Red Bull mette le ali… flessibili!
Durante il primo weekend della stagione di Formula 1, si è ripresentato un argomento tanto interessante, quanto spinoso: le ali flessibili. Sul circuito dell’Albert Park, abbiamo notato molte flessioni da parte di Red Bull e McLaren, le due monoposto più veloci che hanno, guarda il caso, realizzato ottime prestazioni in prova e in gara.
Il regolamento tecnico dice che la struttura principale dell’ala anteriori deve essere situata a non meno di 85 mm da terra. Più precisamente, l’articolo 3.15, specifica che qualunque appendice aerodinamica, deve essere rigidamente fissata al corpo vettura e rimanere immobile, proprio rispetto a questo. Per questo motivo, le verifiche tecniche – già dalla passata stagione – sono state intensificate. La flessibilità degli spoiler anteriori, sotto la pressione di un peso da 100 Kg, deve essere al massimo di 2 centimetri.
Tuttavia, tali verifiche sembrano essere totalmente inutili. Il caso più eclatante è quello della Red Bull: perfettamente legale in fase di verifica tecnica, ma appena la vettura è in movimento, riesce a piegare le ali in maniera impressionante, andando quasi a sfiorare l’asfalto. Dunque, la RB7, arriva – in particolari condizioni – molto più vicina al suolo degli 85 mm previsti dal regolamento.
Il vantaggio è netto: si riesce a sigillare la vettura a terra, aumentando il carico aerodinamico e generando il classico effetto suolo. Il segreto sembra sia nei materiali utilizzati per la costruzione delle ali, in grado di flettersi a determinate velocità. Sul web, stanno girando queste immagini che rendono eloquente lo stato di flessibilità delle ali, in diversi punti del circuito. Ecco due link interessanti: la RB7 e la Mp4-26. Concentrate lo sguardo sull’ala anteriore.
Stando alle poche informazioni che abbiamo, si riuscirebbe a guadagnare un punto di carico all’avantreno per ogni millimetro di abbassamento. Dunque, stando anche ad alcune dichiarazioni in McLaren, l’ala anteriore può far guadagnare qualcosa come 3-4 decimi al giro.
Ancora una volta, la genialità di certi ingegneri è da applaudire. A mente fredda, però, il fatto che una monoposto soddisfa certi requisiti tecnici da ferma, mentre le viola in movimento, apre scenari preoccupanti. E fin quando la FIA si limiterà a realizzare delle verifiche tecniche statiche, non ne verremo mai a capo.