Se Fernando gioca a fare il Mourinho per la Rossa…
Madonna di Campiglio è una coltre di neve dal sapore ancora festivo che rimanda ad esibizioni motoristiche che più disimpegnate non si potrebbe.
Clima di gioco e lavoro di gruppo con la consueta gara di Kart, vinta da Valentino, e quella di macchine, quest’ultima vinta da Massa.
La settimana bianca è il luna park rigenerante di Ferrari e Ducati le due grandi scuderie sconfitte nel 2011, bisognose di respirare aria pulita per incamerare quante più energie positive in vista della stagione della verità.
Ma non è tutto oro quel che luccica. In casa Ferrari dietro ai sorrisi di circostanza e al consueto ottimismo di inizio anno l’aria è più tesa che mai. C’è un clima di ultimatum che investe tutti i protagonisti.
E se per il mondo intero l’uomo più rappresentativo della Rossa di oggi è Alonso ecco che la sua piccola guerra contro la stampa, scoppiata nei giorni scorsi, porta a qualche riflessione.
Non certo sulla opportunità o meno da parte dei tabloid o della stampa generalista di invadere la sacrosanta privacy dell’asturiano. Ma Nando alla “prima” del nuovo anno si è presentato con la faccia intossicata più che mai.
Freddo, distaccato, a tratti indisponente, ha spiazzato tutti con una dichiarazione non da lui: “Non sono obbligato a vincere e la macchina vera la vedremo forse dalla terza gara…”
Quando i tifosi e gli stessi uomini Ferrari si aspettavano ben altri toni battaglieri. Non delle promesse ma almeno gli occhi da tigre. Quelli che fa un orgoglioso Massa quando azzarda: “Posso battere Alonso”.
Matador il trascinatore per eccellenza smorza gli animi mentre il mentore Domenicali parla di auto rivoluzionaria. Vi sembra normale?
Tutto ciò un significato lo avrebbe se si trattasse di magistrale pretattica. Alonso sente addosso il peso di due nazioni che tifano per lui, la Spagna e in maggior parte l’Italia ferrarista. Sa che a trentun’anni ogni fallimento conta il doppio. Il 2012 deve essere il suo anno. Altro che privacy, lo sfogo era sincero ma dietro c’è dell’altro.
Il campione asturiano non vuole delusioni e non vuole darne. Si scaglia contro la stampa, mettendosi sotto i riflettori, per proteggere il lavoro dei suoi uomini. E’ uomo squadra fino a questo punto. Non a caso si parla della sua richiesta di rispetto per la vita privata più che delle difficoltà nei crash test della nuova monoposto.
E’ la strategia dei nervi tesi, della polemica ad artem. Da vero mago della comunicazione, Fernando sempre più il Josè Mourinho della Formula 1, sa districarsi bene in quel connubio pericoloso fatto di media e aspettative con la stessa abilità del tecnico del Real Madrid.
E questa Ferrari tutta nervi e tensione, con un Montezemolo arrembante, un Domenicali impegnato in una personale partita a scacchi col suo destino da team principal, e con questo Alonso così elettrico e polemico, ricorda vagamente l’Inter mourinhana di due anni fa.
Una squadra forte e sola contro tutti, che con Mourinho conquistò il triplete. La Ferrari è una squadra forte ed è sola contro tutti, dopo che ha sbattuto la porta in faccia alla farsesca Fota. Che con Alonso conquisterà il…