Suzuka: tutto in una notte…

Memoria mia aiutami! Era già successo nella storia di questo sport che l’intero gran premio si risolvesse in appena otto ore, ma a quanto pare…mai dire mai! Sembra proprio che la Formula 1 si appresti a scrivere un’altra pagina indimenticabile della sua fantastica storia. Ancora una volta il teatro è offerto dallo splendido circuito giapponese di Suzuka, il cui asfalto è per altro già intriso di storia vera più di qualsiasi altro museo sportivo. E’ proprio tra quelle chicane e quelle curve che grandi campioni hanno scolpito imprese mitiche e indimenticabili; basti pensare al doppio duello “mortale” di Senna e Prost nel 1989 e nel 1990, oppure al triste epilogo ferrarista del 98, a cui segue poi l’immensa gioia del titolo iridato del 2000, dopo ben ventun’anni di digiuno.

Questa volta non si decide il titolo, o almeno non direttamente, visto che mancano altre quattro gare al termine (Korea permettendo…), ma visti i punti in palio e l’alto numero dei pretendenti al titolo, è comunque severamente vietato sbagliare. Lo ha già fatto Lewis Hamilton, uno che negli ultimi due GP ha raccimolato punti “0” per provare a prenderne qualcuno in più degli altri. Ora è quello messo peggio tra i cinque contendenti, almeno psicologicamente, visto che dovrà anche arretrare di ben cinque posizioni in griglia per aver sostituito il cambio.

Tutti gli altri sono lì, pronti ad approfittare del minimo errore dell’avversario e ad intascare più punti possibili sperando che alla fine i conti tornino in proprio favore. Il tutto, come dicevamo in apertura, in una notte, o meglio… una mattinata, ma visto che il fascino notturno sembra attirare più di quello diurno (Singapore docet…), meglio offrire un punto di vista europeo e goderci il nostro “tutto in una notte”.

Già, la lunga notte italiana della Formula 1, quella per appassionati veri, di chi fino a qualche anno fa si svegliava “tranquillamente” prima ancora che il sole sorgesse dopo i bagordi del sabato sera per non perdersi neanche un secondo dello show. Noi italiani ne abbiamo passate parecchie di notti insonni, alcune concluse con pianti amari, altre con pianti di gioia, ma ultimamente le cosiddette “esigenze televisive” avevano fatto girare volontariamente gli orologi per portare la F1 al vecchio continente in orari più comodi, a scapito però dell’animo dell’appassionato vero, di colui che si contraddistingueva proprio per la “sveglia facile”!

Eccoci accontentati, con qualifiche e gara programmate a poche, pochissime ore di distanza. Gli ingredienti per un grande show ci sono tutti, a cominciare dalla pioggia, che sembra non voler dar tregua al circuito giapponese e che da sola potrebbe sconvolgere gli esiti di un mondiale già entusiasmante; il fattore “orologio” non è da sottovalutare: le ore che separano qualifiche e gara sono pochissime ed un eventuale danno grave alla monoposto sarebbe di difficilissima riparazione; le due sessioni, così ravvicinate, imporranno inoltre un grande stress sia a piloti, tecnici e meccanici che ai mezzi stessi. Non ci sarà spazio per riposare e calmare i bollenti spiriti e tutte le forze in campo dovranno fronteggiarsi in una lunga e durissima prova di resistenza a cui nessuno è più abituato, essendo ormai il warm up solo un pallido ricordo.

Insomma, non resta che piazzarsi davanti alla tv e godersi lo show, sperando che alla Rai evitino di cantarci una soporifera ninna nanna…

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