Vettel vince in Malesia. Il dominio Red Bull continua
Il Regno di Vettel continua. Rischiando di essere “ripetitivo”, il campione tedesco conferma la sua supremazia: in qualifica come in gara. In Malesia, Sebastian sale nuovamente sul gradino più alto del podio. Dietro di lui Button ed Heidfeld, che non saliva sul podio dal 2009. Subito sotto il podio l’altro alfiere RB: Webber. L’australiano aveva iniziato la gara in salita, poi dopo ben quattro pit-stop trova finalmente il grip giusto e risale la china. Dietro, quinto e sesto, i ferraristi Alonso e Massa.
Passo indietro: partenza. Lo start è stato double-face per i tori volanti. Vettel vola, con uno sprint perfetto; Webber sprofonda, partendo dal lato sporco della pista, dopo la decisione dei commissari di invertire la posizione delle due file di auto in griglia. E dire che ieri lo stesso Webber aveva sottolineato il vantaggio di partire dal lato pulito. Vettel, già dopo pochi giri, ha impostato il proprio ritmo su ottimi livelli, così da allungare sugli avversari. Webber invece comincia, come detto, in salita. Complice anche il mancato funzionamento del Kers. Horner ammette: “per un malfunzionamento”. Anche Vettel, ad un certo punto del GP, ha dovuto fare a meno del sistema di recupero di energia. Il primo della classe ha infatti chiesto al muretto se poter utilizzare il sistema di recupero dell’energia. Molto chiara la risposta dell’Ingegnere del Campione del Mondo: “No, non usare più il Kers!”. Questo intorno a metà gara. Poi, dopo il 40esimo giro, il team comunica a Vettel che può ricominciare a fare affidamento sul Kers. E lo stesso Vettel, a fine gara, torna su questo argomento “caldo”:
Vettel: È stata una giornata fantastica, l’unica cosa che non è andata come volevamo è stato il Kers. L’ho utilizzato on/off, per tutta la gara. Ma comunque è certamente andata meglio dello scorso GP, quando non l’ho avuto affatto. Comunque oggi, quando l’ho potuto usare, è stato molto importante, fondamentale in partenza.
Rimane comunque tinto di giallo il capitolo Kers in casa Red Bull. Certamente il loro unico punto debole. Come rimane, per tutti, velata di mistero l’ottimizzazione degli pneumatici Pirelli. Oggi le dure duravano praticamente quanto le morbide, a fronte di un ovvio handicap prestazionale. Webber è dovuto impazzire con i pit-stop ed i cambi di gomme. Solo nel corso dell’ultimo stint ha trovato la quadratura del cerchio, trovando la prestazione e iniziando a guadagnare posizioni: prima vittima, Massa. Poi ha provato, negli ultimi giri, a puntare addirittura al podio, insidiando Heidfeld, che aveva gomme 4 giri più vecchie, ma che si è difeso egregiamente fino alla fine. Nel complesso comunque la Red Bull guarda tutti dall’alto in basso, e lo merita. Rimane la squadra di riferimento, guidata da un pilota che ha iniziato un’era che si preannuncia molto lunga!