Schumacher: ritiro a fine anno?

Ce la sta mettendo tutta, proprio tutta, ma i risultati non arrivano. Colpa di una ancora non completamente svezzata Mercedes? Macchè… I risultati di Rosberg dimostrano che la monoposto tedesca in fondo non è così scarsa, anzi. Il giovane Nico lo ha bastonato in Bahrain, precedendolo sia in qualifica che in gara; in Australia Michael parte meglio del compagno di squadra, ma alla prima curva stringe nella morsa il ferrarista Alonso e scivola in fondo. Bravissimo nella rimonta, lotta strenuamente con Alguersuari (…) e riesce a beccare un punticino, bacchettando inoltre Alonso nel dopo gara per il contatto proibito al via. In Malesia si rende protagonista nelle qualifiche (almeno per i telecronisti della Rai…), ma cavoli, Rosberg ottiene la prima fila, mettendosi nel super sandwich Red Bull. In gara ci prova, ma la sua Mercedes cede di schianto e lo lascia lontano, lontanissimo dai risultati.

Cosa succede al Kaiser? Sindrome di Barrichello/Irvine? Eppure alla Mercedes facevano grandi progetti prima di cominciare e Michael era indicato come uno dei favoriti addirittura per la lotta al titolo, mentre su Rosberg incombeva la falce dello Schumy trita compagni di squadra. Dopo tre gare, invece, le posizioni sembrano irrimediabilmente invertite, con il giovane e veloce Nico che eclissa nonno Schumy a colpi di tempi e piazzamenti. Guarda un pò…ora è Michael che deve guardarsi dal ragazzino, non il contrario.

E’ dura tornare dopo tre anni di stop, su macchine diverse, soprattutto ancora non vincenti e con una concorrenza così agguerrita già dalla decima posizione in giù. Probabilmente i più pensavano che se si parlava di Schumacher, quel Michael Schumacher ferrarista trita campionati, non ci sarebbe stata storia e tempo una o due gare lo avremmo visto lottare per le posizioni che contano, e se così non fosse stato, allora sarebbe stata colpa della macchina. Ma quando vedi Rosberg fresco e gioioso sul podio e non vedi Schumi almeno in zona punti ti rendi conto che hai fatto proprio male i calcoli…

Schumy, dall’alto dei suoi 41 anni suonati, non può aspettare, non può costruirsi una squadra e una macchina vincente come fece in Ferrari oltre 10 anni fa. Michael può vincere ancora, ma ha bisogno della migliore macchina del momento, qualcosa di già pronto per farlo andare forte. Non è il caso della Mercedes purtroppo. Ma forse il compito di Michael è un altro: contribuire alla crescita di una squadra che in fondo gli aveva dato tantissimo nelle prime fasi della sua indimenticabile carriera e preparare un bel tappeto rosso vincente per qualcuno in grado di portare a termine il lavoro.

Dopo appena tre gare dal grande ritorno si parla già del suo addio, un altro, sicuramente definitivo, probabilmente già a fine campionato, per far spazio all’arrembante (e giovane) Vettel, in scadenza di contratto con la stratosferica Red Bull.

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