Alonso ha già vinto la sua sfida
La cartolina rossa da Yeongam è una vittoria bagnata, improvvisa ed epica, è il capolavoro dell’uomo Alonso più che del pilota, non il più veloce in Corea ma sicuramente il più bravo, il leader carismatico di cui la Ferrari aveva bisogno dopo la diarchia Raikkonen-Massa che risultati si ha portato ma anche confusione, tanta, e sviluppi, pochi. Lavorare al servizio di un fuoriclasse, di un pilota capace di coinvolgere emotivamente l’intera squadra fa parte del dna di Maranello, basta fare i nomi di Lauda e Schumacher tanto per capirci.
E allora bene così, comunque andrà sarà un successo, qualunque cosa accada da qui a ventun giorni nel torrido Brasile e negli esotici Emirati Arabi, Fernando Alonso la sua battaglia personale l’ha già vinta, rilanciando sè stesso e la Ferrari con un 2010 già positivo così, nel quale ha colto cinque vittorie con la seconda vettura del lotto, davvero tante se consideriamo quanto questo mondiale sia equilibrato e se pensiamo che sono vittorie conquistate contro una Red Bull dal potenziale altissimo, capace di cogliere 14 pole position su 17 gare, la maggior parte delle quali, però, sprecate dagli uomini in blu.
“Il mondiale non è vinto, tutti devono dare il massimo nel loro lavoro in queste tre settimane” parola del presidente Montezemolo, mentre il Capo GeS Stefano Domenicali pretende concentrazione, precisione e affidabilità per il rush finale “L’ho sempre detto che quest’anno la differenza la farà la testa e allora non dobbiamo farci incantare dagli elogi così come non ci siamo fatti abbattere dalle critiche nei momenti più difficili: il facile entusiasmo lasciamolo fuori dalla porta”.
Da entrambi però solo elogi e applausi per Alonso, coccolato in Ferrari come capitava soltanto al kaiser di Kerpen. Lo spagnolo dal canto suo non si scompone “Mondiale in tasca? Per niente, mi sono soltanto assicurato la possibilità di giocarmelo fino agli ultimi metri ad Abu Dhabi, la Red Bull resta favorita perchè come abbiamo visto sono i più veloci e lo saranno fino alla fine, noi però siamo lì; conteranno affidabilità e fortuna noi dovremo essere bravi a non sbagliare mai e a finire sempre sul podio”.
Fernando, che qualche errore durante l’anno pure l’ha commesso, ha aspettato che la Ferrari tornasse pienamente competitiva per dare il meglio di sè, dimostrandosi il campione maturo, concentrato, veloce e cinico che tutti già conoscevano. Risultato: quattro vittorie nelle ultime sette gare, novanta punti nelle ultime quattro, quanto basta per completare una rincorsa impossibile che ora lo vede addirittura in vantaggio di undici punti sul primo dei due missili terra-terra austriaci.
E allora testa e piede pesante, per giocarsi quello che lui stesso definisce “un sogno per premiare il lavoro del team” con la calma dei forti, con la tranquillità di chi è consapevole di aver già fatto il massimo conquistando un ambiente orfano di un trascinatore vero. Manca ancora il tassello più importante ma Alonso ha già vinto, come dire; questione di feeling, di carattere, di mentalità.