Calcola, spinge, gestisce… e vince: This is Button!

In un sms potremmo così riassumere la prestazione, brillante, del pilota britannico. Jenson Button si conferma di una furbizia, di una maturità, di una capacità di leggere ed interpretare la gara superiori a quelle di tutti i suoi colleghi in questa prima parte del Campionato del Mondo 2010.

Ancora una volta fa una scelta coraggiosa con le gomme, e ancora una volta sale sul gradino più alto del podio, e adesso anche su quello della classifica mondiale. E lo merita davvero “Somerset Boy”, che legittima così, ammesso che ce ne fosse stato bisogno, il suo titolo iridato dello scorso anno. Molti continuavano a ripetere che la sua affermazione nel 2009 fosse solo ed esclusivamente legata alla superiorità dell’allora Brawn GP: così non è.

Ha deciso di proseguire con le gomme slick, come anche il sempre più convincente Rosberg, e la pista gli ha dato ragione. Ma il dato più importante non è solo costituito dalla seconda vittoria, in sè e per sè, del 30enne britannico, ma dal suo confronto diretto con Hamilton. Quando infatti le due McLaren si sono trovate davanti a tutti i due hanno duellato, anche se a distanza, e Button si è imnposto con freddezza ed autorità.

Il grosso del lavoro lo aveva fatto nei primi due terzi di gara. Giusta la scelta di gomme, buone le prestazioni, buono il controllo e l’amministrazione del vantaggio. Poi l’esame finale: il confronto col compagno di squadra, il primo degli avversari. E anche lì sono arrivati ottimi tempi sul giro, migliori di Hamilton. Jenson ha quindi gestito la pressione ed il vantaggio. Poi un po’ di nervosismo è affiorato, mentre l’anglo-caraibico si avvicinava: qualche sbavatura verso la fine non ha comunque compromesso la leadership. Dietro Hamilton, cui gli ingegneri raccomandavano prudenza, era sembrato accontentarsi, poi saputo del piccolo “lungo” in curva del compagno di squadra ha accennato un sussulto, ma era troppo tardi… i 25 punti se li è aggiudicati il Campione del Mondo in carica.

Button dimostra quindi una maturità, una lucidità ed una consistenza che non tutti gli accordavano sinora. Ma queste sono qualità che probabilmente arrivano, o si sviluppano anche grazie al peso dell’iride che il pilota del Somerset di porta addosso… ed è questo che da un Campione del Mondo ci si aspetta: calcolare e decifrare le gare; spingere finchè si può ma senza strafare; amministrare il vantaggio… e vincere!
Bravo Jenson!

Lascia un commento