Red Bull: quali priorità adesso?
Il Gran Premio del Belgio ha portato ancora una volta in evidenza limiti e potenzialità della Red Bull, non tanto dal punto di vista tecnico – visto che in quel campo c’è poco da commentare, vanno forte e basta – ma dal punto di vista dei piloti. Infatti, se da un lato abbiamo un pilota tranquillo, ma al tempo stesso veloce e costante come Webber, dall’altro troviamo un giovane e troppo irruento Sebastian Vettel.
Non staremo qui a colpevolizzare Sebastian per l’incidente accorso con Button, perché a differenza di quello che pensa Martin Whitmars a riguardo, noi pensiamo si tratti di un semplice incidente di gara. E’ chiaro che Vettel abbia calcolato male e lo scarto in quel punto con pista umida ha fatto il resto: una volta che la vettura non rispondeva più ai comandi, solo la fisica comandava, non certo il pilota.
Così, la Red Bull si porta a casa un secondo e un quindicesimo posto. Mark Webber non ha perso tempo per lanciare una frecciatina ai suoi datori di lavoro, lasciando intendere che se vogliono puntare al mondiale, lo si deve fare con lui. Webber è secondo in classifica a soli tre punti da Hamilton, mentre Vettel accusa già un ritardo di 31 punti. “Ora tutto dipende dalla reale fame che ha il team di vincere” commenta sibillino Webber, ma Horner ha già risposto: “E’ troppo presto per decidere una cosa del genere, Sebastian è ancora in lotta. Abbiamo già visto come può cambiare in fretta la corrente”.
In parte Horner ha ragione, la classifica a sei gare dalla fine non esclude i protagonisti di questo mondiale matematicamente e se lo stesso Alonso ha dichiarato di crederci ancora, nonostante i suoi siano 41 i punti di distacco, perché non dovrebbe farlo Vettel?
E’ altresì vero, però, che Sebastian ha mostrato ancora una volta di non essere pienamente maturo e di non gestire bene la pressione. Tuttavia, le sue doti di guida sono notevoli, ma a quanto pare non è ancora abbastanza per potersi laureare campione del mondo.