Gp del Giappone: le pagelle di Suzuka
Jenson Button 10 e lode Gli manca soltanto la pole position che, ci scommettiamo, sarebbe arrivata se avesse guidato la Red Bull. Perchè il giro di sabato è perfetto. La McLaren nelle sue mani si anela, diventa l’anti Red Bull per eccellenza e sembra a tratti la macchina più forte in assoluto. Jenson si innervosisce in partenza, causa la prepotenza di Vettel, poi si riprende e martella giro dopo giro, tenendo un ritmo infernale per tutti. Per la prima volta in stagione nell’immaginario collettivo è il favorito della vigilia e tiene fede ai pronostici. Ormai è una splendida realtà. Terza vittoria stagionale, dodicesima in carriera. RINNOVO E CONSACRAZIONE
Fernando Alonso 9 L’unico errorino lo commette in qualifica, dove perde la chance di “scaldarsi” bene in vista dell’ultimo tentativo. Perde feedback e si piazza quinto. Ma la domenica è uno show. Nando si prende il podio dopo una decina di tornate e non lo molla più. Prima dell’ultima sosta guida come un forsennato per mettersi dietro il neo campione Vettel resistendogli poi con le gomme medie. Non solo; si mette in testa una pazza idea: quella di raggiungere Button e vincere. E per un soffio non ci riesce. La sua Suzuka è uno schiaffo morale a chi vorrebbe sminuire i suoi meriti: con un pilota così il mondiale è solo questione di tempo. DOMINANTE
Sebastian Vettel 8 Bicampione del mondo (il più giovane di sempre) nel giorno più facile. Gli bastava un punto. Onore a lui per aver dominato un mondiale in lungo e largo. Eppure l’iride conquistato al traguardo brilla più della sua gara. Seb passa sotto la bandiera a scacchi in terza posizione dopo un Gp in leggero affanno. In partenza compie una manovra cattiva, forse al limite, ai danni di Button. Poi soffre eccessivamente il degrado degli pneumatici che gli impedisce di lottare alla pari con un pilota dalla guida fine come Jenson. Ma anche contro la Ferrari di Alonso. Il voto si alza ripensando alla furia agonistica con cui strappa la pole position. Il record di Mansell dista solo due “pali”. BABY KAISER
Mark Webber 6 Sabato è autore di una scampagnata in qualifica mentre il suo compagno di squadra dà l’anima per conquistare la prima posizione in griglia. Domenica la cosa migliore, considerando i suoi standard, la fa allo start. Dove non perde posizioni. Si ritrova quarto grazie a una buona strategia, e merita la sufficienza perchè in una giornata difficile per la Red Bull riesce comunque a piazzarsi subito dietro a Vettel. ANONIMO
Lewis Hamilton 5,5 In qualifica manca l’ultimo tentativo anche per colpa della squadra (e del traffico). Appare insolitamente piagnone e nervoso. Al di là dell’ennesimo contatto gratuito e sgraziato controMassa (ma chiede subito scusa), a lasciare a desiderare è proprio la sua performance. E’ secondo alla prima curva ma chiude quinto e lontano dai primi. Il compagno vola mentre lui non riesce a gestire le mescole Pirelli. Aggressivo al volante anche quando non serve. Non bastasse ci si mette pure una mezza (misteriosa) foratura a danneggiarlo ma appare sempre più come un pilota in crisi. Attualmente, forse, non lo salverebbe nemmeno la bussola magica di Jack Sparrow. DISORIENTATO
Michael Schumacher 8 Okay la fortuna gli viene incontro con la safety car che gli permette di ammortizzare il tempo di una sosta. Cosa che lo catapulta a ballare improvvisamente con i grandi quando meno te l’aspetti. E fa piacere rivederlo in testa a un Gp dopo cinque lunghi anni. Riuscire a chiudere sesto tenendosi dietro una Ferrari in una gara così tirata è comunque un risultato notevole. Che arriva su una pista alla quale lo legano dolcissimi ricordi e nonostante un campione come lui potrebbe evitare di partecipare alla “farsa” di sabato. Rosberg adesso dista solo tre punti. SOLIDO
Felipe Massa 6,5 C’è qualcosa di poco chiaro e di enigmatico che avvolge la prestazione di questo Felipe by Suzuka. Mai così in forma dall’inizio del mondiale. Almeno in qualifica e nella prima metà di gara. Sembra la volta buona per cogliere un risultato importante, cioè arrivare quarto e tenersi dietro Webber e Hamilton. Invece ecco, a tradimento, il crollo con la mescola medium. Massa scompare sul più bello, proprio nel giorno in cui la Ferrari le sfruttava al meglio le gomme. Una grande illusione, con la beffa finale di dietro alla Mercedes di Schumi. Lui si lamenta un po’ della strategia. MISTERO
Sergio Perez 8 Da diciassettesimo a ottavo, la Sauber su cui puntare per il Gp del Giappone era la sua, non quella dell’idolo di casa Kobayashi. Sergio è autore di una prova maiuscola, non la prima in stagione. Sempre più in palla e dal temperamento sempre più freddo. L’ottima strategia fa il resto. Peccato per quelle prove un po’ così. OTTIMO
Vitaly Petrov 6,5 Combatte a centrogruppo con il coltello tra i denti. Le dà e le prende. Alla fine arriva nono, prendendo due punti iridati. Bottimo misero ma positivo se confrontato con la disastrosa gara del team mate.
Nico Rosberg 7 Parte ventitreesimo con gomme prime e dopo un’onesta, sebbene non entusiasmante, rimonta riesce a strappare un punto, chiudendo decimo. Perde un po’ di tempo a centrogruppo in qualche duello di troppo. Cosa che alla fine lo danneggia non poco nei confronti di Petrov e Perez. Sfortunato per l’incoveniente tecnico che lo blocca sabato.
Force India 5,5 Undicesimo Adrian Sutil (6), dodicesimo Paul di Resta (6). Entrambi al traguardo nella stessa posizione di partenza. Ma per gli “indiani” sono punti persi nei confronti di Renault e Sauber.
Kamui Kobayashi 5 L’anno scorso aveva incantato con molteplici sorpassi al tornantino Hairpin. Quest’anno illude gli spettatori con un’ottima qualifica (decimo, poi promosso in settima posizione) per poi deludere le aspettative. Si pianta al semaforo, secondo la migliore Webber-tradition, perde almeno cinque posizioni e da lì non è più capace di trovare il bandolo della matassa. Perde il confronto interno con Perez. NEMO PROFETA IN PATRIA
Bruno Senna 5 Sedicesimo al traguardo dopo essere scattato dalla nona posizione. Lui si lamenta per essere stato stretto in partenza proprio dal compagno Petrov. Ma sembra indifendibile per la gara opaca.
Rubens Barrichello 5 Tanti proclami alla viglia (“Kimi alla Williams non può fare un lavoro migliore del mio”) e subito un botto in prova. In qualifica fa meglio del compagno di squadra. Sempre con Pastor Maldonado (5,5) lotta per tutto il Gp. Alla fine però cede. E il sedile per il 2012 è un pizzico più lontano. Ammirevole la voglia di continuare, ma è stato un pilota di buon livello e avrebbe l’occasione di uscirsene a testa alta. I diciasettesimi posti non gli rendono onore.
Lotus Caterham 4,5 Al di là del diciottesimo posto di Heikki Kovalainen (6) e il diciannovesimo di Jarno Trulli (5,5) a lasciare perplessi sono le scelte tecniche in casa Fernandes. Il tracciato di Suzuka generava carichi talmente elevati sullo sterzo da non permettere a Jarno di usare la nuova servoguida. La domanda è: ma questo servosterzo è di cartapesta? No perchè in F1 esiste una parola che si chiama tecnologia…
STR non pervenuta Deludente Toro Rosso. Jaime Alguersuari (5) quindicesimo, a Sebastien Buemi (5) avvitano male la ruota anteriore destra mandandolo per i campi nelle curve S. Peccato perchè il trend delle ultime gare era stato ben altro.
Ferrari 8 Pazzesca e imprevedibile, gli va dato un merito. Quando sembra toccare il fondo sa rialzarsi repentinamente. E ti caccia un garone così: da applausi.
La McLaren del paracarro 10 Perchè ormai è assodato: quella di Hamilton va più piano. Gli integralisti hamiltoniani dovrebbero urlare al complotto. Oppure, con onestà, ammettere che l’anglocaraibico ha trovato nel connazionale un osso durissimo. E JB da chi scrive è stato sempre apprezzato. L’anno scorso s’era guadagnato, in questa rubrica, il soprannome di “Mago Merlino delle strategie”. Quest’anno è semplicemente Mago. Non per salire sul (para)carro dei vincitori eh…
La farsa del sabato 4 Come il numero dei piloti che ha giocato a non qualificarsi pur di risparmiare un set di option per la gara. Gomme che hanno fatto la fortuna di Bruno Senna per chi non se ne fosse accorto. La prossima volta i quattro alle spalle dei big le posizioni se le potrebbero giocare con una partita di poker in mondovisione. Sarebbe più spettacolare. INDEGNO
La safety car 4 La sensazione è quella di aver assistito alla neutralizzazione più inutile della storia, sbagliamo?
Gp del Giappone 8 Fa sempre piacere vedere una corsa così serrata e tirata su un circuito splendido come quello di Suzuka. Veloce, tecnico, selettivo. Non a caso un fenomeno come Schumacher si è inserito tra i primi. Un campione come Alonso ha portato in alto la 150° Italia e Button, in stato di grazia, ha stravinto. E Vettel? Va bè dai giornata così e così, ma si è laureato per la seconda volta campione del mondo…
I tre mattatori 10 Sono i tre moschettieri della Formula 1. C’è Button che è Aramis, gentile con gli pneumatici e dolce nella guida. C’è Alonso che è Athos, roccioso e nobile guerriero. Quello con la tecnica più affinata. E poi c’è Vettel che è D’Artagnan, l’imberbe sbarbatello con un talento immenso che diventerà il leader del gruppo per coraggio e tenacia. Non a caso sono i tre piloti primi in classifica. Non a caso sono gli stessi tre di Montecarlo (altra volata in pochi secondi) e di Monza. Sono i veri protagonisti degli attuali Gp e i tre migliori piloti del mondiale. BRAVI BRAVI BRAVI!