Vincere o perdere… è un problema Red Bull

La chiave di lettura di questa stagione di F1 è abbastanza chiara e, ormai, costante: davanti a tutti c’è sempre e comunque la Red Bull, dietro, al suo diretto inseguimento, si alternano McLaren e Ferrari. Le RB6 di Newey si confermano sempre le vetture di riferimento, quelle da inseguire e copiare. Ferrari e McLaren vivono alti e bassi riuscendo, mai insieme, ad avvicinarsi ai tori volanti. Così anche in Ungheria si ripete il copione. La superiorità della RB6 è imbarazzante. Webber, vincitore qui a Budapest, volava letteralmente.

L’australiano guadagnava praticamente 1 secondo al giro sulla concorrenza, come d’altronde faceva Vettel nella prima parte del Gp.
Poi la safety car e la penalità a Vettel cambia tutto. Quella che poteva sembrare una passeggiata sul velluto per il tedesco diventa una nervosissima gara in salita. Sebastian morde Alonso, che tiene la seconda posizione, e non riesce mai a sopravanzarlo: in un circuito in cui passare è difficilissimo.
Vettel paga il suo rallentamento alle spalle della safety car. Drive through e addio vittoria facile facile. La vittoria se la fagocita quindi il compagno di squadra. Webber fa un lavoro incredibile (ma in fondo neanche tanto vista la superiorità della sua monoposto) e si porta in vacanza i 25 punti della vittoria e la testa della classifica Piloti. L’australiano non si ferma a cambiare gomme durante il regime di safety car, prosegue con le morbide e scappa via. Le tiene fino al 44esimo giro segnando tempi record, un giro dietro l’altro. Si costruisce un vantaggio tale da permettersi di entrare poi ai box per il pit-stop e uscirne ancora primo. Dietro ci sono Alonso e Vettel. Webber gli entra davanti e scappa di nuovo. Martella anche con le gomme dure e si invola verso la vittoria.

Finisce la convivenza tra Vettel e Webber, che erano entrambi a 136 punti. Adesso Mark è davanti, è il leader della classifica e, stando alle parole di Horner e agli accordi fatti con i suoi due piloti, sarà lui il “favorito” finchè starà davanti in graduatoria.
Vettel ha buttato la vittoria, Webber gliela soffia. Lo diciamo da inizio stagione che non può che essere un derby fra le due RB6, lo abbiamo ribadito dopo le qualifiche ungheresi. Se Vettel butta alle ortiche la sua vittoria non può che essere Webber il pilota che se ne appropria. È una questione di famiglia.
Una famglia non così adamantina come la vorrebbe far credere Horner. C’è un chiaro gioco di squadra, voluto dal muretto. Horner dovrebbe guardare in casa propria prima di criticare gli altri, per esempio la Ferrari.

In ogni caso Vettel avrebbe meritato comunque la vittoria se non fosse stato per quella “ingenuità” (?) punita severamente da un regolamento che continua a mostrarsi il vero deus ex machina di ogni gara. L’intrusione delle regole e della loro applicazione non lascia spazio al fatto sportivo e lo condiziona nel profondo, non lasciando i piloti a giocarsi le vittorie sui tracciati, ma entrandovi costantemente e cambiando le carte in tavola. Questa è la F1 di oggi. Molte delle sportellate del passato, molti dei duelli storici della Formula1 non ci sarebbero mai stati se le regole fossero state così intrusive come oggi.
Stavolta a farne le spese sono le Red Bull: Webber ringrazia, Vettel si danna!

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