Controcorrente: e se non fosse colpa della FIA? Alonso e Massa: sveglia!
Proviamo ad andare controcorrente rispetto a quello che dopo Silverstone è il pensiero comune sulla penalità comminata ad Alonso. Stavolta la FIA forse non c’entra davvero niente. La penalità ad Alonso sembra sacrosanta, è stato semplicemente applicato il regolamento; la sanzione per il taglio di pista, la più classica delle infrazioni, la più stupida forse nel mondo delle corse, in questo caso un sorpasso con taglio di chicane è infatti il drive through e le immagini sono chiarissime; il pilota passa con tutte e quattro le ruote fuori dalla pista. Quella di ridare la posizione è un invito che la FIA fa alla squadra per evitare di sanzionarla, invito ieri che la Ferrari non ha potuto raccogliere per il contemporaneo ritiro di Kubica.
Tutto il resto sono parole, alcune sensate, altre quasi prive di significato come quelle dei vertici del cavallino che a caldo hanno parlato di “sanzione che non dovrebbe essere punitiva,afflittiva”; la sanzione è sempre una risposta a una violazione, e questa risposta è per forza di cose una punizione, altrimenti non sarebbe sanzione e non assurgerebbe al suo scopo di scoraggiare in futuro lo stesso comportamento illecito. Era doveroso chiarire questa cosa perchè diventa fin troppo facile piagnucolare contro la FIA invece di interrogarsi sul perchè una scuderia come la Ferrari che parte in griglia dalla seconda fila si ritrovi al traguardo in fondo al gruppo.
Spesso e volentieri abbiamo criticato la gestione della gara da parte del muretto, rimpiangendo Todt e Brawn. Per carità anche a Silverstone i tecnici Ferrari non sono stati capaci di inventare strategie innovative ma la colpa della debacle rossa non è loro; assolti almeno stavolta. Gli errori, grossolani e palesi sono stati commessi tutti dai piloti, ed è necessario un’inversione di tendenza perchè il malumore tra i tifosi inizia a crescere, soprattutto vedendo di cosa è capace lo splendido duo Hamilton-Button.
Felipe Massa in queste ultime gare non ha fatto nulla per giustificare il suo rinnovo di contratto con la Rossa. Sempre più lento del compagno di squadra sabato in qualifica è venuto meno nel momento più importante, nel Q3 dove rispetto al Q2 si è fatto sorpassare da ben tre piloti scivolando dal un’ottima seconda fila a un anonimo settimo posto. Così come in Canada anche qui sembrava voler risolvere la gara in partenza intestardendosi in un duello proprio contro Alonso, con il quale è arrivato al contatto avendo la peggio, gomma forata e addio punti, ancora una volta. Per la verità anche Vettel è scivolato in fondo al gruppo al primo giro, tornando in pista molto più distante dagli altri rispetto a Massa eppure il tedeschino ha chiuso settimo non quindicesimo, ma sembra di sparare sulla croce rossa. La classifica è ferma da tre gare per Felipe che sembra davvero aver perso la bussola. Ci chiediamo dove sia il pilota da “giro della morte” in qualifica e incisivo in gara ammirato nelle scorse stagioni.
Fernando Alonso dal canto suo ieri ha commesso due errori decisivi; il primo è in partenza, dove ha praticamente perso la gara facendosi sfilare da Kubica e Rosberg con il polacco in giallo protagonista in negativo delle vicende Ferrari, prima facendo da tappo al gruppo con annessi ringraziamenti di Webber e Hamilton che intanto scappavano via e poi per il duello con Alonso che di fatto ha distrutto la gara allo spagnolo.
Un pilota con l’esperienza di Fernando, 150 gran premi, 22 vittorie e due titoli mondiali, dopo una manovra al limite come il sorpasso su Kubica la posizione la cede autonomamente, senza aspettare comunicazioni dall’alto. Non può non aver pensato alle conseguenze della sua azione. Invece è andato via, ha lasciato Robert sul posto e si è gettato all’inseguimento di Rosberg fino alla doccia fredda dei commissari. E’ bello vedere un pilota che supera a testa bassa e via, peccato però che stavolta non c’è stato nessun grande gesto tecnico, nessun capolavoro ma soltanto un’infrazione e nervosismo, tanto nervosismo. Un’altra gara gettata alle ortiche tra la sfortuna di una saefety car mai troppo opportuna per la Ferrari e la rabbia di vedere due piloti come Hamilton e Button non sbagliare mai nulla, come se l’emotività fosse un problema soltanto dei nostri.
Un tempo da queste parti correva un pilota dal temperamento ben più freddo, forse troppo; si chiamava Kimi Raikkonen è stato l’ultimo pilota che ha portato l’iride a Maranello e forse c’è qualcuno che potrebbe iniziare a rimpiangerlo…