Newey e la RB7 tolgono il sonno agli avversari
In queste prime settimane del mondiale, si sente parlare sempre di più delle ali flessibili e della loro importanza nella prestazione. Di recente, Ross Brawn si è espresso su questa situazione. Lui, che nel 2009 fregò tutti con il buco al diffusore, ha sentenzionato: “O si copia la Red Bull o non ci si lamenta più, perché la FIA ha affermato che la RB7 è regolare”.
Ma il segreto della Red Bull pare non essere solamente nell’ala mobile flessibile, ma in tutta la vettura che “picchia” in avanti, portando di fatto l’ala anteriore a sfiorare l’asfalto. Newey sembra aver trovato il modo di sfruttare la pressione dell’aria meglio di tutti gli altri: è roba nota, ma lo ribadiamo, che la RB7 ha il grande dono di portare meno aria sotto la vettura e la spinge fuori un po’ prima degli altri, aumentando la deportanza.
Riportiamo una animazione realizzata da Gabriele Pirovano per Repubblica.it, dove il concetto teorico trova la dimostrazione pratica. La RB7 picchia in avanti, abbassa l’ala e va a creare l’effetto suolo, che garantisce maggior carico aerodinamico e più deportanza.
Il punto su cui tutti i team si stanno concentrando è capire come fa la Red Bull ad ottenere tale comportamento. Se l’animazione riportasse il giusto movimento della vettura in pista, sarebbe veramente da togliere il sonno agli ingegneri, figurarsi a noi poveri giornalisti. Perché un conto è avere una vettura con assetto picchiato sul davanti, un altro conto è che l’assetto si corregga durante ogni tratto di pista.
Insomma, c’è da diventare matti. L’unica cosa certa è che l’ala anteriore flette. E se quel genio di Newey avesse trovato il modo di dare una sistematina all’assetto della vettura utilizzando delle sospensioni attive? Il passo tra genialità e furbata, a volte, è davvero breve.