4 Eserciti, pronti a scatenare l’inferno!
I semafori verdi stanno per scattare. La stagione 2010 è alle porte, la battaglia avrà presto inizio… e al primo verde si scatenerà l’inferno!
E come ogni battaglia che si rispetti gli schieramenti che si contendono la vittoria affilano le armi prima di scendere in campo, tirano fuori quelle segrete e tentano di spiazzare il nemico così da giocare d’astuzia e d’anticipo.
Come spesso accade, soprattutto per i team di piccole dimensioni, ancor prima del first round della stagione sono in molti ad ammettere che la macchina è ancora ad uno stadio semi-embrionale, e che quindi solo da una certa gara in poi si potranno vedere quegli sviluppi che serviranno per cercare il risultato, per tentare il piazzamento. La prima fase del campionato, per molti ma non per tutti, è quindi una sorta di test allungato necessario per proseguire nello sviluppo dell’auto: in questo caso l’obiettivo è, più che altro, cercare di finire le gare e capire i comportamenti della vettura.
Ma ci sono i big, le corazzate, che invece proprio in questa prima fase della stagione cercano di spiazzare gli avversari per costruire un vantaggio che può risultare decisivo per la vittoria finale. Fa storia a sé l’exploit della Brawn GP dello scorso anno, ma in genere il gioco vale la candela. Cerchiamo allora di capire come arrivano alla prima gara le prime della classe, i 4 big team: Ferrari, Red Bull, McLaren e Mercedes.
FERRARI: Le vetture di Maranello sembrano essere le più affidabili e le più veloci sul ritmo gara. Se è infatti vero che negli ultimi test è stata la McLaren a staccare i tempi migliori, sommando invece i tempi dei giri effettuati per i long-run sarebbero state le Ferrari a vincere gli ipotetici GP simulati durante le prove collettive di febbraio. Sembra inoltre che alla Ferrari abbiano voluto tenere nascoste le tante piccole novità tirate fuori dal cappello soltanto all’ultimo, novità che potrebbero invece essere decisive per dare alle Rosse quella velocità sul giro secco che adesso sembrerebbero pagare rispetto alle dirette avversarie. Ecco spuntare: la pinna raccordata con l’ala posteriore; nuovi cerchioni a doppia corona e con dadi ad ogiva, con chiara finalità aerodinamica; feritoie di sfogo in prossimità degli scarichi. Se a questo sommiamo l’ottimo stato di forma ed una sana rivalità tra Massa ed Alonso abbiamo forse la squadra più in forma alla vigilia dello start mondiale.
RED BULL: Quelle di casa Ferrari sono comunque novità da testare, mentre il potenziale delle Red Bull lo conosciamo già. Per questo possiamo dire che è quella di Vettel e Webber l’auto da battere, il punto di riferimento tecnico per tutte le nuove vetture 2010. La creatura di Newey ha fatto scuola, ed è per questo che la RB6 di quest’anno non è altro che una sapiente evoluzione della RB5 dello scorso hanno. È infatti la continuità l’asso nella manica del team austriaco. Stessi piloti, stesso team, evoluzione della stessa auto. Sono quindi poche le incognite cui vanno incontro gli uomini di Chris Horner. In più quest’anno il progetto ha esasperato lo sfruttamento del posteriore, migliorando quello che forse era l’unico punto debole dello scorso anno. L’estrattore è adesso perfettamente integrato, e non adattato in corsa come nel 2009, anche in virtù del mantenimento (altro elemento di continuità) delle sospensioni posteriori con architettura pull-rod. I piloti? Uno esperiente e solido (Webber); l’altro è forse il più fulgido astro nascente che la F1 abbia visto dall’arrivo di Schumacher (Vettel). Sono loro gli uomini da battere… e adesso puntano al titolo senza riserve e compromessi.
MCLAREN: A Woking forse vorrebbero tentare il colpo gobbo che l’anno scorso riuscì alla BrawnGp, cioè interpretare il regolamento al limite, progettando un retrotreno che è tutto un’incognita. Della salute generale del team, della qualità della macchina (che è un grossa evoluzione di quella precedente) e dei piloti sappiamo già. Ma c’è anche qui, come in Ferrari, qualche asso nella manica ancora non troppo evidente, ma già subodorato nel Circus. La vettura è veloce, grazie soprattutto ad un ritrovato carico aerodinamico alle basse velocità, quindi in curva. Qui però abbiamo una pinna che non ha solo funzioni aerodinamiche, come per esempio sulla Ferrari, ma anche di raffreddamento (visto che ospita dei condotti di raffreddamento dell’olio). Ma ci sono degli sfoghi supplementari che aiuterebbero ulteriormente l’alettone a trovare deportanza in curva. C’è di più. Pare che i tecnici McLaren abbiano trovato il modo di far arrivare più aria nella parte bassa dell’ala posteriore, in maniera da farla andare in stallo sui lunghi rettilinei veloci. Sarebbe la panacea di tutti i mali: un’ala che (grazie alla pinna) ha maggiore deportanza nei tratti guidati e lenti, e che si annulla, non facendo nessuna resistenza (grazie ai flussi dei nuovi sfoghi), nei tratti veloci.
I piloti, entrambi in formissima. Ma forse tutte queste (furbe) novità sono più congeniali al rodato Hamilton, mentre stanno facendo (forse) impazzire il neo-acquisto, Button.
MERCEDES: Ha il peso del titolo della BrawnGP. Ha il peso dei titoli conquistati negli anni ’50 che avrebbero, finora, lasciato imbattuta la squadra corse di Stoccarda. Ha il merito di aver reso immortale e, appunto, imbattuta la scuderia di Ross Brawn. Alla Mercedes hanno insomma tante responsabilità, non ultima quella di riportare in pista Michael Schumacher che certo non si arrenderà all’idea di fare da comparsa davanti a tanti giovani virgulti, facendo scolorire, ed allontanare ancor di più nel passato, i suoi titoli mondiali vinti in un’era ormai un pochino lontana. La vettura è sicuramente quella più in ritardo in questo poker d’assi. Ci sono ancora alcuni problemi di aderenza in curva, che fanno perdere tempo e velocità, e che soprattutto causano un consumo eccessivo degli pneumatici. Questo sarà un dato cruciale in questa nuova stagione: gestire gli pneumatici in condizioni di peso che, viste le dimensioni dei serbatoi, varieranno radicalmente all’interno di uno stesso stint di gara. Dalla sua la casa della Stella a tre punte ha però un motore che pare molto parco nei consumi, cosa che non ha la Ferrari. Un propulsore che “beve” meno consentirà al team che lo utilizza di caricare meno benzina ad inizio gara e quindi di partire più leggero degli altri. E quest’anno guadagnare posizioni in partenza sarà fondamentale, visto che le strategie di sorpasso ai box saranno quasi nulle.