince grazie ad Alonso, la Ferrari vuole vincere con Alonso. In questa sfumatura c’è tutto il sogno Domenicali-Alonso-Santander di riformare quella sinergia uomo-macchina, praticamente perfetta, già ammirata da queste parti ai tempi  di Michael Schumacher. Non c’è che aspettare, d’altronde “omnia tempus habent”…

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