Alonso, passione Rossa: “Stringiamo i denti e vinciamo”
Mancano davvero poche ore all’inizio del nuovo mondiale. I piloti sono concentrati, ognuno ha i suoi obiettivi, dichiarati e non. C’è chi sogna di finire a punti, chi di salire sul podio e ci sono quelli sotto la luce dei riflettori.
Ovvero i pretendenti al mondiale tra i quali c’è Fernando Alonso con la Ferrari. Lui però preferisce glissare sull’argomento:
“So che i tifosi si aspettano sempre di sentirci dire che siamo in grado di raggiungere questo o quel risultato ma la verità è che non possiamo dire con certezza dove siamo: aspettiamo sabato pomeriggio alle sei, dopo le qualifiche, e ancora di più, la fine di questo primo ciclo di gare extraeuropee. Dobbiamo rimanere freddi e calmi e fare un passo dopo l’altro, a cominciare dalla gara di Melbourne, dove avremo una prima idea. Una volta capito dove siamo allora potremo darci degli obiettivi più definiti”.
La voglia di vincere però è tanta, l’ambizione di ritornare davanti a tutti non può mancare se guidi una macchina rossa in F1: “Quello che è certo è che con la voglia di vincere che caratterizza ognuno di noi in Ferrari e con la storia che abbiamo alle spalle sentiamo la responsabilità di fare bene: per noi, per i nostri tifosi e per i nostri partner e questo è il desiderio di tutti. Dobbiamo lavorare tutti insieme per raggiungere certi risultati”.
Per adesso però meglio navigare a vista, con l’imperativo categorico di difendersi strenuamente per limitare i danni, qualora la F2012 si dimostrasse davvero in “ritardo di preparazione”: “Sappiamo in che direzione dobbiamo sviluppare la monoposto, questo è importante. Certo, ci sarà da stringere i denti in queste prime gare ma prima dobbiamo vedere dove siamo esattamente come competitività e poi dare il massimo per portare a casa più punti possibile in questa fase iniziale del campionato“.
Il rammarico, grande, è quello di non aver potuto lavorare a tempo pieno sullo sviluppo della monoposto, a causa del famoso divieto ai test privati. Vero cruccio del Cavallino che da tempo porta avanti una battaglia per cambiare una regola di dubbia utilità e francamente poco intelligente:
“L’ho detto diverse volte in passato: il nostro è l’unico sport dove è vietato allenarsi. Mica si chiede a Nadal di provare una nuova racchetta solo per sei giorni o a un calciatore di allenarsi sei volte prima della Coppa del Mondo…”.
Polemiche a parte, Matador è carico come una molla in vista di Melbourne: “L’Australia mi piace, c’è un clima di serenità e leggerezza che da altre parti del mondo non c’è. E poi mi manca l’emozione della qualifica, l’eccitazione di essere sulla griglia di partenza in attesa dello spegnimento dei semafori, l’adrenalina di tuffarsi nella prima curva, insomma tutto quello che rende la Formula 1 uno sport eccezionale”.
Non lo dice ma in cuor suo gli manca anche il gradino più alto del podio, afferrato soltanto una volta nel 2011 e sfiorato in altre occasioni. Non è impresa facile, non subito almeno, ma un “animale” da gara come lui è capace di matare anche i Tori più scatenati.
Perchè stringere i denti è sinonimo di sofferenza, ma anche di quel tremendismo che fa sempre più parte del Dna di questa Ferrari. Ovvero lottare con grinta, cuore, “sudare la maglia” per difendere dei colori leggendari. Insegue, si sbraccia, a volte arranca, ma la Ferrari è sempre lì pronta ad emozionare platee di tifosi innamorati.