Il futuro della Marussia nelle mani di Symonds
Il futuro della Marussia è affidato a Pat Symonds. Non uno qualunque, ma un ingegnere di grande esperienza in F1 maturata con la struttura che – negli anni – ha corso nel Circus con i nomi di Toleman, Benetton e Renault. Una carriera macchiata dal Crashgate di quel GP di Singapore 2008, con una squalifica di cinque anni.
Ora Symonds tornerà in pista con la Marussia, dopo un periodo di consulenza esterna di qualche mese, per tentare di risollevare le sorti di questo team. Il loro rapporto è iniziato esattamente il 4 luglio 2011.
Quello stesso giorno, la Virgin ha annunciato una collaborazione tecnica con la McLaren e l’acquisto di Wirth Technologies Racing e delle sue strutture a Banbury. Insomma, dopo due anni quella che era una squadra “assemblata” è diventata una realtà compatta.
Nel 2011 la Virgin rimane come sponsor della squadra, ma la proprietà passa alla Marussia, casa automobilistica russa produttrice di auto sportive. Il cambiamento non coinvolge solo le strutture, ma anche le persone e Symonds ne è la testimonianza.
Perché l’avventura della Virgin Racing, monoposto interamente progettata al CFD senza l’ausilio di galleria del vento, è stata fallimentare. La vettura del 2011 è stata addirittura considerata peggiore di quella dell’anno precedente, e questa cosa la dice lunga. Symonds spiega: “Da luglio abbiamo davvero cambiato la nostra filosofia aerodinamica, ma non solo dal CFD alla galleria del vento, voglio intendere proprio l’intera filosifia di sviluppare l’aerodinamica”.
L’ingegnere inglese spiega che adesso bisognerà trovare la giusta via per risolvere i problemi finora avuti: “La macchina va effettivamente in galleria del vento nel mese di febbraio, ossia quando dovrebbe scendere in pista. Normalmente il nuovo modello va in galleria nel mese di giugno. Ma non dimenticate che abbiamo fatto un accordo con McLaren a luglio e ci vuole tanto tempo per costruire un modello di una F1. Avete mai visto uno di quelli in galleria del tempo? E’ difficile descrivere quanto siano complessi. Io credo che non sia questo il momento di essere innovativi. Quando sei lontano dalla cima, devi solo poter impostare il lavoro correttamente e guadagnare in ogni area dove prima deficitavi”.
Un lungo viaggio, specie per una piccola squadra dove lavorano poco più di 170 persone. Ma Symonds ha accettato la sfida, ammettendo: “E’ una squadra molto, molto piccola. Ma c’è un mix di esperienze molto buono e molto entusiasmo. E poi è fantastico, hai un foglio di carta bianco e puoi sbizzarrirti. Con le grandi squadre, è difficile uscire dagli schemi”.
Quando vedremo la nuova monoposto? Non prima dei test di Barcellona a fine febbraio, salvo imprevisti.