Mercedes W03: analisi tecnica
La Mercedes ha fatto ufficialmente cadere i veli dalla W03. La monoposto, figlia del trio Brawn – Costa – Willis, ad una prima occhiata sembra una evoluzione del modello 2011.
Anche la W03 adotta il famigerato scalino sfruttando al massimo l’altezza del telaio consentita dal regolamento al fine di incanalare quanta più aria possibile nel sottoscocca. Le classiche “corna” del telaio si uniscono ad un musetto estremamente sottile.
Particolare il disegno dei piloni di sostegno dell’ala. Gli ingegneri Mercedes hanno deciso di seguire la strada introdotta lo scorso anno dalla Ferrari, adottando dei piloni di dimensioni generose con un disegno svergolato verso l’interno nella parte finale.
Proprio l’anteriore sembra essere la parte ove è stato concentrato il maggiore impegno da parte dei tecnici tedeschi. L’ala ha infatti un disegno inedito con dei soffiaggi tra i vari flap tali da garantire il funzionamento del cosiddetto amplifier. I rumors parlano infatti di un sistema brevettato dalla Mercedes, che consentirebbe di indirizzare l’aria in ingresso dal buco sul muso verso una determinata parte dell’ala anteriore quando la monoposto si trova in curva. Ciò avverrebbe attraverso una valvola che, in base all’angolo di sterzata, indirizzerebbe il flusso verso la parte destra o sinistra del profilo anteriore in modo da consentire una migliore impronta a terra delle gomme. Sembrerebbe così risolto il mistero del presunto F-Duct anteriore, apparso verso il finale di stagione sulla W02, e di cui adesso si capisce il reale funzionamento.
Proseguendo nell’analisi, la nuova freccia d’argento adotta una presa d’aria dinamica triangolare abbinata a due orecchie laterali designate al raffreddamento del Kers e del radiatore del cambio. Un notevole lavoro di affinamento è stato riservato alle pance laterali, adesso decisamente svasate nella parte inferiore, ma dotate di una bocca d’ingresso notevolmente maggiore rispetto a quanto visto sulle monoposto concorrenti.
Gli scarichi al momento sono posizionati in una zona molto avanzata, quasi come sulla Catheram, e sono abbinati a delle feritoie utilizzate per lo sfogo dell’aria calda. Non sarà probabilmente la collocazione definitiva dei terminali, ma è curioso osservare come i braccetti delle sospensioni, così come sulla Red Bull RB8, sono rivestiti di un materiale isolante e quindi verranno utilizzati come appendici aerodinamiche per indirizzare i flussi caldi verso l’ala posteriore.
Il passo della monoposto è stato incrementato rispetto alla versione 2011. Questo era infatti il tallone d’achille della W02 che degradava rapidamente gli pneumatici.
Le sospensioni adottano un classico push rod anteriore e pull rod al posteriore, e relativamente al cinematismo posteriore c’è parecchia curiosità di scoprire se è stato mantenuto il sistemo di controllo idraulico del rollio già adottato nella scorsa stagione.
La W03 è pertanto una monoposto da tenere d’occhio più che per le soluzioni visibili, per quelle nascoste sottopelle. Vedremo, già dai primi test di questi giorni, se la freccia d’argento consentirà a Schumacher e Rosberg di cogliere la prima vittoria per la casa di Stoccarda.