GP spagnoli: è duello fra Barcellona e Valencia
Come la storia ci ricorda, la Spagna, al pari dell’Italia, nacque dall’unificazione di numerosi regni e principati da sempre rivali. Come da noi i Savoia, nella penisola iberica l’iniziativa fu di una fra le più potenti casate: gli Aragona. Riuniti molti territori iberici sotto la loro Corona, le lotte intestine tuttavia non si placarono mai. La rivalità continuò, e continua ancora. Da una parte ci sono, tutt’oggi, le rivendicazioni separatiste di regioni come i Paesi Baschi e la Catalogna, dall’altra rivalità campanilistiche, come quella fra Valencia e la stessa Barcellona. Oggi però la sfida non si gioca più sul fronte militare o su quello delle rotte commerciali del mare, ma su altri fronti. Uno di questi è quello della Formula 1.
Dal 2008 infatti la Catalogna e la Comunità Valenciana organizzano il proprio Gran Prix. Il primo, quello “di Spagna”, ormai storico, del Circuit de Catalunya, in calendario da 20 anni; il secondo, più patinato, che si corre nel cittadino di Valencia (nella foto), dal 2008: il “GP d’Europa”. Ora però i tempi delle vacche grasse sono finiti per tutti, anche per loro. Organizzare e far fruttare una gara di F1 è molto più difficile che in passato. Due gare geograficamente così vicine si danno, ovviamente, fastidio a vicenda. I numeri calano per entrambi, il pubblico diminuisce insieme ai guadagni. Ecco che il patron della Formula 1, qualche giorno fa, aveva ipotizzato un alternarsi delle gue gare, come abbiamo riportato in fondo a questo articolo.
Ecclestone insomma teme che i promoter delle due gare iberiche potrebbero non garantirgli più il gettito finaziario pattuito e finora riconosciuto. E in effetti il vecchio Bernie ha ragione. Tant’è vero che sia Alberto Fabra, presidente della Comunità Valenciana, sia l’organizzatore del GP di Barcellona, Salvador Servia hanno già annunciato che vorrebbero rivedere il proprio contratto con la FOM per il prossimo futuro. Leggasi: vista la crisi mondiale e il calo di spettatori vogliamo pagare di meno per ospitare un Gran Premio di Formula 1, ma vogliamo comunque mantenere entrambe le gare. Ma da quell’orecchio Ecclestone non ci sente e, piuttosto, alternerebbe i dei due GP spagnoli, o eventualmente Valencia con il rientrante Gran Prix di Francia. Per quest’ultimo Ecclestone aveva però anche pensato ad una rotazione col GP del Belgio. Insomma una specie di gioco delle tre carte, dove c’è sempre e comunque uno o due Gran Premi di troppo. Un gioco che, alla fine, serve solo ad alzare la posta.
Da una parte gli organizzatori vogliono pagare meno ma mantenere le gare, dall’altra la FOM vuole prendere gli stessi soldi e sacrificare qualche gara europea per far posto ad altri promoters in giro per il mondo, vedi Messico. Ma tornando alla soap opera tutta spagnola, non c’è ancora nulla di ufficiale. Intanto le due gare di Barcellona e Valencia sono, ovviamente, in calendario per il 2012. La partita si gioca dal 2013 in poi. Anche se entrambi hanno un contratto valevole fino al 2016. Ed è qui il problema: sia Valencia che Barcellona dicono di non poter mantenere le stesse condizioni finanziarie fino al 2016 e ammettono di voler rinegoziare il contratto. In ogni caso un semplice scioglimento, unilaterale, non è possibile. Nè da parte degli organizzatori, nè da parte di Ecclestone. Ci sarebbero pesanti penali per tutti.
In ogni caso sia Fabra che Servia non vogliono dare alcun peso agli ultimi rumors alimentati dallo stesso Ecclestone circa un alternarsi dei loro GP. D’altronde entrambi hanno un contratto fino al 2016, che prevede quindi uno svolgimento contemporaneo delle due gare spagnole, ed entrambi se li vogliono tenere stretti, ma pagando meno… in soldoni. L’unica differenza fra i due è che mentre Valencia è certa di voler rinegoziare il contratto, a causa della crisi e dei tanti grandi eventi che la città già ospita, Barcellona (che vuole rimanere in F1 per almeno altri 20 anni) ritiene che se gli spalti del Circuit de Catalunya tornassero ad essere pieni non ci sarebbe alcun problema, ma in caso contrario bisogna trovare una soluzione per far fronte ai minori incassi e quindi pagare meno la FOM.