Adesso le mappature: è guerra Fia-Red Bull?
La notizia del giorno è che dal Gp d’Europa, in scena questo fine settimana a Valencia, alle squadre non sarà più permesso cambiare la mappatura del motore tra sabato e domenica.
La “mappa” del motore dovrà essere la stessa in qualifica e in gara. Niente più configurazioni estreme in qualifica poi cambiate prima della gara. Ovviamente le squadre saranno costrette a correre in prova col motore settato sugli standard della gara. Impossibile fare inversamente. La configurazione da qualifica consuma di più e metterebbe a rischio l’affidabilità sulla lunga distanza.
Questa decisione della Fia, comunicata alle squadre dal delegato tecnico Charlie Whiting, è solo apparentemente innocua. In realtà la norma va a colpire direttamente la Red Bull, regina delle pole in stagione. Il team austriaco finora ha utilizzato in qualifica una mappatura estrema, ideale per far funzionare al meglio il suo diffusore soffiato. Mappatura che viene drasticamente “addolcita” in gara per via del consumo carburante.
E’ la seconda decisione in poche settimane che sembra contrastare nettamente gli interessi dei bibitari. Come ben risaputo dal Gp di Silverstone saranno parzialmente vietati, o meglio nettamente limitati, quegli scarichi soffiati che fanno volare le lattine blu.
Helmut Marko, team manager Red Bull, già aveva espresso tutto il suo disappunto per questa scelta: “Non capiamo che senso ha cambiare le regole a metà stagione, si era deciso che certe soluzioni andassero bandite a fine anno, così si agevolano altre squadre come la Ferrari. Tutto ciò è alquanto sospetto”.
Adesso è arrivata anche la tegola delle “mappe” motore che potrebbe seriamente mettere a rischio, già da Valencia, il dominio incontrastato del team austriaco. Perchè, senza una configurazione estrema del motore che permetta agli scarichi di soffiare quanto più gas caldo sul diffusore, la magia Red Bull sul giro singolo rischia di svanire molto prima della sua scadenza naturale in Inghilterra.
Per onestà intellettuale va ammesso che la sensazione è quella di una Federazione che stia provando a limitare a tutti i costi la Red Bull, se non di penalizzarla. Con il pretesto, magari legittimo, che certe soluzioni siano contro il regolamento. Ma intervenendo con una tempistica da far paura, quasi persecutoria.
Bisognerebbe capire il perchè di questa guerra della Fia agli uomini in blu. Forse c’entra quella famosa accusa della Fota al team austriaco di spendere più del dovuto, violando i patti interni all’associazione dei team?
O tutto nasce da quel misterioso test di 400 km in Spagna di Neel Jani, scoperto casualmente per un messaggio su Twitter del pilota svizzero?
Fatto sta che oggi, il team leader delle classifiche iridate, sembra avere molti più nemici di quanti si possa immaginare…