Il Bahrain contro i team. Alzayani: “Lunatici!”
Com’era il proverbio? “Il bue che dà del cornuto all’asino”. Ecco, questo è quello che si può pensare quando si leggono certe dichiarazioni che arrivano dritte dritte dal Regno del Bahrain.
Il presidente del comitato organizzatore del Gran Premio arabo, cancellato dal mondiale 2011 a causa della delicata situazione politica del Paese che ha portato a gravi scrontri, ha criticato il comportamento dei team, colpevoli a suo giudizio di aver preso in giro il Bahrain. Certe battute da “La Sai l’ultima?” possiamo aspettarcele da un comico, mica dal capo della baracca, pardon… reggia.
In una intervista rilasciata al London Evening Standard, Zayed Alzayani ha dichiarato: “I Team di Formula 1 mi hanno deluso, si sono comportati da temperamentali. Prima tutti dicevano che da noi si sentivano come a casa e poi improvvisamente hanno cambiato versione, sostenendo che non volevano più venire da noi. Certo, qualche scontro c’è stato, ma non si può essere così lunatici”. Toh, che biricchini questi team!
Fin troppo ridimensionata la visione degli scontri nel Paese da parte del Presidente del GP del Bahrain. Perché dalle poche e confuse immagini viste, non sembrava che ci fosse solamente “qualche” scontro, ma qualcosa di ben più serio. Non c’erano le condizioni minime di sicurezza per correre lì, nè sarebbe stato giusto nei confronti di un popolo in rivolta che richiamava l’attenzione per problemi ben più seri di una gara automobilistica.
Ma attenzione, perché il signore con il turbante non le manda certo a dire a nessuno, quindi rincara la dose mettendo in mezzo anche l’amico Ecclestone: “Bernie l’ho incontrato a Londra, mi ha detto che c’era resistenza da parte delle squadre, ma che se avessi voluto li avrebbe spinti a correre. E infatti ha anche tenuto le porte aperte per fare la gara il quattro dicembre. Non è mai successo che Bernie abbia perso dei soldi non avendo fatto disputare la corsa in Bahrain”.
Bingo, parolina magica. Soldi: ecco il fulcro di tutta la questione che sta trasformando sempre più la Formula 1 da sport a grande show costruito a tavolino. Infine, Alzayani regala una chicca da incorniciare. Non sapendo più cosa fare per attaccare i team, prende di mira la loro scelta di recarsi negli Stati Uniti del prossimo anno: “Perché la F1 andrà negli Stati Uniti? Lì hanno Guantanamo! Non è una violazione dei diritti umani quella? Anche Ecclestone mi disse a suo tempo che se i diritti umani fossero il criterio per scegliere le gare di F1, avremmo piste solo in Belgio e Svizzera”.
Ma perché attaccarsi agli Stati Uniti? A Guantanamo non ci stanno mica civili innocenti, ma criminali pericolosi. Perché non mettere da parte l’anti-americanismo e puntare il dito sulla situazione grave in Cina? Avrebbe avuto molto più senso! L’unica cosa giusta in tutta l’intervista l’ha detta quando ha citato Ecclestone: il circus si muove solo dove ci sono più soldi, alla faccia dei diritti umani, ma anche delle passioni e della storia. E se il Consiglio Mondiale della FIA non si fosse opposto ad andare a correre in Bahrain, l’evento si sarebbe svolto senza alcun problema, alla faccia di morti e feriti.
Ad Ecclestone e ad Alzayani, sarebbe il caso di ricordare che per quanto il denaro sia importante, con esso non si potranno mai comprare l’umanità e la dignità. L’unica “rivincita” magari se la prenderà qualcuno, in futuro, quando ironizzerà su di loro: “Com’è morto? Gli è scoppiato il portafogli”.