Problema sorpassi, Todt “dobbiamo risolverlo”
Divieto di sorpasso, ad Abu Dhabi mancava solo il cartello stradale o la doppia striscia continua a terra ma più o meno eravamo lì perchè se due piloti del calibro di Alonso e Hamilton, in lotta per il mondiale su Ferrari e McLaren, non hanno potuto fare nient’ altro che accodarsi alle soltanto discrete Renault qualcosa che non va c’è.
Kubica a Singapore e Kobayashi a Suzuka hanno incantato il pubblico a suon di sorpassi nonostante entrambi siano arrivati solo settimi al traguardo dimostrando come a volte la competizione pura esalti ed emozioni la platea più del mero risultato sportivo.
Deve essersene accorto anche Jean Todt che da presidente della Fia le sta provando tutte per rigenerare e dare nuovo impulso a quella Formula 1 che rimane la punta di diamante dell’automobilsmo sportivo..
Dopo aver cambiato il sistema di assegnazione dei punti nel 2010, mossa da giudicare a posteriori vincente avendo assistito a un campionato equilibrato e combattuto come mai era mai accaduto, Todt ora promette di impegnarsi per risolvere l’annoso problema dei sorpassi “Dobbiamo migliorare lo spettacolo, ad Ad Abu Dhabi era impossibile sorpassare. Sto parlando come presidente della Fia; Hamilton aveva gomme nuove ed era due secondi più veloce di Kubica e non ha potuto fare niente. Da oggi in poi, prima di approvare un nuovo circuito, insieme alla sicurezza per i piloti valuteremo anche il potenziale per i sorpassi. Ci serivermo di un pool di esperti come Patrick Head e Rory Byrne”
Non si è fatta attendere la risposta del principale indiziato, il disegnatore nonchè padre di tutti i circuiti di ultima generazione Herman Tilke “In certe corse c’è più spettacolo, in altre meno, questo succede in tutti gli sport. Correre rimane uno sport pericoloso, nessuno di noi vuole piloti morti o feriti, i tifosi poi desiderano sempre le curve veloci. Giusto, ma per i sorpassi serve altro, ci vuole una curva lenta, poi un lungo rettilineo e di nuovo una curva lenta.”
Curve veloci ma soprattutto curve lente dopo i rettilinei per privilegiare la staccata e i tentativi di sorpasso, parola di Tilke; il ragionamento quadra non si capisce allora perchè la pista di Yas Marina con tanto spazio a disposizione sia stata progettata soltanto con insignifcanti pieghe di 90° gradi, troppo larghe e veloci per mettere in difficoltà chi si difende, troppo strette per provare traiettorie diverse, curve in un solo aggettivo banali.
Non resta che aspettare fiduciosi le scelte del vertice Fia, manca ancora un piccolo passo per restituire la F1 alla sua originale dimensione prestazionale. Le modifiche al regolamento tecnico dell’ultimo biennio sono state positive, con le gomme slick e qualche diavoleria aerodinamica in meno sorpassare non è facile come un tempo ma è più che possibile, lo si è visto. Adesso tocca ai tracciati, probabilmente sarebbe meglio correre anche meno gare depennando però dal calendario tutte quelle piste che a conti fatti finiscono per falsare lo spettacolo. Lo chiedono i tifosi, lo chiede la stessa credibilità della Formula 1.