Uragano Vettel: per Ecclestone è il migliore
Sebastian Vettel è certamente il pilota del momento. Sette pole, sei vittorie e due secondi posti nelle prime otto gare del campionato sono numeri che fanno rabbrividire; definire un dominio il mondiale del ventiquattrenne tedesco diventa quasi riduttivo.
Il distacco sui diretti inseguitori, Button e Webber, ammonta a ben settantasette punti. Più di “tre possessi” di vantaggio, tanto per mutuare una espressione dalla pallacanestro. Se il terribile alfiere della Red Bull si prendesse una vacanza di tre gare, al ritorno in pista manterrebbe almeno due punti di vantaggio sugli altri.
Vedere Sebastian regolare i rivali e vincere gare in successione è diventata, ormai, normalità. Una straordinaria normalità potremmo definirla. Vettel gode di uno stato di forma eccezionale, fisicamente e mentalmente. La sintonia con la squadra è alle stelle e il pilota riesce a essere un tutt’uno con la sua Rb7, affettuosamente soprannominata Kinki Kylie.
Una monoposto che si fa voler bene e da cui difficilmente il campione del mondo si separerà. Squadra che vince non si cambia. Questo splendido periodo sembra aver consolidato ancora di più il rapporto tra il pilota e il team austriaco. Dagli ammiccamenti alle “grandi” del circus, Vettel è passato a un pragmatismo tanto razionale quanto deciso “La storia può aspettare…” questo il pensiero del pilota di Heppenheim.
Chiuse almeno per adesso le porte alla Ferrari. Il ciclo in Red Bull sembra appena cominciato: “Vincere le gare non è facile, vincere un Mondiale lo è ancora meno, a prescindere dalla squadra. Sono felicissimo alla Red Bull. Ovviamente Ferrari e Mercedes sono team leggendari, ma non sto pensando al mito in questo momento. Quello che conta di più, adesso, è guardarmi allo specchio e dire: ‘Sì, sono io e sono soddisfatto di quello che vedo”.
Quello che vede allo specchio è, probabilmente, il pilota attualmente più forte. Vettel non ha paura di confrontarsi a parità di macchina con gli altri mostri sacri della categoria: “Voglio essere il migliore e per esserlo devo battere tutti, che abbiano la mia stessa macchina oppure no. Non chiederei mai alla Red Bull di ingaggiare un pilota di mio gradimento, ma mi aspetto due cose da chiunque arrivi sull’altra monoposto: onestà e rispetto”. Nessuna paura di una forzata convivenza con Hamilton in futuro, tanto per intenderci.
Da molti, da troppi forse, Sebastian viene visto come un buon pilota che vince grazie alle potenzialità della macchina. Nel giudizio si sottovalutano, forse, alcuni importanti aspetti. Vettel, giovanissimo, ha fatto fuoco e fiamme su quella che era l’ex Minardi. Portandola a vincere un Gp leggendario. In Toro Rosso ringraziano ancora. Dal 2010 al 2011 è maturato in maniera impressionante, adesso corre con la testa libera e anche tecnicamente ha dimostrato di essere un fuoriclasse.
Brillante come pochi nell’adattare il suo stile di guida alle nuove gomme Pirelli, Seb coniuga una velocità innata a un senso della traiettoria e della pulizia di guida di Raikkoniana memoria. Dal suo on board si percepisce nitidamente la capacità di anticipare le linee rispetto agli altri. Merito di una sensibilità di frenata e di sterzo da numeri uno.
Non parliamo del migliore in assoluto probabilmente, ma siamo sui livelli di Alonso e Hamilton, i due piloti più amati della F1 degli ultimi anni per carattere e generosità, oltre ovviamente che per la classe. Tre campioni del mondo una spanna sopra gli altri, diversissimi per guida e per carattere. Tanto che è difficile fare paragoni. Ma con una cosa in comune. Tutti e tre sognano di ripercorrere le orme di Michael Schumacher.
A sentire Ecclestone, il boss della F1, quello attualmente più vicino al fenomeno di Kerpen è proprio Vettel: “La concorrenza che sta affrontando Sebastian è più forte rispetto a quella che aveva Michael e questo dà maggior valore alle sue vittorie. Non vedo perché non dovrebbe aprirsi un’era Red Bull come c’è stata un’era Ferrari con Schumacher. Vettel è il migliore in questo momento ed è per questo che sta dominando. Ogni weekend di gara comincia con una grande domanda, ovvero chi sarà in grado di battere Vettel? Lui ha una voglia di vincere enorme e ha tutto per riuscirci, mentre gli avversari probabilmente non hanno a disposizione il pacchetto su cui può contare Sebastian”.
Per Bernie anche come immagine Seb ha qualcosa in più dei rivali più accreditati, precisamente di Alonso: “Ci sono alcuni piloti che sono completamente succubi dei loro team e dei loro sponsor ma Sebastian è diverso, è ancora padrone di se stesso, anche perché la Red Bull e Mateschitz lo permettono. Ogni pilota di Formula Uno, specialmente il campione in carica, deve i suoi successi, i suoi soldi e la sua popolarità a questo sport ed è per questo che dovrebbe restituire qualcosa, mostrandosi aperto e accessibile. Ed è per questo che mi lamento di Alonso che, secondo il mio punto di vista, non rappresenta bene la Formula Uno”.
Ecclestone ha lanciato la sua provocazione: per il patron del Circus è Vettel il migliore. Una persona sorridente, umile, disponibile e allo stesso tempo un driver implacabile in pista. Il tedeschino piace a tutti e potrebbe rappresentare per la F1 quello che Valentino Rossi è stato per la MotoGp.
Cioè una ventata di freschezza e spontaneità unita a talento, ambizione e smodata voglia di primeggiare. Un simbolo assoluto, proprio come è stato Schumi. Un ruolo di portabandiera della categoria che, per diversi motivi, nè Alonso nè Hamilton fino ad oggi sono stati in grado di intepretare.