Aldo Costa: bordate alla Rossa (che fanno pensare)
Da Maranello a Stoccarda, con un bagaglio di tanti successi e qualche delusione di troppo. L’ultima delle quali si chiama 150° Italia ed è costata cara. Aldo Costa dal primo dicembre inizierà la sua nuova avventura in Mercedes Gp come responsabile della progettazione.
Silurato, licenziato o, per usare un termine calcistico, esonerato dalla Ferrari a maggio dopo la figuraccia in Catalogna, con Alonso doppiato e deluso.
La colpa? Quella di aver costruito una vettura lenta seguendo principi sbagliati. L’errore più grave quello di non aver lavorato sugli scarichi soffiati e sulle sospensioni pull-rod. Almeno così secondo l’hearsay, il sentito dire.
Ma che Aldo Costa (undici anni in Ferrari) sia un bravo tecnico è fuori di ogni dubbio. Anni come vice di Byrne e Brawn, poi due, ottime, macchine: la F2007 e la F2008. Schumi e Brawn conservano un ottimo ricordo dell’italiano e l’hanno voluto fortemente in Mercedes per un rilancio del team in grande stile.
L’occasione diventa quella buona per togliersi i famigerati sassolini dalla scarpe. E’ un Costa al veleno, o quantomeno amaro, quello che leggiamo nell’intervista rilasciata al noto giornalista Leo Turrini sul suo blog.
“Ferrari? Io guardo avanti, non indietro. Però…mi hanno esonerato e subito hanno detto che l’auto, in estate, andava meglio perché non c’ero più io, quando stavano utilizzando le modifiche da me progettate! Ora usano cose pensate da altri e i risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
“Alonso ha voluto la mia testa? No comment, adesso lavoro per Schumi. Con la Mercedes puntiamo al mondiale. Non da subito ma ci arriveremo. Mi ha voluto fortemente Ross Brawn, che mi ha anche assicurato che Michael è lo stesso pilota di una volta. Noi tre abbiamo vinto tanto quando eravamo in Ferrari, ci conosciamo bene e abbiamo voglia di lavorare di nuovo insieme…”
Est modus in rebus avrebbe detto Orazio. C’è una misura in tutte le cose. Non è mai tutto bianco o tutto nero. Sono le sfumature, le imperfezioni, i particolari a delineare la storia e i suoi vincitori. E quindi la verità.
La vicenda Costa-Ferrari ha dei confini macchiati, torbidi. Ben lontani da un’oggettiva soluzione. Nessuno ci garantisce che la Mercedes volerà con Costa, ma nessuno ci garantisce che la Ferrari volerà senza Costa.
Autorizza più di una riflessione però sapere che gli sviluppi estivi erano made in Costa mentre quelli successivi no. E diciamo anche che una tale “rivelazione” può provocare più di un brivido lungo la schiena. Quo vadis Ferrari?