Pagelle finali F1 2010: voti per tutti!
Quella appena conclusa è stata una stagione esaltante, piena di colpi di scena e imprevedibile nel risultato finale; proviamo a tracciare un bilancio giudicando il 2010 di tutti i protagonisti ma proprio tutti, dalle squadre ai piloti, i veri protagonisti dello show che amiamo passando anche per chi questo spettacolo ce lo ha raccontato. Buona lettura.
Red Bull 9
I numeri della Rb6(10 e lode) parlano chiaro: quindici pole su diciannove appuntamenti, nove vittorie, quattro doppiette, titolo Piloti e Costruttori. Risultato complessivo giusto, meritato, per un’auto che in molti a ragion veduta hanno definito un’astronave, frutto del genio di Adrian Newey(10) e della sua concezione della meccanica al servizio del carico aerodinamico. A rovinare tutto ci hanno provato il gatto e la volpe del circus Chris Horner ed Helmut Marko(ad entrambi un bel 5) il primo con una sciagurata gestione dei piloti, il secondo con un’ingombrante faziosità. Webber prima scudiero, poi leader, infine pilota snobbato a tal punto da preferire quasi rinunciare ad un titolo pur di non trasformare il trentaquattrenne australiano nel volto vincente delle lattine; Vettel fin troppo coccolato e supportato anche di più. Hanno avuto ragione loro, ma hanno rischiato il baratro, un potenziale tecnico di questo calibro meritava una gestione più attenta.
Sebastian Vettel 10 Dieci pole, cinque vittorie e il titolo Piloti. Nel bene e nel male una stagione nel segno di Vettel, è lui il grande protagonista dell’anno, il tedeschino dalla faccia irriverente, il “Pierino” dei piloti che matura fino a diventare il campione predestinato che tutti aspettavano al guado. Una vettura performante ma fragile gli fa perdere fiducia e nervi, un compagno inaspettatamente scomodo e la tanta pressione addosso lo portano a commettere tre grandi errori che pesano come macigni su reputazione e mondiale: Turchia, Ungheria e Belgio. Lui si rialza nel modo migliore, guidando da fenomeno, convincendo e soprattutto vincendo. Manifestazione di forza rara e prepotente, è inizata la sua era.
Mark Webber 8,5 Questo mondiale il simpatico Mark se lo ricorderà a lungo, dopo aver iniziato in sordina, le difficoltà di Vettel hanno coinciso con la sua esplosione europea; prestazioni brillanti, pole e vittorie, gare di valore assoluto come Monaco e Silverstone e un mondiale che da utopia piano piano diventa sempre più probabile. La favola del gregario destinata però a restare tale. Sul più bello, quando il gioco si fa duro tutta la consistenza di Mark improvvisamente viene meno così come manca totalmente il supporto del team, fondamentale per vincere in F1. Surclassato da Vettel nella fase finale del campionato, da Budapest in poi non vince più, corre solo contro tutti ma arriva all’ultima gara con i nervi a pezzi. Niente da fare ma comunque sono cinque pole, quattro vittorie e il terzo posto finale in un campionato corso da assoluto protagonista.
McLaren 8,5
La Mp4-25(7,5) come rapporti di forza si è rivelata essere la soltanto la terza vettura del mondiale eppure la scuderia di Woking ha chiuso in classifica al secondo posto distanziando di 58 punti la Ferrari. Risultato frutto di una gestione esemplare di entrambi i piloti da parte di Martin Whitmarsh(9) e della grande solidità dimostrata, unico team infatti ad essere andato sempre a punti. La Mp4-25 si è rivelata una vettura buona ma senza particolari punti forti, non veloce quanto la F10 nè efficiente quando la Rb6 e anche i numerosi sviluppi portati in pista ad ogni week end non sempre hanno dato i risultati sperati ma i tecnici hanno il merito di aver inventato quella diavoleria di F-duct, sistema chiacchierato, imitato e infine bandito dalla Fia.
Lewis Hamilton 8 Tre vittorie, un vero capolavoro quella di Spa, e quarto posto finale in un mondiale corso da pretendente alla corona e anche da capoclassifica per un discreto periodo, ma il doppio stop Monza-Singapore, di cui in gran parte è responsabile, gli ha tarpato le ali e una McLaren in crisi tecnica nel finale di stagione ha fatto il resto impedendogli di giocarsi la volata finale. La sua stagione è lo specchio del suo essere pilota, talentuoso e dotato alla guida come pochi, irruento come nessuno altro. Il Mansell dei giorni nostri con pregi e difetti che allo stesso tempo lo rendono unico e lo limitano, stagione positiva ma uno con le sue capacità doveva salire sul podio iridato.
Jenson Button 8 Due vittorie e quinto posto finale, abdica con onore dopo una stagione in cui ha confermato tutte quelle che sono le sue grandi qualità. Pilota intelligente come pochi nelle tattiche di gara e costante nel rendimento, ha saputo compensare con gare attente e consistenti le difficoltà trovate in qualifica con la Mp4-25. Bizzarro nelle scelte strategiche ma regolare nei risultati. L’allergia da podio nella seconda parte di stagione dove ha raccolto piazzamenti buoni per il team ma un po’ meno per lui lo ha condannato prima degli altri alla resa incondizionata ma potrà dire di aver dato del filo da torcere a tutti, a partire da quell’ Hamilton che doveva essere il suo incubo. Se imparerà a tirare fuori il meglio dalla sua McLaren sul giro secco tornerà davanti.
Ferrari 7,5
Doveva essere il mondiale della riscossa per il Cavallino e poco, davvero, ci è mancato. Detto e ridetto da più parti è giusto ripetere che se esistesse il premio di “most improved team”, la squadra che migliora di più, la Ferrari farebbe il vuoto dietro. Maranello ha due grandi “colpe”, quella di aver portato in pista una F10(8,5) equilibrata e veloce ma non certo irresistibile e quella di non aver saputo recupare un pilota importante come Massa. Risultato; mondiale Piloti sfiorato con Alonso ma Costruttori perso troppo presto per un team di tale levatura. Dovrà essere bravo Stefano Domenicali(7) a motivare la squadra dopo la disfatta di Abu Dhabi e a dare al muretto(4,5) la lucidità che è mancata in alcuni frangenti (Malesia e Abu Dhabi su tutti ma anche a Valencia e Silverstone gli strateghi sono stati poco reattivi). Il 2011 è l’anno della verità, tutto l’ambiente si aspetta concretezza e prestazioni importanti sin dall’inizio, servirebbe uno stratega di alto livello.
Fernando Alonso 10 A livello di guida una delle migliori stagioni in carriera per lo scatenato Matador di Oviedo, che si è dimostrato il pilota più completo se non il migliore per rendimento. La fame di vittorie intatta dei primi anni unita a una acquisita maturità nell’abitacolo hanno fatto si che Alonso riuscisse a giocarsela alla pari con entrambe le Red Bull, una vera e propria magia quella dell’asturiano considerando il potenziale tecnico dei bibitari. Classe(Singapore), esperienza(Monza), concretezza(Corea): due pole e cinque vittorie, vice campione del mondo ma sarebbe meglio dire quasi campione del mondo per un titolo che è sfuggito di mano in dirittura d’arrivo e non certo per colpa sua. Qualche errore durante l’anno in verità l’ha commesso anche Nando, il botto di Spa su tutti, ma in una stagione così tirata nessuno è stato impeccabile. Alonso lo è quasi stato e da vero trascinatore fuori e dentro la pista si è caricato il Cavallino sulle spalle restitutendolo al suo habitat naturale, la vittoria e la lotta iridata. Si preannuncia un futuro oltre che rosso anche molto roseo, i tifosi sognano.
Felipe Massa 4,5 Deve aver tirato un forte sospiro di sollievo l’ex eroe brasiliano della Ferrari quando ha visto la bandiera a scacchi ad Abu Dhabi, apprestandosi così a concludere la sua prima vera “stagione no” alla Ferrari, una di quelle stagioni dove proprio non ci sei nè col piede, nè con la testa, nè tantomeno con la voglia di lottare per cambiare gli eventi. Voglia, quest’ultima, fondamentale per un pilota sensibile e umorale come Felipe e definitivamente desaparecida dopo i fattacci di Hockenheim ma già fortemenente smorzata dopo le manifestazioni di forza di Alonso in Barhein e Cina. Sesto in campionato distaccato di 70 lunghezze(!) da Button quinto e quasi superato in graduatoria dalla Mercedes di Rosberg. Pochi podi, sempre in difficoltà in qualifica e con le gomme dure sulla distanza, un annus horribilis pagato in gran parte dalla Ferrari che senza il suo apporto non è mai stata veramente in lizza per il titolo Costruttori, urge una pronta riscossa, ne sarà capace?
Mercedes 6
Se consideriamo che era il primo anno della Mercedes in F1 dopo un’assenza di una cinquantina d’anni il quarto posto mondiale è un risultato soddisfacente ma poi si ripensa alla vigilia, quando si parlava del “campionato delle fantastiche 4” che sono diventate subito tre o ancor più pragmaticamente si osserva che questa squadra altro non è che l’incredibile meteora Brawn Gp bicampione del mondo nel 2009 allora il voto ecco che inesorabilmente scende perchè il team di Ross Brawn(5,5) non è stato capace di adattare la macchina alle gomme Bridgestone di quest’anno e tecnicamente la MGp W01(6) si è dimostrata una vettura fin troppo conservativa dalla nascita. Sufficienza sulla fiducia perchè formalmente ha corso un nuovo team con due nuovi piloti e il quarto posto dopotutto non è un disastro.
Nico Rosberg 9 La sua stagione guardando i meri risultati sportivi, tre podi e settimo posto finale rischia di essere sottovalutata. Il figlio d’arte tedesco è stato autore di un piccolo capolavoro nelle posizioni di rincalzo, dove spremendo come un limone la modesta Mercedes e non commettendo mai errori ha quasi insediato la Ferrari di Massa in graduatoria (due soli punti l’hanno diviso dal brasiliano!) e ha portato da solo la sua squadra al quarto posto Costruttori. Sembra quasi cosa normale poi che abbia distrutto nel confronto interno un certo Michael Schumacher, e questo non fa che accrescere la considerazione per un pilota che ha classe da vendere. Merita di lottare per il titolo.
Michael Schumacher 6 Tornateci voi in Formula 1 dopo tre anni passati a fare il “superconsulente(meteo)” al muretto Ferrari! Hakkinen ci provò in alcuni test a Montmelò e accusava distacchi di un certo rilievo, il plurititolato Schumi ha avuto il coraggio di ributtarsi in pista tra arrembanti ventenni e solo per questo meriterebbe un applauso. Surclassato da Rosberg e dispersivo per gran parte della stagione, un nono posto in campionato opaco senza mai salire sul podio. Brutto ritrovarlo semplicemente lento quando tutti lo ricordavamo come un leone mai domo. Di incoraggiante c’è un finale di stagione nel quale ha mostrato importanti segnali di risveglio con alcune prestazioni da vero maestro di guida (Suzuka) che gli valgono questa sufficienza di incoraggiamento. Forse per togliersi la ruggine di dosso a quarantun’anni(!) ci voleva un po’ più di tempo di quanto era previsto, ma se si fosse definitamente svegliato?
Renault 7 Mondiale positivo per la Regiè dopo il disastroso ottavo posto del 2009. Quinto posto nel mondiale, quasi sempre in zona punti con Kubica e tre volte a podio. La Renault è stata la lieta sorpresa del campionato, insieme alla Mercedes è stata la vera quarta forza in pista e il distacco dai tedeschi in classifica finale è attribuibile all’apporto della seconda guida Petrov praticamente inesistente. La Renault esce di scena come costruttore avendo venduto il proprio pacchetto azionario alla Lotus rimanendo però nel circus come motorista. Mossa tutt’altro che negativa, una Lotus-Renault con un pilota come Kubica si preannuncia un binomio interessante.
Robert Kubica 9 Forse esageriamo ma probabilmente è stato il miglior pilota per rendimento della stagione. Con la sua Ape Maia buona ma nulla di più è sempre in top ten in qualifica e quasi sempre a punti, subito dietro ai big c’è lui che prende per mano la Renault e la porta anche al secondo posto in Australia. Consacrazione definitiva per un pilota che non sbaglia mai e che un po’ come Rosberg chiede di essere considerato per quello che è, un pilota talentuoso e consistente. Merita di correre per i vertici, sperando nella Lotus.
Vitaly Petrov 4,5 Se il primo termine di paragone per un driver è il compagno di team allora con Vitaly siamo messi davvero male. Sempre dietro a Kubica in qualifica, in gara le cose non migliorano dato che il russo si è dimostrato privo di consistenza sul ritmo e incline agli incidenti. Su diciannove Gran Premi giustifica la sua presenza in una squadra importante e solo in due occasioni, a Budapest e ad Abu Dhabi per il resto è protagonista di un campionato davvero mediocre chiuso in tredicesima posizione. Dato che ha rinnovato il contratto può solo migliorare, difficile fare peggio.
Williams 6,5
Diamo un voto positivo alla nobile decaduta Williams, in difficoltà ad inizio stagione e capace di cambiare marcia fino a posizionarsi in molte gare a ridosso dei top team. Presenza in zona punti, la spunta nella volata per il sesto posto iridato con la Force India migliorando il posizionamento dello scorso anno. Un team storico che tra mille difficoltà vivacchia dignitosamente ma silurare Hulkenberg è una scelta che non convince appieno.
Rubens Barrichello 6,5 Bravo Rubinho, il brasiliano è lo specchio di questa Williams tutta fatica e sudore. Nonostante ormai abbia un’età e il record di anni di carriera sulle spalle la voglia di lottare è rimasta intatta, probabilmente un grande impulso gliel’hanno dati i numerosi ruota a ruota con il suo amico-rivale Schumacher, chiude dieci volte a punti e decimo in classifica, dimostrandosi sempre a suo agio quando si tratta di remare su vetture da metà gruppo.
Nico Hulkenberg 6,5 Voto sulla fiducia con le attenuanti dell’esordiente dato che per il ventitreenne tedesco con lo stesso manager di Schumi si trattava del debutto nella massima formula. Nico ci ha messo un po’ di tempo per entrare “in partita” pagando più di altri il salto di categoria dalla Gp2. Uscito sulla distanza, ha impressionato per il miglioramento esponenziale gara dopo gara e nell’ultima parte di stagione ha fatto intravedere sprazzi di talento vero con buone prestazioni e siglando una pole leggendaria in Brasile per sensibilità di guida. Sebbene stimato da Frank Williams per ragioni di budget il team lo ha licenziato ma un sedile per il 2011 lo merita.
Force India 6,5
Considerando che per il team indiano si trattava soltanto del terzo anno in F1 dopo che nel 2008 ha rilevato la poco competitiva Spyker il settimo posto finale è un risultato importante. Per gran parte della stagione il team con sede a Silverstone è stato la sesta forza in campo e si è arreso alla progressione della Williams solo nel finale. Dopo una prima parte d’anno esaltante sono mancati i necessari sviluppi e aver perso il d.t. Mark Smith diretto alla 1Malaysia Racing preoccupa un po’ in vista del 2011.
Adrian Sutil 7 Un altro pilota sottovalutato; finchè la Force India ha retto il confronto con le altre Adrian ha corso sempre tra i primi otto affacciandosi in tre occasioni anche tra i primi cinque. Per un bel po’ di tempo si è tenuto dietro la Mercedes e ha chiuso il mondiale con gli stessi punti in classifica di un mastino come Barrichello. Veloce e concreto, piace a molte squadre ma rimarrà fedele per il quarto anno consecutivo alla Force India, lui spera di avere a disposizione una macchina più competitiva ed è un desiderio lecito.
Vito Liuzzi 6 Mondiale a corrente alterna per il simpatico italiano. Veloce e competitivo a sprazzi, sconfitto nel confronto interno dall’implacabile Sutil e mai troppo a suo agio con la Force India riesce comunque a chiudere sei volte in zona punti e in Corea è autore di una prova davvero brillante. Sul suo sedile incombe l’ombra di Di Resta anche se Vito ha un contratto firmato; farebbe piacere rivederlo con un’anno in più di esperienza accumulata perchè le doti velocistiche non si discutono.
Sauber 6
Macchina dalle forme originali, il ferro da stiro elvetico sembrava destinato al ruolo di cenerentola tra i team “classici”, invece sotto l’esperta guida di Peter Sauber(7) l’ex Bmw ha chiuso il mondiale in ottava posizione, niente di speciale ma ha macinato punti e ha divertito il pubblico grazie alle prestazioni dello scatenato Kobayashi.
Kamui Kobayashi 9 Che spettacolo! E’ la prima cosa che si pensa vedendo correre questo allegro samurai piombato in Formula 1 come un eroe dei fumetti. Finalmente un pilota nipponico davvero competitivo e molto probabilmente in assoluto uno dei piloti più forti in circolazione perchè è capace di numeri di alta scuola; spettacolare nelle traiettorie, arrembante nei sorpassi sui tracciati più ostici. Otto volte a punti e dodicesimo in classifica ma al di là del risultato comunque positivo emoziona il modo generoso con cui gareggia, il suo impatto sulla F1 è stato una ventata di freschezza e allegria che tocca le corde del cuore, perdonate il reato di lesa maestà ma ricorda molto nell’approccio alle corse un leggendario canadese di nome Gilles…
Pedro De la Rosa 5 Due terzi di stagione con la seconda Sauber li ha corsi l’esperto pilota spagnolo, tante rotture soprattutto al motore e mai veramente competitivo, soltanto un buon settimo posto in Ungheria come piazzamento a punti. Alla sua età però l’ex collaudatore McLaren non poteva chiedere molto di più.
Nick Heidfeld 6 Richiamato per cinque gare dal suo storico team per aiutate Kobayashi nella disperata rincorsa a Williams e Force India. Più realisticamente con l’obiettivo di dare costanza e solidità alla squadra con la sua grande professionalità. Due volte a punti e tanta maturità, missione compiuta.
Toro Rosso 5
Nona in classifica, la scuderia di Faenza ha deluso le aspettative migliorando la posizione dello scorso anno ma peggiorando nelle prestazioni. Complici difficoltà insormontabili in qualifica e piloti troppo giovani la Toro Rosso ha chiuso ultima tra i vecchi team e i sette traguardi in zona punti sono una magra consolazione. Sebastian Buemi(5) è apparso spesso svogliato e arrendevole eppure ha commesso meno errori del giovanissimo Jaime Alguersuari(5,5) che ha dimostrato però di essere più incisivo dello svizzero risultando nella pura prestazione più convincente. Va bene far crescere i giovani, ma questi piloti qui quanto valgono?
Lotus (1Malaysia Racing) 6
E’ un appassionato vero Tony Ferndandes(6,5) proprietario di Air Asia e del team 1Malaysia Racing che nel suo primo anno di F1 ha corso con la livrea e il nome Lotus grazie a un contratto d’affitto e sponsorizzazione. Tra i nuovi team quello malese è stato il migliore per distacco, sempre più veloce e con le idee chiare sul futuro. Ingaggiato il progettista Mark Smith dalla Force India, la nuova vettura avrà motore Renault e retrotreno Red Bull; non male, certo quest’anno i piloti viaggiavano a tre secondi dai primi ma il futuro sembra avere basi solide.
Heikki Kovalainen 7 Il finalndese è sceso dalla McLaren, non un’auto qualsiasi ed è salito su una vettura praticamente di un’altra categoria. Ma ha impressionato con un passo gara efficace e una maturità di guida inaspettata. In Giappone ha tagliato il traguardo in dodicesima posizione assicurando così al team il decimo posto in classifica marche, importante per i benefici economici. Lui ha vinto per distacco il campionato Piloti di serie C con traguardi nei primi quattordici dal sapore di vittorie.
Jarno Trulli 6 Stagione calvario per Jarno perchè delle due la Lotus in frantumi era sempre la sua, l’idraulica una volta, l’elettronica un’altra mai un traguardo o una gara serena. Ma il piede c’è perchè in qualifica più volte si è messo dietro Kovalainen, termine di paragone per lui e per le nuove leve.
Virgin 4,5
La prima macchina tutta progettata al computer vince il premio inaffidabilità dell’anno, addirittura piazzandosi ultima in campionato dietro all’Hrt che seppur al passo di una lumaca le bandiere a scacchi le ha viste. Sprecato un buon pilota come Timo Glock(5,5) costretto a remare a fatica nelle retrovie con una vettura inguidabile, mentre è inconsistente l’altro driver Lucas Di Grassi(4) sorridente e simpatico ma ingiudicabile come pilota di F1 dato che ci ha fatto vedere ben poco a parte qualche pericoloso botto che si è regalato come scarica di adrenalina.
Hrt 4
Un bel quattro in pagella per la scuderia spagnola, disastrosa nelle prestazioni. Basti pensare che nell’ultimo appuntamento Senna si è qualificato con un ritardo di un secondo e mezzo(!) dalle Lotus. Un’altra categoria che ha dato più fastidio in pista nei doppiaggi che altro, se per fare numero si ricorre a questo espediente tanto vale unire la F1 alla Gp2 e correre in stile Le Mans con più categorie presenti, è una provocazione ovviamente.
Bruno Senna 4 La colpa di una stagione incolore non è sua certo, dato che il buon Bruno guidava un’apecar però non ha mai convinto pienamente perchè almeno nel confronto diretto con i compagni di squadra uno con il suo cognome e con le sue ambizioni doveva spuntarla sempre. Arriva a soffrire Karun Chandok(5) , a Suzuka addirittura si qualifica dietro a Sakon Yamamoto(4), soprannominato il “terrore dei meccanici” per i reiterati tentativi di strage in corsia box. Il povero Bruno, non soddisfatto, prende paga anche dal disoccupato cronico Christian Klien(5) che vicino al brasiliano dopo tre anni di inattività ha fatto un figurone.
Bernd Maylander 8 Non potevamo non dare il voto al pilota della Saefety Car mai protagonista quanto quest’anno. Abbiamo appreso dal duo Mazzoni-Capelli(8 per telecronaca e aneddoti, mezzo voto in più ad Ivan per la competenza tecnica) che il pilota tedesco ha percorso un numero di giri pari alla distanza di un Gp, ovviamente sempre in testa! Vi pare poco con un’auto a ruote coperte con 300 Cv in meno, 600 Kg in più e un uomo inquietante e misconosciuto seduto affianco?
Tv Rai 8 Probabilmente galvanizzata dall’esclusiva sul Mondiale di F1, la tv di Stato le prova tutte per coinvolgere il pubblico a casa e in gran parte riesce negli intenti; ottima l’idea della diretta dai tracciati e apprezzabile lo sforzo di mandare in onda le prove libere degli appuntamenti più significativi, sperando che i venerdì in chiaro possano diventare un’abitudine. Sky invece si becca un bel 4 per aver abbandonato gli appassionati di F1, ci ha pensato il telecronista Carlo Vanzini a mantenere viva sul satellite l’attenzione per i motori con interessanti incursioni a SkySport24 costretto a commentare una stagione esaltante in terra straniera tra i gol dei vari Ibra, Milito, Del Piero, Lavezzi, Pastore…solo per questo Carlo merita un bel 8. Ricordiamo che la tv satellitare ha rinunciato alla F1 per mandare in onda il Curling di notte e la Ryder Cup di golf.. una scelta non certo vincente per la piattaforma che si fregia del titolo di tv dello sport.
F-Duct 3 Chiudiamo le pagelle giudicando il diabolico marchingegno chiamato F-Duct o più semplicemente ala soffiata. Trattasi dell’ormai conosciutissimo condotto d’aria che fa stallare l’ala posteriore, cioè annulla l’effetto dell’alettone, con l’ovvio risultato di incrementare la velocità e l’ efficienza delle auto sui rettilinei. Assai igegnoso ma davvero pericolosissimo dato che costringe i piloti a guidare beatamente a 300 Km/h con una mano sola. Ma come a scuola guida vi fanno la testa tanta con le “9:15,” le “10:10” ecc. e poi i maestri della disciplina automobilistica usano la mano sinistra per tappare un buco? Proprio non ci siamo,ma il business chiama e allora ecco che apprendiamo le geniali idee dei munifici main sponsor; quello della Ferrari ha in mente di fornire i piloti di sigaretta, imitando la malsana abitudine di molti automobilisti nostrani, i dioscuri McLaren sono pronti a guidare parlando al cellulare mentre Vettel e Webber guideranno sorseggiando la nota bibita…anzi loro no, loro a quanto pare punteranno a bersi, ancora una volta, gli avversari.
Grazie.