Gp d’Australia: le pagelle della “prima”
Sebastian Vettel 10 Alla vigilia lo vedi gironzolare tranquillo nel paddock e ti chiedi come mai, con tanti avversari che fanno proclami di vittoria, il campione Seb non senta un po’ di pressione addosso. Basta vederlo guidare per capire che sono gli altri a doversi preoccupare. Vettel è freddo e chirurgico nelle traiettorie, gestisce la gara da veterano, impressionando quando con gomme fresche cambia passo e fa il vuoto dietro. Il vero capolavoro però lo fa in qualifica, dimostrando che se la Rb7 è ottima, il pilota non è da meno: un giro lanciato, il suo, che demolisce il morale degli avversari. Roba da fenomeno vero. Prima vittoria stagionale, undicesima in carriera. IMPLACABILE
Lewis Hamilton 9 Spettacolare in qualifica, dove tira fuori il meglio dalla sua Mp4-26 conquistando un’insperata prima fila. In gara prova a tenere il passo di Vettel e a impensierirlo giocando sul degrado delle mescole. Capisce presto che l’impresa è impossibile e si “accontenta” del secondo posto, rischiando però di rovinare tutto a metà gara con una piccola scampagnata alla prima curva. Classico calo di concentrazione, ma rompe il fondo della vettura. Saggia la scelta di non penalizzarlo perchè il risultato finale è inattaccabile e strameritato. Se la McLaren può sorridere gran parte del merito è suo. TONICO
Vitaly Petrov 9 Il Petrov ammirato a Melbourne è un pilota trasformato, lontano parente dello sfasciacarrozze del 2010. Veloce e concreto, l’assenza della prima guida Kubica sembra averlo responsabilizzato e motivato. Ripaga la fiducia della Renault nel migliore dei modi. Sesto in prova, si esalta in gara dimostrando un ottimo passo e una consistenza mai vista sinora. Supera Button in partenza e approfitta dei problemi alle gomme di Webber per portarsi in zona podio e restarci. Alonso lo critica per una manovra al via, Vettel festeggia con lui in sala stampa il primo podio russo in F1, strascichi di Abu Dhabi. PROTAGONISTA
Fernando Alonso 8 In qualifica la Rossa non c’è ed ecco allora un copione già visto con Matador che si rimbocca le maniche e limita i danni in gara. Scatta bene al semaforo, ma sceglie una traiettoria sbagliata e, “accompagnato” sull’erbetta da Button, perde preziose posizioni. Da lì una bella rimonta con annesso sorpasso all’esterno su Kobayashi. Adotta una tattica su tre soste che gli permette di avere ragione di Button e Webber, ma non della Renault di Petrov. Chiude quarto dopo aver corso con grinta e cuore, tirando come un matto. Il problema di fondo è che il destino della Ferrari sembra risiedere tutto nelle mani di questo formidabile pilota, quando invece dovrebbe essere la squadra ad affidare a lui un macchina vincente. COMBATTIVO
Mark Webber 5,5 Nemo profeta in patria si dice. Ed in effetti a casa sua il buon Mark bella figura non fa. Con una astronave tra le mani si limita a vivacchiare, nemmeno troppo serenamente. Il terzo posto in griglia è una sconfitta cocente per il distacco inflittogli dal caposquadra, in gara non trova mai il feeling con le Pirelli (e di conseguenza il ritmo), concludendo addirittura quinto. Al primo stop azzarda una scelta disperata montando gomme dure troppo presto, è costretto a un doppio lavoro senza la necessaria forza di volontà. Arrendevole su Alonso che lo “regola” nonostante la differenza di mescola. Svogliato, abulico, quasi triste. IRRICONOSCIBILE
Jenson Button 6 La seconda fila sembrerebbe la posizione perfetta per impostare una delle sue gare intelligenti, magari facendo leva sulla sua proverbiale dolcezza di guida nel risparmiare le gomme. Niente di tutto ciò, a Melbourne JB non sembra lui; cattivo in partenza, aggressivo, ma inefficace contro Massa. La sua Mp4-26 è più performante della 150°, ma Jenson non trova lo spazio giusto per entrare. Evidentemente stizzito per le manovre difensive di Felipe, taglia la chicane e rovina la sua gara con un drive thru’. Si riprende, corre bene e ha la meglio su Massa nelle ultime fasi. Ma i big sono già scappati, e sono rimpianti. NERVOSO
Felipe Massa 5,5 Ci risiamo, Felipe ormai è un pilota che va a sprazzi. Inguardabile in qualifica, dove accusa ben sei decimi di distacco dal team mate, in gara scatta benissimo dalla quarta fila e sembra sinceramente in giornata. Contro Button si difende egregiamente, rimanendo freddo e chiudendo con mestiere tutti gli spazi. Improvvisamente però cede di schianto, scompare lamentando problemi di usura alle gomme, cosa che capitava anche lo scorso anno, soprattutto con le dure. Non può essere un caso che Alonso con le “prime” voli e faccia parziali record, mentre lui è costretto a cambiarle quasi subito. Chiude nono al traguardo, guadagnando poi più punti a tavolino che in pista. La velocità in teoria c’è, ma Felipe non riesce più a mantenere un condotta lineare nella stessa gara, cosa preoccupante. DISCONTINUO
Sergio Perez 8,5 Bravo, complimenti. Cosa curiosa, i suoi primi sei punti iridati – tra l’altro conquistati al debutto – sono anche quelli che gli vengono tolti, causa squalifica alla Sauber per irregolarità tecniche (relative all’ala mobile). Ma il verdetto della pista è stato netto. Onesto tredicesimo in griglia, chiude settimo al traguardo. Perez, messicano di appena anni ventuno, realizza una piccola impresa. Adotta un’impensabile tattica ad un pit stop, al suo primo Gp in carriera corre come un veterano, gestendo alla perfezione le morbide per una trentina di giri(!) senza commettere errori. In trance agonistica, chissà se è nata una stella. Certamente è nato per guidare. INCREDIBILE
Kobayashi 7,5 Si, Ok, il pupillo di Peter Sauber ha chiuso dietro all’esordiente Perez sotto la bandiera a scacchi. Ma leggendo tra le righe anche il suo è un week-end monstre. Porta in qualifica la Sauber al nono posto, nei primi giri fatica un po’, subendo da Alonso un sorpasso di quelli che solitamente è lui ad attuare. Poi trova la condizione in corso d’opera e con costanza risale fino all’ottavo posto (toltogli per squalifica). A differenza del compagno di team lui sceglie la strategia dei due stop. E si conferma una garanzia. SOLIDO
Sebastien Buemi 7 Il bel voto lo merita tutto per quella top ten in qualifica che mancava da un bel po’. La STR6 è una vettura buona, ma nulla di più. Non certo la sorpresa che desideravano in molti. Buemi si è dimostrato più maturo e costante nella prestazione rispetto al recente passato e, nonostante una gara di rincalzo, alla fine si ritrova ottavo grazie alla squalifica della Sauber. Aveva comunque chiuso decimo, cogliendo il primo risultato utile stagionale. BRAVO
Michael Schumacher 5 Eh no, non ci siamo. I proclami della vigilia avevano fatto sognare i nostalgici, desiderosi di rivederlo correre almeno tra i primi cinque o sei. Niente di fatto, la W02 è sufficientemente lenta. Mettiamoci anche la solita mediocre qualifica con la difficoltà di mandare in temperatura le gomme e il quadro è completo. Rimanere fuori dalla top ten non è un risultato degno del suo nome. La gara poi è un calvario, ma è anche sfortunato. E’ un caso poi che lui e Massa, maestro e allievo per quanto riguarda lo stile di guida, soffrano gli stessi problemi con gli pneumatici sul giro secco? DELUDENTE
Nico Rosberg 6,5 A differenza di Schumi, Nico fa quel che può, limitando alla grande i danni quando si trova alle prese con una vettura senza grip. Riesce a qualificarsi settimo che con questa W02 è un gran bel risultato e in gara occupa costantemente la zona punti. Ma non era giornata, un kamikaze indiavolato di nome Barichello fa strike alla curva tre. SFORTUNATO
Adrian Sutil 6 Si regala un brivido durante le qualifiche al quale probabilmente avrebbe fatto volentieri meno. Girarsi in testacoda in pieno rettilineo non è la più simpatica delle emozioni, tanto più se ti rovina la qualifica. Sedicesimo in griglia e in ombra in gara. Undicesimo al traguardo ma nono classificato, due punti che fanno morale.
Paul Di Resta 6 Il ragazzo scozzese, provenitente dal Dtm, tiene fede alle aspettative che lo indicano come un buon professionista del volante. Abbastanza competitivo, anche se non propriamente brillante. La Force India è la piccola borghesia della F1 odierna. Scuderia seria da metà classifica. Quattordicesimo in prova, anche in gara non soffre troppo cronometro alla mano un compagno ormai esperto come Sutil. E arriva anche il primo punto in carriera.
Jaime Alguersuari 5,5 In generale, vedendo la prestazione pura di Buemi, Jaime doveva fare di più. Invece si limita a girare a centro gruppo senza mai trovare il giusto feeling con la STR6. Peccato perchè la dodicesima piazza in griglia non era malaccio. Ha mancato di aggressività SPENTO
Nick Heidfeld 4,5 Che disastro! Di questo passo, più che dispiacersi lui di aver occupato il sedile di Kubica potrebbe essere Robert a rammaricarsi di vedere il suo volante nelle mani di Nick the (non) quick. Un peccato, perchè aveva tra le mani una R31 frizzante e sbarazzina che gli poteva regalare ben altre soddisfazioni rispetto ad una grigia nona fila e un mesto dodicesimo posto in classifica finale. Un pilota consistente come lui non può sprecare inspiegabilmente occasioni così ghiotte. Meno male che ci ha pensato Petrov… DESAPARECIDO
Rubens Barrichello 4 A volte ti chiedi come il veterano dei veterani, colui che passa a Schumacher qualcosa come quaranta gran premi disputati di differenza, possa perdersi così facilmente in un bicchier d’acqua. La Williams resta un’incognita, perchè Rubens sul più bello rovina tutto, sia sabato che domenica. In qualifica si insabbia durante la Q2, in gara ha problemi allo start, poi rimonta dal fondo fino ai margini della zona punti, quando compie il suo “numero” di giornata. Vede rosso e abbatte la Mercedes di Rosberg, centrandola in pieno in un tentativo disperato di sorpasso. Non è che l’aveva scambiato per Schumi? Scherzi a parte, una staccata così follemente tardiva, da lui, non è ammissibile. Si ritira per problemi al cambio. IMPAZZITO
Pastor Maldonado 5 Vi assicuriamo che, fino a che la trasmissione della Williams Fw33 ha retto, in pista c’era anche lui, il pilota sponsorizzato dal Venezuela. Peccato che oltre a questo “dato storico”, il campione in carica Gp2 non si segnali per altro nel fine settimana australiano. Non certo per l’ottava fila in qualifica. Da rivedere.
Jarno Trulli 6 Tra i primi cinque piloti al mondo per numero di presenze nel Circus, fa quasi tenerezza (non) vederlo li in fondo, quando in inverno la Lotus di Fernandes parlava di metà classifica. Macchè! La solita squadra, prima fra le nuove, ultimissima fra le classiche. Stavolta, però, Jarno vede il traguardo senza patemi d’animo, una piccola conquista. La classifica dice tredicesimo.
Heikki Kovalainen 6 Stesso copione dell’anno scorso, è lui il migliore degli altri, almeno come velocità pura. Non vede la bandiera a scacchi per un problema idraulico, ma tant’è. La Lotus deve cambiare passo, altrimenti rischia di demotivare due piloti competitivi come Kova e Trulli.
Timo Glock 5,5 Un altro professionista del volante passato dai punti iridati con la Toyota alle ultime posizioni dello schieramento. La Marussia Virgin è la Virgin dell’anno scorso con un nome più lungo. Davanti all’Hrt per ora, wow.
Jerome D’Ambrosio 5 Esordiente belga di anni 25, ex Gp2, categoria nella quale è stato un onesto mestierante. Jerome ha preso una bella paga in qualifica da Glock (un secondo netto) e ha visto sì il traguardo, ma con ben due giri di ritardo rispetto alla Lotus di Trulli. Questo la dice lunga sulla magnifica stagione che il ragazzo si appresta a disputare. ESALTANTE
Hrt 2 Si, siamo cattivi, ma questa scuderia dopo un anno non dimostra ancora i requisiti minimi per gareggiare in questa categoria, ovvero schierare una monoposto degna di tale nome. Dispiace per un tecnico capace come Geoff Willis, ma i problemi sono fondamentalmente strutturali e non è certo colpa della sua direzione sportiva. Non ce ne voglia Liuzzi (6,5) che, con una macchina montata stile Lego, prova comunque a fare finta di guidare una F1 e tenta un miracolo che quasi gli riesce. Karthikeyan (3) il meglio di se già l’ha dato sei anni fa quando alla Jordan le prendeva da Monteiro. Onestamente è un’utopia pensare che possa fare meglio. Un bel quadretto.
Pirelli 8 Grazie Pirelli, le nuove gomme sono “guidabili”, performanti e meno friabili del previsto. Certo possono degradarsi improvvisamente, da un giro all’altro, ma la situazione si è dimostrata molto più rosea di quanto ci si aspettava, vedere alla voce Perez. E poi, qualche stop in più aumenta l’incertezza e quindi lo spettacolo. PROMOSSA
Ala Mobile e Kers 7 Il Kers è una vecchia conoscenza, c’è chi lo usa molto (Ferrari), chi preferisce un uso limitato se non quasi nullo (Red Bull). Lieta sorpresa l’ala mobile, perchè è innegabile che qualche sorpasso in più si è visto e la regola sull’uso in gara, dopotutto, è meno cervellotica del previsto. Dobbiamo ricrederci.
Gp d’Australia 7,5 Buona la prima! Il Gp di Melbourne è vivace e interessante, presentando tanti temi di discussione, in vista della Malesia. Dal dominio prestazionale della Red Bull, alle imprese di Petrov e Perez per finire con la Ferrari di rimonta. Una stagione che si preannuncia divertente.