Qualifiche d’Australia, Vettel e RB al top
Dove eravamo rimasti? Avevamo lasciato Vettel e Red Bull sul tetto del mondo della F1… e lì li ritroviamo, con la pole del tedesco ed il terzo posto di Webber. La Red Bull si ripresenta sul primo campo di gara con l’autorevolezza e la tranquillità di chi sa di venire dall’olimpo e di volerci restare. Stessa superiorità da Vettel, che mette tutti in riga, legittimando il suo numero 1, soprattutto sul suo compagno di squadra.
La Red Bull é davanti, più di quanto ci si aspettasse. Vettel é apparso su un altro pianeta. Ha sbriciolato il record della pista e lo ha fatto, addirittura, con un piccolo errore alla penultima curva e senza usare il Kers. La bontà del progetto e dell’aerodinamica paga ancora più di novità come l’alettone mobile o come lo stesso sistema di recupero dell’energia. La Red Bull aveva ed ha la macchina migliore. I suoi assi nella manica restano il carico aerodinamico, la rapidità nei cambi di direzione, la trazione e l’accelerazione. Risultato: concorrenza schiantata, già al pronti via.
É il terzo settore la parte di tracciato dove le Red Bull guadagnano di più rispetto agli avversari. I tori utilizzano un set di gomme dure ed uno di gomme morbide. Provato anche il rodaggio di un secondo set di morbide per la gara. Una serena supremazia la loro, ben riassunta dalle parole, misurate, del leader:
Vettel: “La vettura é molto cambiata. Penso che stare qui é stata una sorpresa, ci siamo resi conto del buon lavoro che abbiamo fatto finora. É solo il primo step. Abbiamo lavorato duro per preparare questa monoposto. Oggi sono molto contento, ma partiamo da zero punti come tutti gli altri. Sono abbastanza fiducioso per domani, anche per quanto riguarda l’affidabilità. Non sappiamo soprattutto come si comporteranno le gomme. Molte le cose che dobbiamo capire, molte quelle che dobbiamo controllare, prima di capire come funziona il tutto“.
Assolutamente diverso il tono del rabbuiato Webber, che ha dichiarato che avrebbe voluto e dovuto fare di più. L’unica incertezza rimane adesso l’affidabilità, proprio quella che tradì Vettel all’inizio della stagione scorsa. La gara di domani ci dirà se l’opera perfetta di Newey ha guadagnato anche in questo.