Giù le mani da Fernando Alonso!

Troppe e da troppe parti sono le critiche piovute su Fernando Alonso dopo il week-end di Montecarlo.
Il pilota asturiano, reo di aver distrutto sabato mattina la sua F10 nella salita di Massenet prima della curva del Casinò, è stato accusato di aver gettato alle ortiche una sicura vittoria nel principato di Monaco, come se fosse poi la cosa più facile del mondo mettere di questi tempi le ruote davanti alla Red Bull di Webber.

Fernando Alonso è senza dubbio il valore aggiunto di questa Ferrari, è il vero fuoriclasse nelle stanze di Maranello e per questo va tutelato.
La F10 come già abbiamo scritto è vettura velocissima ed equilibrata ma soffre rispetto alla Red Bull carenze di carico.
Questo porta spesso Massa ad essere meno efficace del solito mentre Alonso si è dimostrato sempre velocissimo sin dall’esordio in Bahrein.
Sono quattro per la precisione gli errori o presunti tali che in tanti imputano a Fernando Alonso. Errori che per alcuni sarebbero da ricondurre a problemi di pressione psicologica e di concentrazione, problemi di finnica memoria molti osano accennare, ma non è questo il caso.

L’incidente alla partenza del Gran Premio di Australia è stato un normale incidente di gara e la rimonta successiva una prova di forza molto più rara.
La scelta di non uscire nelle qualifiche malesiane invece potrà anche essere attribuita al pilota e quindi parlare di errore di Alonso. La verità è che quell’episodio è stato prova di poca efficienza e poca organizzazione del muretto Ferrari, negli ultimi anni non sempre eccezionale.
E arriviamo al primo vero errore di Nando, la falsa partenza in Cina. Nulla da dire, Fernando ha sbagliato in estremo oriente come nelle prove libere di Montecarlo;  a questi due errori però hanno fatto seguito due prove in gara da “racer” puro. In mezzo c’è stato anche il capolavoro di Barcellona, non tanto per il podio fortunato quanto per la consistenza e la capacità di stare coi primi pur guidando in Catalogna la peggiore F10 della stagione.

Un’altro dato che nessuno ha scritto e che è importante sottolineare è che in un campionato così livellato ed equilibrato gli errori li commettono tutti, non solo la Ferrari.
Chi vuol vedere un Alonso al quale il volante del cavallino scotta fra le mani dovrebbe pur avere il coraggio di parlare di un Hamilton che guida bene ma che sta raccogliendo poco, di un Vettel bastonato nel vecchio continente da Webber e perchè no, anche della precaria affidabilità della stessa ultra competitiva Red Bull.

Nel nostro sport la giornata campale è la domenica, e in gara Fernando Alonso non ha mai deluso le aspettative. Con un pizzico di fortuna in più sarebbe leader indiscusso di questo mondiale pur non disponendo della vettura più competitiva.
Spavaldo nei sorpassi, deciso nelle scelte strategiche e rispettoso dei pneumatici, campione autentico, Alonso ha riportato a Maranello qualità che mancavano dai tempi di Schumi: leadership nel team, unione di intenti, carisma e velocità.

Difesa si d’ufficio ma mai tanto sentita, sicuri che Nando è per la Ferrari una vera e propria assicurazione sul mondiale; inutile voler vedere per forza debolezze ed errori in chi guida in modo così consistente ed efficiente, in chi è capace di staccare tempi record pur avendo la frizione rotta; si rischia di trascendere davvero nel ridicolo.

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