Il segreto per essere un grande team: la fame
Tutte le grandi squadre di Formula 1 che hanno aperto dei veri e propri cicli “rivoluzionari” come Lotus, McLaren e Ferrari presentano elementi chiave in comune. Tra questi possiamo citare i progetti innovativi, la presenza di grandi piloti uniti ad un team di tecnici che è in grado di lavorare in anticipo sugli altri e sulle regole stesse; ma non dobbiamo dimenticare qualcosa di ideale, etereo, che non ha una consistenza materiale, ma che si traduce in qualcosa che andrà ben oltre i numeri d’almanacco e le statistiche: la “fame“.
La fame da primo posto che viene covata in seguito ad anni di esperimenti e sofferenze nelle retrovie, essa diventa un’arma potentissima in base a una regola: più tempo si assaggia l’amaro fiele della sconfitta e più dolce sarà il sapore della vittoria. La Ferrari di Michael Schumacher ha segnato la storia di questo sport dopo 21 anni di delusioni, trascorsi in costante salita e rincorsa degli altri, fino alle beffe per pochi punti degli anni 1998 e 1999, in cui vinse la McLaren.Quest’ultima, prima di cominciare un periodo d’oro con la coppia Lauda – Prost per proseguire con le scintille Prost – Senna, proveniva da annate altalenanti, anche competitive, ma che terminavano con la sconfitta.
La Red Bull, anche se ha ancora tanto da fare in termini di numeri, vittorie ed esperienza, non ha niente di diverso dai team che hanno fatto la storia di questo sport ed è impressionante leggere nell’ultima intervista di Chris Horner una tale consapevolezza di come la costante fame di vittoria sia tra le chiavi per mantenere alto il livello del team, sopratutto in ottica futura: “Vogliamo finire l’anno al top, mettere Mark al secondo posto del campionato e vedergli vincere una gara sarebbe grandioso … nelle ultime tre gare andremmo all’attacco, sono come delle finali e dobbiamo farcela anche se le lotte per entrambi i titoli sono state vinte“. Il team principal della Red Bull non mostra arroganza e in tal proposito ricorda come nella Formula 1 ci sia “sempre da imparare, sia dalle vittorie che dalle sconfitte” ed aggiunge sui team avversari: “Ferrari, McLaren e Mercedes sono grandi team con un grande passato e metteremo in pratica gli insegnamenti di quest’anno e del 2010“. Più si vince e più si è saggi.
Come la Red Bull possa fare paura è facilmente intuibile, ma sembra inevitabile che i team storici riusciranno a trovare la loro “chiave” per superarla, partendo dall’usarla come parametro ed esempio, sopratutto nel cercare di essere sempre in anticipo in ordine di tempo per idee ed soluzioni. La “fame” tanto decantata in questo articolo verrà anche a Ferrari McLaren e perchè no, anche Mercedes, e sarà parecchia; d’altronde ci sono buone ragioni per avere fame se la Red Bull oltre alla torta dovesse prendersi anche le briciole.