Pagelle finali: voti a tutti i protagonisti del 2011!
E’ stato il mondiale di Vettel, tutto nel segno della sua Kynkie Kyle. Lotta al vertice chiusa prima di iniziare eppure le gare sono state vive e spesso emozionanti. Ventotto eroi ci hanno deliziato e fatto arrabbiare nell’arco di diciannove gare. Proviamo a giudicare la stagione di ognuno di loro e delle dodici squadre protagoniste del Circus. Oltre ovviamente a qualche immancabile giudizio fuori dagli schemi. Grazie per la pazienza, buona lettura.
Red Bull 10 e lode
La dama veloce ma acerba del 2009 in due anni è maturata fino a diventare la principessa della F1. Migliorato il muretto, con un Chris Horner (7,5) cinico nello stabilire gerarchie nette tra i due piloti. La Rb7 è l’anelito di questa F1 basata tutta sulle diavoleria aerodinamiche. Diciotto pole, dodici vittorie, un campionato dominato in lungo e in largo. Saranno pure bibitari ma zitti zitti sono già a quattro titoli vinti di seguito.
Sebastian Vettel 10 e lode Eccolo qui, il giovanotto bicampione del mondo, l’assoluto protagonista della stagione appena passata. Il pilota che ha “rovinato” un mondiale altrimenti bellissimo, facendo capire sin dall’Australia che non ce n’era per nessuno. Parlano per lui numeri impressionanti entrati già di diritto nella storia delle corse. Record di pole in stagione, quindici, e ben undici vittorie. Come quelle di Schumi nel 2002, ma con qualche campione del mondo in più tra i piedi. Per classe e velocità una spanna sopra tutti. Fenomeno vero.
Mark Webber 6 Terzo nel mondiale e per questo sufficiente, con svariati podi e una vittoria (regalatagli dal compagno Vettel). Ma il rendimento è stato ben al di sotto della aspettative. Una bravo ragazzo Mark: sorridente, disponibile, magari non viziato come altri colleghi. Ma in pista quest’anno ha lasciato per strada decimi importanti. Passando dallo status di sfidante a quello di fedele scudiero. Lontano parente del pilota cattivo e agguerrito del 2010.
McLaren 8,5
La McLaren ha saputo stupire con l’avveneristica e affascinante Mp4-26. In crisi con le gomme fino al giro di boa, mai seriamente in lotta per l’iride, eppure la scuderia inglese ha lavorato sodo riuscendo a disputare una seconda parte di campionato di assoluto livello . Arrivando, grazie a sviluppi indovinati e puntuali, a sfidare la Red Bull quasi ad armi pari negli ultimi Gp. E in totale sono arrivate sei vittorie, un bottino niente male nel mondiale di Super Seb.
Jenson Button 10 Probabilmente per il trentenne biondino di Frome il 2011 è stata la stagione della defintiva consacrazione. Più dell’anno del mondiale con la Brawn. Tre vittorie perentorie di cui una capolavoro, quella del Canada. E’ proprio il “crescendo wagneriano” di Montreal l’immagine più rappresentativa della season di JB. In forma strepitosa, indiavolato nell’inseguire in gara Vettel, standogli più di una volta davanti e braccandolo in tante altre occasioni. Basti pensare al secondo posto in India, dove insieme a Seb ha fatto il vuoto. Stile di guida pulito ma una furia come velocità, si è meritato sul campo i gradi di caposquadra e si è “laureato” meritatamente vice campione contro l’imprendibile Red Bull. Insieme a Vettel e Alonso il pilota più in forma dell’anno.
Lewis Hamilton 6- Che è più o meno la media tra l’otto che merita per le tre vittorie e per tante altre grandi prestazioni e il tre e mezzo per tutti gli strafalcioni e le cavolate commesse nell’arco di una stagione travagliata. Hamilton il Due Facce della F1, oppure il cattivone Arles dei Cavalieri dello Zodiaco, per chi se lo ricorda. Un bipolarismo alla guida da mal di testa. Senza mezze misure. Primo in Germania e subito dopo ecco il testacoda magiaro. Gli incidenti da B movie delle corse con Massa e la fantastica pole in Corea. La vittoria di Abu Dhabi e lo speronamento di Button in Canada. A volte sembra incarnare l’eroismo della F1 (vedi Corea su Webber), altre sembra fuori dal mondo (Bob Marley sul casco per riconquistare la girl). Piede pesante ma testa leggera, un anno difficile.
Ferrari 5-
Bocciatura senza appello per la Ferrari targata 2011, lontana parente della gloriosa Scuderia di qualche anno fa. Terza forza del mondiale in pieno stile Bmw del 2008, tanto per rendere l’idea di quanto il bilancio sia negativo. Il dato più allarmante riguarda una squadra abituata a correre ai vertici che nel giro di tre anni ha perso totalmente l’abitudine a vincere. Solo un assolo in questa stagione, a Silverstone, senza concrete possibilità di ripetersi. La vittoria è diventata una chimera; sette primati in tre anni, se ti chiami Ferrari, sono una vergogna. Serve una gestione più spregiudicata e aggressiva, qualche concetto originale in sede di progettazione e soprattutto un secondo pilota vero. E’ tutto da rifare amata Rossa…
Fernando Alonso 10- L’unica nota positiva in casa Ferrari è l’asturiano dal piede pesante, che gli avversari li ha matati solo in Inghilterra, ma si è difeso egregiamente per tutta la stagione con una vettura sbilanciata e poco competitiva (5 alla 150°). Dieci podi complessivi sono un bottino che sa di impresa, merito di un’intensità di guida e di una concentrazione superiori alla media. Un vero campione che ci ha messo del suo per salvare baracca e burattini, peccato per qualche pausa riflessiva in Q3 sul finire di stagione e per l’incidente con Button in Canada: una grande occasione sprecata. Ma a Nando non si può rimproverare davvero nulla, la Ferrari dovrebbe dedicargli una statua.
Felipe Massa 4 Il compare di box tira fuori il possibile e l’inimmaginabile dalla vettura, lui sembra stare lì quasi per caso. La cosa che più stupisce, oltre al record negativo di zero podi in stagione (per non parlare dell’incredibile capacità di non riuscire a chiudere nemmeno quarto una gara), è come abbia fatto a guadagnarsi la riconferma per il 2012. Felipe deve forse ringraziare interessi commerciali superiori (leggasi Fiat in Sudamerica) o più probabilmente procuratori che contano ancora qualcosa in Ferrari (leggasi famiglia Todt). Fatto sta che vederlo guidare in modo così pasticcione, incostante e lento più che far cadere le braccia fa venire voglia di muoverle: per cambiare canale.
Mercedes 5,5
A suon di sesti e settimi posti in successione, la casa di Stoccarda col suo super team privato guidato dal guru dei tecnici Ross Brawn (5,5) conquista per il secondo anno consecutivo la medaglia di legno. Quarta e staccatissima, non è un fallimento ma poco ci manca. Mediocrità assoluta. Chissà se basterà cambiare il nome in Amg Mercedes.
Nico Rosberg 7,5 La W02 (5) è una vettura modesta che non permette a Nico di mettere in mostra le sue buone qualità nè di salire sul podio. Però è concreto e riesce a mettere insieme un discreto numero di punti. Il problema è che gli anni passano e a questa età i suoi colleghi lottano per podi e vittorie. Lui deve accontentarsi di piazzamenti a go go e di battere il compagno Schumacher per il secondo anno consecutivo in classifica finale.
Michael Schumacher 8 Nessun podio per lui e tredici punti di distacco dal team mate. Ottavo nel mondiale. Non sono grandi numeri eppure il 2011 è stato tutta un’altra storia rispetto al 2010. Michael ha fatto vedere qua e là sprazzi di talento puro. Facendo spesso vedere ai “pivelli” in giro cosa è ancora capace di fare. La rimonta furiosa in Canada, così come le sportellate con Hamilton a Monza. Importanti segnali di “freschezza” agonistica, ma gli serve una macchina vincente. Ha fatto divertire il pubblico.
Renault (Lotus) 5
Gli anglofrancesi chiudono quinti nel mondiale, ma senza imprese degne di rilievo. Eccetto i due podi iniziali, orfani di Kubica, è la gestione tutta del team che lascia a desiderare. Pochi e inefficaci gli sviluppi sulla vettura nel corso dell’anno, alquanto discutibile la politica piloti. Con Raikkonen la Lotus prova a dare la svolta, ma servirà una coesione tecnica che sinora è clamorosamente mancata.
Nick Heidfeld 6,5 Il migliore dei piloti Renault. Silurato a metà campionato nonostante un podio e svariati piazzamenti in zona punti. Esigenze di sponsor, non si spiega altrimenti la scelta di Eric Boullier (5).
Vitaly Petrov 5,5 Amnesie ed errori (anzi orrori) sono all’ordine del giorno per il pilota probabilmente più discontinuo e casinaro del Circus. Tra incidenti stile montagne russe di Gardaland e qualche punticino raccolto qua e là. Non demerita del tutto ma è troppo inaffidabile per essere credibile.
Bruno Senna 5+ Lalli-Senna prende il posto di Hedifeld e si presenta in grande spolvero nelle qualifiche del Belgio. Purtroppo rovina tutto al momento della partenza, nel primo Gp sua esperienza in Renault. Da lì due punti a Monza e niente più. Gli si può dare l’attenuante di guidare per un team in crisi di sviluppi ma un piazzamento a punti in otto gare è davvero troppo poco. Sguazza tra bagare poco convincenti a metà schieramento e bizzarre quanto infruttuose strategie.
Force India 7
La scuderia indiana di Vijay Mallya si è rivelata una gradita sorpresa. Dopo sei gare la squadra sembrava in crisi tecnica e di risultati, poi ha saputo riprendersi con forza chiudendo in sesta posizione iridata, un piazzamento di prestigio per un team privato che dal 2008 ha dimostrato di saper lavorare bene.
Adrian Sutil 8 Il ventottenne “pianista” tedesco chiude il mondiale in nona posizione, subito dietro agli alfieri Mercedes. Lui che con lo stesso motore in più di un’occasione li ha battuti. Pilota di valore, gran “passista” e poco incline all’errore. Potrebbe finire in Williams, meriterebbe una chance importante.
Paul di Resta 7,5 Positivo esordio nella massima formula per il venticinquenne scozzese che ha preso il posto di Liuzzi. Paul ha retto il confronto con l’esperto compagno Sutil rendendosi autore di prestazioni brillanti (Singapore su tutte) che gli sono valse la riconferma per l’anno prossimo.
Sauber 6,5
La svizzerina motorizzata Ferrari è stata protagonista di un buon mondiale, chiuso in volata al settimo posto. Coraggiosa la scelta di affidare la seconda auto a un pilota giovane come Perez. L’ennesima scomessa vinta di un volpone come Peter Sauber (7).
Kamui Kobayashi 7,5 Dodicesimo in graduatoria finale, meno spettacolare dell’anno scorso ma forse più maturo e concreto nell’approccio alle gare. Molti punti, e un fantastico quinto posto nel principato, nella prima metà del campionato. Poi cala per problemi di aerodinamica e di assetto che lo affliggono, ma negli ultimi due Gp dà il massimo riuscendo a raccogliere tre punti fondamentali ai fini della classifica finale.
Sergio Perez 7+ Classe ’90, Sergiolino è un ragazzino che guida come un veterano. Almeno per la capacità di gestire monoposto e gomme. Mai una sbavatura, sangue freddo e velocità. Un po’ irruento nel corpo a corpo in alcune occasioni, forse fin troppo sfrontato per la giovanissima età. Ma il bilancio è più che positivo e si è dimostrato coraggioso: il suo miglior risultato (settimo in Inghilterra) arriva dopo lo spaventoso botto di Montecarlo.
Pedro de la Rosa 6 Corre in Canada con la Sauber per sostituire l’infortunato Perez. Nel caos generale se la cava più che bene, chiudendo dodicesimo. Guiderà la HRT nel 2012.
Toro Rosso 6,5
Inizio di campionato in sordina per la piccola italiana di Faenza, brava a cambiare passo in corso d’opera e a lottare spesso per la zona punti. Entrando spesso in top ten partendi dal basso. Meglio in gara che in qualifica, con un settimo posto finale che sembrava a portata di mano e che forse è sfumato per il classico braccino del tennista. Comunque bene.
Jaime Alguersuari 8+ Il giovanissimo spagnolo è artefice di un mondiale di alto livello. E’ il pilota che ha portato più in alto la Toro Rosso dopo la strepitosa annata di Vettel. Settimo a Monza e settimo in Corea, più tanti altri risultati utili. Chiude a un solo punto da di Resta che guida una vettura più competitiva. Sembra definitivamente esploso. Prima era veloce a sprazzi, ora ha trovato la giusta continuità.
Sebastien Buemi 7 Perde il confronto con il compagno di squadra. Di ben undici punti, che per una squadra come la Str sono un’infinità. Eppure non demerita. Chiude a punti lo stesso numero di volte di Alguersuari, ma in posizioni peggiori. E nelle ultime gare ci si mette la sfortuna a tarpargli le ali quando si trovava agevolmente in top ten.
Williams 4
Una squadra gloriosa alla quale è rimasto solo il nome. A Grove non funziona più niente, e l’anno prossimo non ci sarà nemmeno Patrick Head (10 alla carriera) ai box. Monoposto fallimentare, con enormi problemi di aderenza. Non basta l’entusiasmo di Pastor Maldonado (5), una sola volta a punti in un campionato pieno zeppo di svarioni e inconvenienti tecnici. Non basta neanche la professionalita di uno stoico Rubens Barrichello (6,5). Quest’ultimo ci mette la faccia e si sbraccia finchè può. Lotta con il coltello tra i denti, basti ricordare la splendida rimonta di Abu Dhabi. Ma il veterano brasiliano rischia di rimanere a piedi. Sfumato Raikkonen, la Williams corteggia Sutil. Ma vista la crisi potrebbe anche ripiegare su un pilota con la valigia. D’altronde al peggio non c’è mai limite.
Team Lotus (Caterham) 5,5
L’equipe di Tony Fernandes “festeggia” il decimo posto nel mondiale e in qualche gara si è riuscita a tenersi dietro i team classici. Per loro è già un successo, ma al secondo anno ci si attendeva qualcosa in più. La verdona anglomalese si esalta tra le mani di Heikki Kovalainen (6,5) bravo in qualifica e in gara. Più sofferto il mondiale di Jarno Trulli (5,5). L’italiano non si è sentito mai a proprio agio con la vettura lamentando continui problemi a causa del servosterzo. Cede per una gara la macchina a Karun Chandok (5).
HRT 5
Meglio dell’anno scorso, dove ha recitato la parte della cenerentola del Circus. Quest’anno la scuderia spagnola è riuscita a sopravanzare in classifica la Virgin. Benino Vito Liuzzi (6-) dal quale forse ci si aspettava un pizzico di concretezza in più. Apprendistato per Daniel Ricciardo (6) che nelle ultime gare ha dimostrato buoni doti velocistiche andando a sostituire il pagante Narain Karthikeyan (5,5). Quest’ultimo ha corso anche la gara di casa, difendendosi dignitosamente in quell’occasione.
Virgin 4
La peggiore squadra del Circus. Errori e problemi tecnici a volontà corredati da prestazioni velocistiche di infimo livello. Non può niente l’esperto Timo Glock (5), beffato in classifica finale dall’esordinete Jerome D’Ambrosio (5). Il belga, impalpabile, con un quattordicesimo posto conquista il miglior risultato della squadra. Il che è tutto dire.
Pirelli 9 I puristi parleranno di wrestling, di spettacolo finto. Ma noi nella maggior parte dei Gp ci siamo divertiti da matti. Ed emozionarsi in un campionato dove a vincere è quasi sempre lo stesso pilota è difficile. Il merito va in gran parte al costruttore di pneumatici italiano. Capace di portare in pista gomme tanto prestazionali quanto volutamente “friabili”, in modo da far accrescere sorpassi e colpi di scena. Qualche volta si è rasentato il toto-gomme, vedi Turchia e Canada, mentre sul finire di stagione le gomme reggevano fin troppo. Per il prossimo anno già si parla di una soft molto più performante e di mescole in generale più morbide. Pirelli stupirà ancora?
Il Gp più bello dell’anno. In nomination finale vanno Montecarlo e Montreal. Le emozioni di una lotta a tre serratissima ed emozionante contro la remuntada furiosa di Jenson in Canada in una gara degna per lunghezza ed emozioni dei poemi omerici. L’Oscar lo assegniamo al Gran Premio di Monaco. Troppo bello per essere vero. Tre vetture, tre campioni del mondo racchiusi in due secondi scarsi per ottanta giri tra muretti, incidenti, detriti e strategie sul filo di lana. Tanto per cambiare anche in quella gara l’ha spuntata Seb Vettel.
Stefano Domenicali 5+ Certamente non sono tutte sue le colpe della debacle della Rossa, ma è pur sempre lui che sceglie gli uomini, i tecnici, i piloti. Quelli che la squadra devono farla crescere e vincere. Aldo Costa (5 per aver sottovalutato i vantaggi degli scarichi bassi) è stato “esonerato” senza troppi complimenti. Si punta tutto su Nicolas Tombazis sotto la direzione tecnica di Pat Fry. Basterà per contrastare la corazzata di Newey?
Adrian Newey 8 Eccoci arrivati al progettista inglese, capace di mettere insieme gli ingranaggi della creatura perfetta. Snella nelle forme, performante, praticamente perfetta questa Rb7. Meriteterebbe il massimo dei voti Newey se non fosse per un’irresistibile e innata inclinazione a violare sensibilmente le regole. A dover andare per forza di cose oltre i limiti, inventando soluzioni tanto efficaci quanto discutibili sotto il punto di vista regolamentare. Quest’anno abbiamo visto ali flessibili, assetti da effetto suolo e quegli scarichi soffiati che fanno ancora litigare un po’ tutti. Un genio Newey, certo, talvolta un “genio del male”.
Drs (Drag Reduction System) 6,5 Il “sistema di riduzione della resistenza aerodinamica”, più notoriamente conosciuto come “ala mobile” è stato una delle novità più interessanti del campionato. Anche qui i puristi storceranno il naso, parlando di sorpassi finti. Sicuramente l’ala mobile ha agevolato le manovre d’attacco, forse fin troppo. Il Drs (abbinato al Kers) ha reso le gare piene zeppe di sorpassi, ma spesso telecomandati. Molto più belli i sorpassi “naturali” tra i quali vanno incorniciati di diritto quello di Webber ai danni di Alonso a Spa e quello di Vettel sempre ai danni del ferrarista a Monza.
Tv Ringraziamo la Rai (8) per l’impegno e la completezza di informazione. Tanti gli svarioni in telecronaca di Gianfranco Mazzoni (6), sempre preciso nell’aneddotistica. Puntuale nei commenti Ivan Capelli (6,5). I due sono coadiuvati dall’ing. Giancarlo Bruno (7,5) forse il più brillante della compagnia nelle osservazioni. Mediaset si becca un 7 tondo per lo spazio dedicato alla F1 nei servizi e nella rubrica “Grand Prix”. Non detengono i diritti ma ci mettono impegno e soprattutto inviati. Quello che non fa Sky (4), semplicemente non pervenuta. La tv satellitare di Murdoch ignora totalmente la massima disciplina automobilistica al mondo, non essendo questa compresa nella sua offerta. Un peccato vista la competenza e la professionalità della suddetta emittente. Una scelta commerciale quantomeno discutibile. Ma davvero il golf e il volley (per fare due esempi) contano in Italia più appassionati della Formula 1?