Problema sorpassi: la chiave sono circuiti e piloti
Che nella F1 moderna il sorpasso, l’essenza delle corse, sia merce rara è sotto gli occhi di tutti. Nello sport che amiamo di gesti tecnici degni di nota se ne vedono tanti; un giro veloce, un sovrasterzo di potenza, una guida impiccata nel tentativo di recuperare terreno, ma nessuno di questi può emozionare noi spettatori quanto il sorpasso, nel suo essere romantico, adrenalinico, liberatorio come lo è un gol da 25 metri nel calcio o una meta trasformata nel rugby.
A cavallo tra il XX e XXI secolo la causa del poco spettacolo in F1 è stata l’esasperazione aerodinamica e l’elettronica dominante.Vetture che erano missili, nel 2004 a Monza si raggiungevano 365 km/h. La Fia ha prima abolito il traction control(2008) poi ha diminuito l’efficienza aerodinamica a favore del grip meccanico (alettoni meno performanti e il ritorno alle gomme slick nel 2009) e infine ha provato a restituire alla F1 la sua originale dimensione: niente più rifornimento nel 2010, per vedere una competizione nella quale tutti i piloti possono sfidarsi nelle stesse condizioni senza giocare con le strategie tramite i loro ingengneri, bensì con l’obbligo di conquistare in pista, da soli, posizioni in griglia ma soprattutto in gara.
Per me è stato apprezabile il tentativo della Federazione di rendere questa F1 agonisticamente più “vera” e sicuramente più comprensibile per i tifosi che prima pendevano dalle labbra dei telecronisti per conoscere le strategie adottate dai diveri team. La verità è che oggi con i nuovi regolamenti sorpassare in F1 è possibile, ma bisogna saper spostare l’attenzione su circuiti e piloti.
Le piste devono essere adatte a fare selezione fra chi è più o meno bravo; lunghi rettilinei e curvoni veloci, ci vogliono circuiti difficili insomma. Prendete ad esempio il Bahrein; lo hanno rovinato allungandolo con pieghe da kartodromo nella parte centrale. La modifica ha provocato un rallentamento generale nella media del giro che ha negativamente inciso sulla spettacolo.
Ed ora i piloti; quando si evidenzia il problema-sorpassi si parla troppo poco dei veri protagonisti del circus. A Sakhir abbiamo visto Kovalainen che sorpassato a destra e a manca casua la lentezza della sua Louts non si dava per vinto cercando spesso con una macchina inferiore una risposta, un guizzo. Ma soprattutto tutti noi abbiamo ammirato un caparbio Kubica dare spettacolo in rimonta a suon di sorpassi dimostrando che un pilota oltre che velocissimo deve saper essere anche “racer”, cattivo, coraggioso, quasi temerario.
L’epoca d’oro dei Senna, Mansell, Prost per non parlare delle vetture a effetto suolo degli anni ’70, una Digione ’79 tanto per capirci non ci sarà mai più ed è anche giusto perchè il prezzo per quegli spettacoli è stato spesso troppo alto. Ma in questo campionato corrono Schumacher, Alonso, Hamilton e Button, campioni del mondo con vetture competitive,Vettel che è un talento immenso per non parlare dei velocissimi Massa e Kubica.
Dobbiamo aspettarci grandi gare e tanto spettacolo perchè sarebbe innaturale se piloti di questa classe non provassero una traiettoria diversa, una staccata al limite, un “numero” degno della loro fama; è impossibile pensare che vincenti nati come Alonso e Schumacher possano accontentarsi di inutili piazzamenti senza sferrare attacchi per le posizioni che contano.
In Bahrein è stato un po’ come il primo giorno di scuola per tutti, ma nell’imminente Gran Premio di Australia è lecito aspettarsi una corsa emozionante con piloti più combattivi e tenaci che avendo ormai capito come gestire le nuove vetture e soprattutto le gomme, capiscano anche come usare il cuore, perchè se ci mettono quello, fidatevi, ne vedremo davvero delle belle.