Briatore e la Ferrari: cosa c’è sotto?
Flavio Briatore in quel di Monza, ai microfoni della RAI, ha messo la pulce nell’orecchio a noi giornalisti con una semplice battuta. Se ricordate, durante l’intervista, Flavio ha salutato verso Montezemolo e poi ha detto: “Saluto il mio prossimo datore di lavoro”, facendo segno di inquadrare il Presidente della Ferrari in una terrazza sopra ai box. Subito dopo ha aggiunto: “Sto scherzando, ovviamente”.
Flavio faceva riferimento alle numerose voci che lo vedono molto vicino alla Ferrari per un futuro a Maranello. Si sa che, scherzando, a volte si dice anche la verità: ma sarà questo il caso?
Briatore ci ha abituati sempre alle sue mezze verità, alternate a frasi sibilline e polemiche dirette quando servivano. Lui, di certo, non le manda a dire. Conoscendolo, se le voci di un suo presunto arrivo in Ferrari non gli avessero fatto piacere, si sarebbe sfogato a modo suo, anche a mezzo stampa. Dunque, anche se l’arrivo in Ferrari fosse solo fanta-mercato, con il suo modo di fare ci ha confermato che gradirebbe.
Ma qualcosa ci dice che poi, guardando meglio, questo “mercato” non è più così fantasioso. Da luglio ad oggi, Briatore è stato a Maranello per ben tre volte. La prima volta a luglio, quando si diceva che avrebbe potuto prendere il ruolo di consulente all’interno del team, mentre le altre due volte in queste ultime settimane. A questo si aggiunga che Flavio era presente anche a Monza dove, lui conferma, doveva incontrare Ecclestone per poi tornare a Londra.
Qualcuno sogna e lo vorrebbe al posto di Domenicali, ma questo sembra non accadrà mai, dato che il manager italiano ha smentito questa intenzione: “Non voglio più fare il team manager. Sto bene così e in futuro vedremo cosa succederà”.
Dunque, si può ipotizzare un futuro in Ferrari, ma più per la gestione commerciale che per un avvicendamento con Stefano Domenicali. Ma siamo in F1 ed è tutto possibile: il 2013 potrebbe essere un grande anno di cambiamenti per l’intero circus e Flavio potrebbe sicuramente essere tra i protagonisti.