La Ferrari c’è: Alonso vola nelle libere
Finalmente un guizzo, era ora. Per la prima volta in stagione la Ferrari chiude una giornata di lavoro con il miglior tempo in pista. Ci pensa Fernando Alonso a dare la giusta scossa a un ambiente che rischiava di piombare in depressione.
L’asturiano, con tanto di casco ad hoc, ha dominato la seconda sessione di prove libere sul circuito di Montecarlo staccando di un decimo la McLaren di Lewis Hamilton e di ben mezzo secondo Sebastian Vettel. Pilota carico come una molla.
Il salotto glamour della F1 ben si addice allo spagnolo che qui ha già trionfato due volte in carriera. Nel 2006 con la Renault e nel 2007 con la McLaren. L’anno scorso il grande errore nel terzo turno di libere, che compromise irrimediabilmente quella che poteva essere una grande gara. Quest’anno non ci stupiremmo se Alonso alzasse leggermente il piede a Massenet di sabato mattina.
La Scuderia di Maranello lancia un segnale forte nella sua settimana più difficile. E’ stata la settimana del doppiaggio subito a Barcellona e del brusco esonero del dittì Aldo Costa. L’improvvisa e ritrovata competitività mostrata nelle prove libere è una risposta importante.
L’ottima peformance dell’insolito giovedì monegasco è riconducibile principalmente a due fattori fondamentali: tracciato e pneumatici. Quello di Montecarlo è un circuito lento, ad alta configurazione aerodinamica e privo di curvoni in appoggio. Più dell’aerodinamica pura contano il bilanciamento e la meccanica: trazione, motore, sospensioni. Per questo la 150° Italia non soffre rispetto alle dirette concorrenti. Per quanto riguarda le gomme, fondamentale risulta la scelta di Pirelli di portare nel Principato le mescole soft e supersoft. La Rossa, si sa, patisce tremendamente la mescola hard.
In questo week-end ci sono tutti i presupposti per ben figurare, lo sa bene Fernando, visibilmente soddisfatto per il risultato delle prove. Lo spagnolo oltre al miglior tempo della sessione ha mostrato un passo gara di tutto rispetto. Con entrambe le mescole. Ferrari in grande forma però, a detta di Nando, la Red Bull ha giocato a nascondino. Doverosa e legittima prudenza.
Ecco quanto dichiarato da Alonso: “A Monaco è soprattutto una questione di feeling con la macchina: più un pilota ne ha, più può spingere, giro dopo giro. Sembriamo un po’ più competitivi che altrove e il motivo è molto semplice: qui l’aerodinamica conta meno e quindi soffriamo di meno. Su un tracciato con la velocità media più bassa certe magagne sono coperte da altri fattori, come la meccanica e il motore. Sono stato subito a mio agio in pista, sin dalla mattina, così ho potuto spingere sempre di più perché la vettura rispondeva bene e mi dava fiducia. Sono contento ma sappiamo che questo è soltanto il primo giorno e che le Red Bull magari si nascondono un po’ prima di venire fuori il sabato in qualifica. Sabato sarà una giornata molto più stressante perché qui il minimo errore si paga a caro prezzo. Noi dobbiamo cercare di rischiare qualcosa per cercare di recuperare il gap che ci separa dai migliori. Non credo che la situazione possa essere molto diversa rispetto a quello che avevamo visto in Spagna: dobbiamo migliorare ancora il bilanciamento della vettura. Per quanto riguarda le gomme, credo che la prestazione sia stata abbastanza simile a quella dei test invernali, pur con temperature molto più elevate: rispetto alle altre gare, non c’è una gran differenza fra le prime e le option, almeno a prima vista”.
Giornata positiva anche per Felipe Massa, sesto tempo complessivo per lui e ritmo gara più che discreto: “Sono abbastanza contento della macchina, anche se c’è ancora un po’ di sovrasterzo, soprattutto con le supersoft. Rispetto a Barcellona mi sembra di poter lottare di più: non è come in altre occasioni dove era chiaro che non riuscivamo a far lavorare gli pneumatici. In qualche occasione ero un po’ al limite, tanto che mi è capitato di sfiorare le barriere di protezione almeno tre volte. Ho fatto una lunga serie di giri con le option per cercare di trovarne il limite in termini di durata. I sorpassi saranno difficili, come sempre su questa pista: magari, grazie al KERS, sarà possibile superare una macchina in difficoltà con le gomme ma non sarà mai una cosa facile”.
Capitolo Pat Fry. L’area tecnica è stata divisa in tre aree. Ma in pratica il nuovo direttore tecnico è l’inglese scuola McLaren. Molto probabilmente firmerà lui il progetto 2012, che parte in queste settimane. Alcuni, autorevoli, ben informati parlano anche di una probabile collaborazione di Rory Byrne, l’indimenticato progettista degli anni di Schumi. Sono ipotesi, benchè auspicabili e suggestive. L’unica cosa certa, per ora, è che Fry in sede progettuale sarà più audace e spregiudicato del predecessore. Con la benedizione di Alonso che stima l’ingegnere anglosassone dai tempi di Woking.