Basta “Filippiche”: la Ferrari protegge Massa
La Ferrari, ancora una volta, si stringe intorno a Felipe Massa. Lo ha fatto per primo Stefano Domenicali nel post gara di Melbourne: “Felipe ha chiesto di avere vicino il suo entourage. Dovete capirlo, sta attraversando un periodo difficile”.
Domenicali ragiona come un buon padre di famiglia, usa la carota e non il bastone. Dopotutto tra la Scuderia e il pilota brasiliano vige un solido rapporto d’affetto basato sui quasi dieci anni di collaborazione costellati di tante soddisfazioni.
Ma il “caso Massa” può costare davvero caro alla Ferrari, costretta ormai da tempo a correre con una sola macchina. E in un campionato così livellato questo è un handicap non da poco.
Il problema grave è che la fatidica luce in fondo al tunnel proprio non si vede. Il secondo pilota Ferrari continua a correre in una dimensione tutta sua, disperata e dispersiva.
Felipe appare lontano con la testa dal mondo circostante, lento e impreciso, incline a problemi che di tecnico hanno solo il nome, ma che sono di fatto veri e propri alibi.
Non a caso la Ferrari sta lavorando sodo per levare ogni dubbio al paulista sulla piena normalità della vettura: “Nei box di Sepang è già iniziato il lavoro di allestimento del telaio 294, destinato a sostituire il numero 293 e ad essere utilizzato dal pilota brasiliano nel secondo appuntamento della stagione, una scelta presa per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio relativo ad un rendimento anomalo della vettura durante il weekend dell’Albert Park”.
Insomma la macchina sarà pure non troppo performante ma non è certo guasta. Saremo ripetitivi ma torna alla mente il Gp di Montecarlo del 2001 quando Mika Hakkinen, agli sgoccioli di una carriera meravigliosa, si ritirò lamentando problemi al telaio e di guidabilità della sua McLaren. Smonata da capo a fondo e analizzata, quella monoposto fu giudicata perfetta dai tecnici di Woking…
La Rossa comunque dà ancora piena fiducia a Massa: “Felipe è sicuramente stato nel mirino della critica dopo la gara dell’Albert Park. Peraltro, il pilota brasiliano è abituato a questa situazione e si ricorda bene proprio del 2008, quando dopo due gare – Australia e Malesia – aveva uno zero nella casella dei punti conquistati e in tanti sui media ne chiedevano il licenziamento in tronco. Molti di loro poi dovettero ricredersi, visto che solo qualche circostanza particolare – dal pistone di Budapest al pit-stop di Singapore, tanto per citare quelle più eclatanti – gli negarono il titolo iridato. Felipe sa di poter contare su una squadra che farà di tutto, sia dal punto di vista tecnico che da quello operativo, per metterlo nella miglior condizione per poter esprimere il suo talento, anche a costo di un lavoro supplementare in queste poche ore che separano la gara dell’Australia da quella della Malesia”.
Il paragone con il pilota del 2008 regge fino ad un certo punto, in mezzo c’è quel maledetto sabato di fine luglio a Budapest. E il timore che in testa al ragazzo sia scattato qualcosa di negativo è giorno dopo giorno sempre più fondato.
Noi la nostra idea l’abbiamo, e c’è da dire che il nostro quattro è tra i voti più alti assegnati al brasiliano dopo questo fine settimana. Autorevoli giornali ci sono andati giù ben più pesanti.
Intanto il tam tam su internet è partito più feroce che mai. Media e tifosi chiedono a gran voce alla Ferrari di ingaggiare da subito uno tra Trulli, Perez o Sutil. Sono delle vere e proprie “Filippiche” ciceroniane quelle che si leggono contro Massa. La pazienza dell’ambiente sembra davvero finita.
Eppure Maranello, con il comunicato di cui sopra, ha risposto di volèe anticipando i malpensanti. Pieno appoggio della squadra al folletto brasiliano.
C’è da capire se davvero la Ferrari si aspetta delle risposte immediate dal brasiliano, o è solo una strategia per prendere tempo. Il rischio è che il Cavallino sia costretto a cambiare idea molto in fretta…