Gp Cina: pagelle infuocate!
Lewis Hamilton 10 Lui è così; oscilla tra il campione e il fenomeno. A Shanghai ha indossato il secondo abito, quello dei giorni migliori. Lewis realizza in Cina ciò che per molti rimane semplice utopia. Cioè andare a prendere in pista la Red Bull di Vettel e sverniciarla. Da pilota a pilota, senza mezzi termini. La McLaren è affidabile e la strategia è attenta. L’ultima frazione di gara è uno spettacolo. Lewis al giro 36 surclassa il compagno Button con prepotenza e si mette all’inseguimento di Vettel. Fino all’inevitabile sorpasso nelle ultime tornate. Habemus Hamilton: ecco il suo primo “numero” dell’anno. Questo mondiale per molti è scontato, non per lui. Prima vittoria stagionale, quindicesima in carriera. SUPEREROE
Sebastian Vettel 8 Terza partenza al palo su tre occasioni, Seb sembra lanciatissimo eppure stavolta si intravede che qualcosa non va. E’ meno soddisfatto nelle libere per il passo gara, forse è infastidito dal pressing asfissiante della McLaren. Fatto sta che in partenza si pianta; nonostante usi il Kers si fa sfilare con facilità da Button ed Hamilton. Vettel, poi, recupera a modo suo e dopo i primi stop è di nuovo in testa alla gara. Con l’azzardo delle due soste e una vettura superiore tutto sembra volgere per il meglio. Ma il tedeschino e il muretto Red Bull non hanno fatto i conti con l’usura delle Pirelli e soprattutto con Hamilton. Sei, difficili, giri passati a remare controvento e un secondo posto che lo fa sembrare leggermente meno imbattibile. UMANO
Mark Webber 10 Da diciottesimo a podio: la sua è una prova di rara forza. In qualifica paga un grave errore del team, che lo manda a far compagnia a D’Ambrosio e Karthikeyan. In gara Mark parte con le dure e non con la necessaria cattiveria. La cosa impressionante è che a metà gara Webber oscillava intorno alle decima posizione, poi si trasforma. Una rimonta quasi “d’ufficio” diventa una magia. In vera e propria trance agonistica, Mark sorpassa le Mercedes, le Ferrari, e Button. Come se fossero utilitarie. Forse la sua gara più bella, costruita in venti giri grazie ad una progressione di altri tempi. Che per poco non lo porta a rimontare anche sul poleman Vettel. INCREDIBILE
Jenson Button 7 Splendido secondo in qualifica, non riesce a ripetersi in gara. Parte benissimo, portandosi in testa e rimanendoci fino al primo pit stop. Poi va in crisi. Rientra ai box e sbaglia piazzola, fermandosi alla Red Bull e perdendo del tempo prezioso. Dopo riesce a galleggiare più che dignitosamente tra i primi ma con un ritmo meno convincente di quello dei diretti rivali. E sono dolori. Prima Hamilton, poi Webber. Due fendenti che lo sbattono giù dal podio. Contro il compagno di squadra, tra l’altro, prende inutili rischi in difesa. La medaglia di legno, stavolta, se la cerca. SBADATO
Nico Rosberg 8,5 Bentornato Nico, riecco il pilota arcigno e veloce della scorsa stagione. La quarta posizione delle prove ufficiali gli consente di sognare in grande. Così come la strategia “anticipata” che lo fionda in testa al gruppone dopo venti tornate. Poi però, sulla distanza, è costretto a tornare con i piedi per terra. Il ritmo è buono e riesce a chiudere con i primi. Il problema è una vettura ancora “acerba”, per quanto assai migliorata. Problemi di consumo del carburante lo frenano leggermente. Ma si piazza davanti alle Ferrari, non male.
Felipe Massa 8 L’unica nota positivia in casa Ferrari è proprio il brasiliano. Che in qualifica non sfigura nei confronti di Alonso e che in gara lo sovrasta, fin dalla prima curva. Felipe è in forma, corre nella top five e arriva a sorpassare Hamilton prima di entrare in pit lane. Prendendosi il podio. Obiettivo per il quale avrebbe lottato con una tattica impostata sulle tre soste. Invece fa una magra figura per colpa della squadra che lo obbliga a una strategia davvero poco indovinata. Fa bene ad arrabbiarsi. VIVACE
Fernando Alonso 5 Il giro “veloce” alla camomilla di sabato non faceva presagire nulla di buono; “però in gara Alonso si trasforma” si diceva. Sarà rimasto deluso chi si aspettava il solito Nando. A Shanghai si è vista in azione una sbiadita controfigura. Brutta partenza (non è una novità) e gara da dimenticare. Più lento del compagno di squadra, mai convincente nei tempi. Una strategia priva di senso con stint lunghi, senza nessun tangibile guadagno. Nè al cronometro, nè in posizioni. Un lento trascinarsi al traguardo con un solo sussulto: al venticinquesimo giro un sorpasso a incrocio su Schumacher. Roba da scapoli contro ammogliati. E il settimo posto finale è una minestrina senza lode e senza infamia. IMPALPABILE
Ferrari 4 Rassegnata in qualifica, la Ferrari 150° Italia ha un ritmo gara discreto. Ma per farla rendere al meglio ci vogliono strategie sensate, o quantomeno accorte. In Cina è mancata la prestazione ma è mancata soprattutto la squadra. L’azzardo delle due soste è incomprensibile. Perchè Alonso è Massa non sono entrati quando era chiaro che le mescole “prime” non potessero reggere a lungo? Qual è il ruolo preciso del “tattico” Neil Martin a Maranello, sta lì a giocare a briscola? E Pat fry al muretto? Tante, troppe, domande. Tutto ciò considerando che la Ferrari, al massimo, potrebbe puntare al terzo posto. A Shanghai è crollata. Davvero un successone. UMILIATA
Michael Schumacher 7 Bravo kaiser. Non fa nulla di straordinario ma i quattro, pesanti, punti se li merita tutti. Alla disastrosa qualifica pone rimedio subito, con un’ottima partenza. A onor del vero si segnala più per i sorpassi subiti che per quelli fatti ma, con un buon passo gara e la giusta cattiveria, riesce agevolmente a chiudere nei punti. Ha la meglio su Renault, Sauber e Force India e nell’ultimo giro per poco non beffa Alonso.
Vitaly Petrov 6,5 Decimo in qualifica, nono sotto la bandiera a scacchi. A tarpare le ali al russo ci ha pensato un guasto in qualifica alla sua Renault, senza il quale poteva partire molto più avanti e chissà. Invece la sua è una gara lineare ma non facilissima. La concorrenza per i punti è molta, le due soste in questo caso pagano così come la bontà della vettura. Ma la Renault oggi non era brillante come le altre volte.
Kamui Kobayashi 7 Aggressivo al massimo pur di conquistare un punticino che muove la classifica sua e della Sauber. Il sabato è così e così. La gara molto più convincente. Si sbarazza subito delle Toro Rosso e passa tutta la gara a lottare con le Force India. Con tanto di musetto danneggiato riesce comunque ad avere la meglio su Di Resta. Ormai è una certezza.
Paul Di Resta 6,5 Tre volte su tre davanti al team mate in prova. Paul Di Resta sta confermando di essere un signor pilota. Il ventiquattrenne scozzese sfiora i punti per la terza volta consecutiva, dovendosi arrendere quando le sue gomme dure decidono di piantarlo lì. Ma l’undicesimo posto è un buon risultato nel complesso.
Adrian Sutil 5,5 Sfortunato ma non bravo. Perchè il “pianista” quest’anno non trova il passo giusto, guida a sprazzi e troppo spesso segue come un ombra il compagno di squadra. Quando dovrebbe essere lui la prima guida. Oggi però la zona punti la meritava. Probabilmente Perez aveva idee diverse in merito. Il contatto con la Sauber pone fine alle sue speranze.
Nick Heidfeld 6 La Renault in gara non vola, e lui parte sedicesimo per colpe non sue. La squadra è troppo attendista in prova e la badiera rossa in Q2 lo condanna. La corsa è sufficiente. Heidfeld fa il compitino arrivando dodicesimo. Quattro le posizioni guadagnate alla fine dei cinquantasei giri rispetto allo start. Ma dopo il podio di Sepang tutti, compreso lui, si aspettavano qualcosina in più.
Rubens Barrichello 5,5 La Williams proprio non c’è. Rubens parte dalla quindicesima piazza e si limita a guidare fino al traguardo. Senza troppo agonismo. Chiude tredicesimo correndo su una tattica di due soste. Certo quel sorpasso subito da Perez in frenata al termine del tratto guidato è un’onta. In quel punto, un pilota esperto come lui, non può farsi infilare così da un esordiente. INGENUO
Sebastien Buemi 5,5 Pattina in partenza rovinando l’ottima qualifica. La Str6 in gara è inconsistente e poco gentile con le gomme. Peccato perchè al team di Faenza non capiterà spesso di partire con due vetture in top ten. Chiude quattordicesimo e staccatissimo. Week end da dimenticare.
Sergio Perez 6,5 E’ vero, alla fine la combina grossa con Sutil e si becca un drive thru’. Ma che coraggio! Si qualifica davanti al compagno di squadra, in gara è autore di due bei sorpassi su Barrichello e Buemi. Peter Sauber ha un vero talento nel pescare piloti giovani e spettacolari. ARREMBANTE
Pastor Maldonado 5 Significativa è la felicità per aver visto il traguardo. Questo la dice lunga su cosa sia la Williams dei giorni nostri. Maldonado sarà anche un buon pilota ma ad oggi è quasi ingiudicabile. Più lento di Barrichello in qualifica e lontano in gara. Chiude diciottesimo. INSUFFICIENTE
Jaime Alguersuari 6 politico Per l’incredibile quarta fila in qualifica. La gara è breve e priva di soddisfazioni. Parte male, va in crisi di gomme, entra ai box al decimo giro e quando torna in pista perde la ruota posteriore destra. Un mesto ritiro, peccato.
Team Lotus 6 Alza l’asticella a centrogruppo, almeno nelle fasi più concitate di gara. Significa che il miglioramento c’è e gli aggiornamenti funzionano. Ma in qualifica è ancora lontana dai team “classici”. Kovalainen (7) si tiene dietro una Sauber e una Williams. Trulli (5,5) chiude invece leggermente più indietro, diciannovesimo, ma è contento dei progressi dell’auto.
Jerome D’Ambrosio 6 Il belga, stavolta, disputa un fine settimana dignitoso. Riesce a rifilare sei decimi a Glock in qualifica e a stargli davanti in gara, adottando una tattica su due stop.
Timo Glock 5 Le prende da D’Ambrosio e si lamenta con il team per le tre soste ai box. Tattica sbagliata, secondo Timo. Ma questo non basta a giustificare il divario con Jerome.
Vitantonio Liuzzi 6,5 Se l’Hrt fa piccoli passi avanti, molto del merito è suo. Pilota vero che indirizza il lavoro della squadra. Il 107% non è più un problema, l’obiettivo per l’Europa è guadagnare i decimi mancanti per colmare il gap con le Virgin.
Narain Karthikeyan 6 L’indiano si qualifica a soli due decimi da Liuzzi. Su un circuito così lungo è un buon risultato. In gara è l’unico dei ventiquattro a fare un solo pit stop. E vede il traguardo.
Il grido di stupore dei cronisti Rai quando Button sbaglia meccanici 5 A scoppio ritardato. Di molto…
Il team radio ad Hamilton “Gestisci le gomme” 4 “Si e chi lo va a prendere Vettel, voi forse?” Avrà pensato il buon Lewis. Tempismo perfetto del muretto che forse avrà aggiunto per errore uno zero ai secondi di distacco di Hamilton da Vettel. Perchè davvero non si spiega. Fortuna che la comunicazione è stata ignorata. Probabilmente quella radio avrà fatto una brutta fine…