Intervista ad Adrian Newey, l’uomo del momento!
E’ l’uomo del momento. O forse, sarebbe meglio dire che è l’uomo del ventennio, dato che Adrian Newey progetta monoposto vincenti da diversi anni ormai. Il geniale progettista inglese ha iniziato a farsi notare già all’epoca della Leyton House, dove ottenne il ruolo di Direttore Tecnico. Le sue innovazioni non diedero subito i risultati sperati e venne così licenziato: ad oggi, sembra quasi un’azione assurda.
Possiamo anche osare: Newey è al momento garanzia di vittoria. Ha portato al successo negli anni 90 la Williams fino al 1997, prima di passare in McLaren e iniziare a ripetersi. Alla fine del 1999, le sue auto avevano conquistato 6 dei 10 titoli costruttori con ben 67 vittorie in totale. Solo la Ferrari dei tempi d’oro, nei cinque anni successivi, lo ha relegato a sole 15 vittorie e zeru tituli.
Per Newey, il 2005 segnò l’anno del cambiamento. Annunciò un anno sabbatico e forse un ritiro dalla F1. Nonostante ciò, la Red Bull Racing riuscì a convincere il progettista che arrivò nel febbraio 2006. Sulla RB1, Newey non lavorò per niente e si concentrò direttamente sulla RB2, dove l’aerodinamica iniziò ad essere più ricercata. L’ingegnere inglese non gradì i motori Ferrari e così la Red Bull trovò un accordo con la Renault. I risultati, però, tardavano ad arrivare. Solo con lo stravolgimento tecnico del 2009, Newey ebbe modo di dare il meglio di sè. La RB5 gli regala parecchie soddisfazioni e da lì in avanti è stato un continuo miglioramento, tanto da arrivare ad oggi ad avere la vettura migliore sulla griglia.
Nonostante sia nato nella città di Shakespeare, Newey è considerato il Leonardo Da Vinci della Formula 1. Al momento, le sue soluzioni sono le più copiate e a lui la cosa piace a metà: “Da un lato – ammette – è lusinghiero, perché significa che siamo molto veloci. Però se consideriamo che con i grandi budget tutto si riesce a copiare velocemente, quello mi irrita un po’. La sfida rimane quella di stare davanti”.
Non si concede spesso ad interviste e telecamere. Ma quando lo fa, Newey rivela sempre particolari ed opinioni interessanti. Così, quando gli si chiede qual è la monoposto che lo ha colpito di più, lui risponde: “La Renault, perché il loro sistema di scarico è molto diverso dagli altri. Sono stati molto coraggiosi e questo è sempre un bene. Tralasciando la nostra auto, la Renault è la più interessante”.
Per parlare dei concorrenti diretti, bisogna tirargli fuori le parole con la tenaglia. Alla fine dice: “La Ferrari è una macchina convenzionale. La McLaren ha lavorato duramente sulle pance, ma credo sia un cambiamento più estetico che altro, non credo sia così rilevante a livello aerodinamico. Penso che la stragrande maggioranza delle squadre abbia scelto di evolvere i loro precedenti modelli e questo spiega molte cose”.
Non gli piace parlare molto degli altri, figurarsi svelare particolari della propria vettura. Domanda inutile ma doverosa, cosa avrà questa ala anteriore in grado di flettersi? La risposta è laconica: “L’ala è chiaramente nei limiti regolamenti. Questa storia sta cominciando a stancarmi”. Poi aggiunge: “La macchina è veloce nel suo insieme, le prestazioni di una F1 non sono definite da un singolo fattore”.
Mente? Forse no. O Forse si. Di certo, non verrà di certo a dirlo a noi. Ma prima di chiudere, vogliamo toglierci una curiosità. Perché il miglior progettista del lotto non ha un bel rapporto con il computer e continua a disegnare a matita? “Sono una sorta di dinosauro!”. Un T-Rex, aggiungiamo noi.