Canada 95, La volta buona di Alesì
E’ stato (e continua ad essere…) uno dei personaggi più simpatici e irriverenti della Formula 1. Erano altri tempi, altre macchine, altri piloti e, se capitava la giornata giusta, si rischiava anche di battagliare con il grande Ayrton Senna tra gli insidiosi muretti di Phoenix. Fu probabilmente quella fantastica lotta ruota a ruota con il campione brasiliano a mettere il vento in poppa verso il Cavallino Rampante a Jean Alesì. Per Giovannino, che strappò un contratto già firmato con la Williams pur di sedersi nell’abitacolo di una rossa, fu un vero e proprio sogno ad occhi aperti, anche se in realtà quel sogno non si coronò mai con grandissimi risultati.
Nonostante i risultati, l’accoppiata Alesì-Berger ha fatto appassionare tanti di noi, i quali magari hanno cominciato a seguire la F1 da piccolini quando al volante delle rosse c’era proprio l’accoppiata franco-austriaca. Indubbiamente la Ferrari degli anni 90 pre-Schumacher era più “un’armata Brancaleone”, che un team vincente, e soprattutto Jean sembrava avere la particolarissima propensione ad attirare tutte le sfortune possibili ed immaginabili; come a Monza, sempre nel 95, quando, dopo aver eliminato il compagno di squadra a causa della telecamera finita incredibilmente sul punto più debole della sospensione della Ferrari n. 28, aveva dovuto dare forfait mentre era saldamente al comando per un problema ai freni. Ma in fondo i tifosi gli hanno sempre voluto bene, forse anche per quel “27” che portava sulla scocca. E forse gli vollero ancor più bene dopo quella volta che una Ferrari n. 27 tornò a vincere proprio sulla pista di quel mito a cui il 27 apparteneva di diritto: Gilles Villeneuve.
Ci fu una volta, però, che la sfortuna si dimenticò completamente di Jean Alesì, o per lo meno se ne ricordò quando ormai la bandiera a scacchi era già stata sventolata al passaggio del pilota francese. Quella vittoria, l’unica di Jean, è passata alla storia anche per il giro di rientro del ferrarista, tornato ai box “in taxi” sulla Benetton di Schumacher, piuttosto che con la sua 412T rimasta a secco.
Andiamo quindi a rivivere quel pomeriggio di 15 anni fa, quando il nostro Giovannino finalmente ci riempì di gioia!