Red Bull, la gara al Ring è già acqua passata
Cosa ha rappresentato il GP di Germania per la Red Bull? Solamente un campanello d’allarme, secondo il suo team principal, Chris Horner. Una sorta di sveglia che avverte i campioni in carica che di questo passo, si perde la nomea degli imbattibili. I titoli no, quelli ormai per toglierli ci vorrebbe un miracolo, ed ormai è cosa nota.
La fredda Germania ha fatto vacillare il predominio dei Tori, riaprendo – se non il campionato – almeno l’interesse per chi guarda le corse in TV. La bella vittoria di Lewis Hamilton ha esaltato i tifosi McLaren, mentre i ferraristi rimpiangono una vittoria solo sfiorata, probabilmente per quei giri a gomme fredde dopo ogni sosta che hanno fatto la differenza, in negativo. Horner ha però insistito sul fatto che nonostante una prima, vera prestazione sottotono, la squadra di Milton Keynes rimane quella da battere, nonostante gli altri stiano chiudendo il gap.
Nelle ultime quattro corse abbiamo avuto quattro piloti diversi a vincere, ma il dato che preoccupa un minimo la Red Bull è che in gara non è riuscita a finalizzare il grande potenziale che continua a mostrare in qualifica. Il guaio delle monoposto di Newey è che nasconono già talmente spinte e quasi perfette, che diventa difficile migliorare di tanto durante la stagione, cosa che invece riescono a fare nei dintorni di Woking e Maranello.
“Penso che se si guarda a Valencia, la McLaren è scesa un po’ e la Ferrari è un po’ salita. Di sicuro, sono grandi squadre e stanno spingendo duramente” ha ammesso il team principal della Red Bull. “Siamo riusciti ad essere competitivi in piste differenti e abbiamo avuto la pole position ad ogni GP quest’anno. Sei delle dieci gare disputate le abbiamo vinto noi e siamo andati a podio ad ogni gara, non si può certo dire che è un disastro”.
E dopo averci ricordato i record quasi imbarazzanti di questa stagione, continua a parlare lasciandosi la Germania alle spalle: “Abbiamo avuto più freddo di quanto visto nei test invernali, la chiave delle prestazioni è la comprensione degli pneumatici. Da questo GP abbiamo imparato molto e ora guardiamo a quello di Ungheria, dove probabilmente avremo venti gradi in più”. Horner snocciola numeri e minimizza il problema, ammettendo che continueranno ad essere i numeri uno anche nelle prossime gare. Ma in realtà, pare che il primo ad aver preso coscienza dei propri limiti è colui che il numero uno lo indica sempre con quell’indice alzato quasi prepotentemente, Sebastian Vettel.
Il campione del mondo in carica si è congelato tra le colline dell’Eifel, arrancando nel traffico e sbagliando anche come uno qualunque, andando quasi a rovinare la sua gara dopo un mezzo testacoda. Costretto ad inseguire Alonso prima e Massa poi, non è mai stato in grado di impensierirli realmente. Quando parte in testa, invece… chi lo vede più! Il tedeschino non ha avuto la macchina perfetta e appena è stato sotto pressione, è caduto nell’errore. Il primo a dover migliorare, in questo senso, è proprio Sebastian: “Certo, non sono contento, ma penso che si debba accettare che gli altri siano più veloci di noi. Devo rifarmi la prossima volta”.
L’unico che ha tenuto alto l’onore dei Tori è stato Mark Webber. Da quattro gare non và oltre il terzo posto, ma per l’Ungheria l’obiettivo è migliorarsi: “Partire davanti sarà fondamentale, la pista è corta e molto tecnica, adatta alla nostra vettura. Sarà l’opportunità di ottenere dei punti pesanti. E’ sempre bello andare in vacanza con un buon risultato, vedremo cosa sarà possibile fare”.
E ora, tutti in Ungheria, dove un anno fa la Red Bull ha umiliato gli avversari. Ora la storia comincia a sembrare diversa, ma sarà interessante vedere come si evolverà la questione fin dalle qualifiche del sabato.